Stefano Semeraro per “la Stampa”
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Scrive bene Gene Gnocchi su Twitter: «L' Italia non è solo un paese di virologi, ma anche di tennisti». Sotto l' ironia c' è l' ennesima impresa della Banda Azzurra e nello specifico di Lorenzo Sonego, che dopo aver cancellato venerdì il n.1 del mondo Novak Djokovic dall' Atp di Vienna, ieri in semifinale ha accompagnato all' uscita l' impaziente inglese Daniel Evans, n. 33 del mondo, 6-3 6-4 in un' ora e venti minuti.
Risultato: il torinese - «e tifoso del Torino», ha tenuto a precisare quando durante la premiazione gli hanno chiesto delle preferenze calcistiche - oggi alle 14 (diretta su Supertennis) gioca la sua seconda finale in carriera dopo quella vinta nel 2019 ad Antalya, la quarta di un italiano in un Atp 500, contro il russo Andrey Rublev.
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Nel ranking Sonego sale al numero 32 (virtuale): con lui, Berrettini, Fognini e Sinner sono ormai 4 gli italiani stabilmente nei top-50. Quattro tornei vinti nel 2020 Eppure Sonny il torneo lo aveva iniziato da lucky loser, ripescato, dopo l' eliminazione nelle qualificazioni contro Bedene, per il forfait del gaucho Schwartzman.
È il 20º lucky loser che arriva in una finale Atp dal 1978, in 8 hanno poi vinto il torneo, e uno è proprio l' osso durissimo Rublev, 23 anni, numero 8 del mondo, uno dei tennisti più in forma del 2020, annata bisesto per tutti ma in cui lui ha già vinto 4 tornei, l' ultimo a San Pietroburgo, mentre Sonego, prima della svolta fra Roma e Parigi, aveva perso 8 volte al primo turno. Un solo precedente fra i due, di quattro anni fa nel Challenger di Cortina, a favore del russo. Traduzione: sarà durissima. Lorenzo non è però uno che si fa spaventare.
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Evans ieri ha provato a confondergli le idee: cercando il rovescio con infide traiettorie tagliate, scendendo a rete appena possibile. Ma il nuovo Sonego, che nella pausa per il contagio ha lavorato a fondo con il suo team sui campi dello Stampa Sporting, sa benissimo cosa fare.
Picchiando sul servizio, manovrando con il rovescio e portando a casa matasse punti con il dirittone, non ha mai lasciato una vera chance all' inglese, di suo un po' dolorante alla spalla dopo i tre set giocati venerdì sera contro Dimitrov. «Durante lo stop dei tornei abbiamo lavorato sui punti deboli di Lorenzo come rovescio e risposta», spiega il videoanalista Danilo Pizzorno, torinese anche lui.
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«Ma soprattutto su quelli forti: diritto e servizio». Dettagli, ma fondamentali: «Guardando i video e le statistiche ci siamo accorti che aveva percentuali troppo basse sulla prima palla, non in linea con quelle dei top 50, e che serviva in maniera prevedibile, soprattutto al centro e al corpo, anche per colpa di un blocco alla spalla. Con il fisioterapista lo abbiamo sciolto, e Lorenzo ha iniziato a servire anche piatto ed esterno. Inoltre abbiamo corretto il movimento dei piedi in uscita dal secondo servizio, che lo squilibrava e lo rendeva vulnerabile.
Ora ha alzato le percentuali, ed è meno attaccabile sul rovescio. È aumentata la fiducia, e tutto il suo gioco ne ha beneficiato. Fra Roma e Parigi c' è stata una svolta, ero sicuro che sarebbe arrivato anche il salto di qualità». Oggi si attendono conferme.
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