YANN SOMMER PARA IL RIGORE A MBAPPE
Paolo Tomaselli per www.corriere.it
Yann Sommer, pararigori della Svizzera e del Borussia Moenchengladbach, è stato decisivo su Mbappé all’Europeo e su Jorginho all’andata: chitarrista, amante della cucina, uomo copertina della Nati, è un portiere esplosivo, che vuole sbarrare la strada agli azzurri verso il Mondiale.
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I suoi compagni la chiamano Tom Cruise per le sue foto in posa, ma per la Svizzera è una «Mission Impossible» battere l’Italia?
«Assolutamente no, tutto è possibile e lo abbiamo già dimostrato contro la Francia. Sappiamo le qualità dell’Italia, ma vogliamo vincere. Sarà una grande sfida per noi. E proveremo in ogni modo a prenderci i tre punti».
Pensa che l’Italia possa pagare la tensione per questa sorta di spareggio per il Mondiale, dopo il playoff perso nel 2017?
«Non credo, perché sono trascorsi un po’ di anni, gli azzurri hanno ricostruito una bella squadra, con tanta qualità: scenderanno in campo con tanta fiducia».
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Donnarumma è stato eletto miglior giocatore dell’Europeo: una soddisfazione anche per voi colleghi?
«Se l’è meritato, non c’è dubbio. È ancora molto giovane, ma ha già accumulato parecchia esperienza, tra Milan, Nazionale e ora Psg. L’ho sempre seguito, mi piace il suo stile coraggioso, mai attendista: è un grande portiere ed è una sfida ulteriore quella di giocare contro di lui».
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L’Italia ha uno stile più offensivo. Che ne pensa?
«Ce ne siamo accorti all’Europeo. Ma l’aspetto che mi ha colpito di più è stato vedere che ognuno gioca per il compagno, come una vera squadra: un aspetto decisivo».
La Svizzera è una nazionale multirazziale: una ricchezza per il vostro calcio?
«Sì. È un aspetto importante per noi, perché è più interessante e stimolante creare una squadra quando ci sono diversi modi di pensare, diversi stili di vita e modi di giocare. Viviamo molto bene questa varietà di culture al nostro interno e ci sentiamo una squadra di successo anche grazie a questo».
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Verratti è infortunato, il titolare sarà Locatelli: brutta notizia per lei vista la doppietta all’Europeo?
«Ma no, non vedo l’ora di giocare. E non importa chi scende in campo per l’Italia: in ogni posizione ci sono due-tre alternative forti».
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Con la sua parata su Mbappé anche lei ha aiutato gli azzurri nel loro cammino: è stato il momento più alto della sua carriera?
«Uno dei più importanti. È stato emozionante, contro una delle squadre più forti. Peccato che con la Spagna non si sia ripetuta la magia, dopo un’altra gran partita».
Che ne pensa di Buffon ancora in campo a 43 anni?
«Gigi è ancora uno dei miei idoli: portiere completo, stile accattivante, grande personalità. Da ragazzino dicevo a me stesso che un giorno avrei voluto diventare come lui. È bello che giochi ancora».
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Suo padre era tra i pali ed è pittore, lei suona e canta: il portiere è anche un artista?
«Devi esser un po’ speciale, perché c’è una pressione differente, non puoi fare errori. Ma la nuova generazione è fatta di ragazzi normali. Per me è il lavoro più bello».
Para, suona e cucina per passione: le sue mani sono assicurate?
«No, ma sto molto attento a proteggerle, questo sì».
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Non dica che mangia gli spaghetti col cucchiaio.
«No! E non li spezzo nemmeno per cucinarli».
Che musica ama suonare?
«Quella di Springsteen».
Il portiere è un po’ rocker?
«Bella domanda. Ci sono analogie, a partire dal fatto che siamo da soli davanti a un grande pubblico».
Usa sempre i suoi occhiali speciali per allenarsi?
«Li ho usati per anni: è un allenamento per gli occhi, che ho sempre trovato utile».
Lei fa parecchi servizi di moda e pubblicità, è stato anche eletto tra i giocatori più sexy del Mondiale 2018. Sua moglie è gelosa?
«No, non lo è. Abbiamo un rapporto molto bello e due figlie. Ma fa sempre piacere leggere qualcosa di gratificante su se stessi e credo che sia felice anche lei per me».
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Dato che è un avvocato la aiuta nei contratti?
«No, ho un agente: cerchiamo di non mischiare la vita privata e il lavoro».
Si sente sottovalutato per via della sua altezza?
«Per tutta la mia carriera ho dovuto fare i conti con questo pregiudizio, dicevano che con 183 centimetri non ero abbastanza alto e lo dicono ancora. Ma a me non interessava e nemmeno ai miei allenatori».
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Come ha compensato i centimetri «mancanti»?
«Cercando di essere super esplosivo, di saltare ancora meglio, curando molto lo stacco da terra, di scegliere sempre il tempo giusto per i tuffi, di crescere nel gioco di piede. Ci sono tanti giovani portieri dell’età di Donnarumma, ma non alti come lui, che hanno tutte le altre qualità».
Eppure fanno più fatica.
«Se uno ha potenziale deve cercare di svilupparlo in tutti i modi, a prescindere dall’altezza. Se guardiamo solo a quella già tra i ragazzini, rischiamo di perdere anche chi ha passione e talento: è un peccato»
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