MARIO DRAGHI
1 - DRAGHI CONTRO TUTTI: LETTA (SULLE TASSE) E SALVINI (SUL COLLE)
Adalberto Signore per “il Giornale”
Mario Draghi rimbalza tutti. E lo fa con due frasi lapidarie, le uniche prese di posizioni che abbiano una valenza politica nel corso di una conferenza stampa completamente dedicata al via libera del Consiglio dei ministri al cosiddetto decreto Sostegni bis, provvedimento che vale circa 40 miliardi di euro.
La prima frase, il presidente del Consiglio la dedica ad Enrico Letta, stoppando la proposta del segretario del Pd di introdurre una tassa di successione per i patrimoni che superano il milione di euro per finanziare un fondo a favore dei giovani. La seconda è invece per Matteo Salvini, con un tono decisamente meno conciliante di quello riservato al leader dem.
ENRICO LETTA MATTEO SALVINI
D'altra parte, il tema è senza dubbio più sensibile e, per altro, destinato ad accendere il dibattito politico fino a febbraio del 2022. Quando arriverà a scadenza il mandato di Sergio Mattarella e il Parlamento sarà chiamato ad eleggerne il successore. Il toto-Colle è iniziato ormai da mesi e Salvini - in più occasioni e con cadenza quasi regolare - ha lanciato proprio la candidatura di Draghi. Uscite che devono essere andate piuttosto di traverso al premier. Draghi, dunque, tira dritto per la sua strada.
ENRICO LETTA MATTEO SALVINI
E forse non è affatto un caso che, rispondendo a una domanda sulle varie posizioni dei partiti sulla riforma fiscale, preferisca fare un ragionamento di sistema. «Punti di vista diversi in Parlamento ci sono su tante cose», spiega il presidente del Consiglio. Che è però convinto di riuscire a trovare una sintesi: «Come penso di farcela? Abbastanza spesso in passato io ce l'ho fatta, questa volta a farcela sarà il governo».
ENRICO LETTA IN BICICLETTA SUL LITORALE PISANO - PH MASSIMO SESTINI
Nonostante le tensioni di queste settimane all'interno della maggioranza - con Letta che ha deciso di alzare l'asticella ed andare allo scontro frontale con Salvini - Draghi è infatti convinto di poter resistere agli scossoni dei partiti, destinati ovviamente ad aumentare nei prossimi mesi. Con tre passaggi chiave: il 3 agosto l'inizio del semestre bianco; tra il 15 settembre e il 15 ottobre la tornata amministrativa che coinvolgerà capoluoghi di peso come Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino; a febbraio, infine, l'elezione del presidente della Repubblica.
MARIO DRAGHI 1
D'altra parte, è dall'inizio del suo mandato che l'ex numero uno della Bce ha scelto di muoversi con una certa autonomia rispetto a tutti i partiti che sostengono la sua maggioranza. Concedendo una volta agli uni e una volta agli altri, ma sempre in base alle sue personali convinzioni e non certo per ragioni di militanza da una parte o dall'altra. Con un unico e solo asse strategico.
Quello con il Quirinale, con cui il premier ha un canale privilegiato. Come hanno dimostrato le recenti uscite di Mattarella che, non certo per caso, ha ripreso i partiti che pensano solo a mettere bandierine su questo o quel provvedimento. Inevitabile, dunque, che la risposta di Draghi sulla sua candidatura al Colle - lanciata da Salvini anche con l'obiettivo di liberare Palazzo Chigi e facilitare il ritorno alle urne prima del 2023 - sia tranchant come poche volte era accaduto.
MATTEO SALVINI
«Trovo estremamente improprio, per essere gentile, che si discuta del presidente della Repubblica quando è in carica. L'unico autorizzato a parlare del capo dello Stato è il capo dello Stato», dice il premier. Con quel «per essere gentile» che resta lì appeso con i suoi non detti. D'altra parte, per il leader della Lega ce n'è anche sul fronte pandemia, visto che Draghi ci tiene a dire che nonostante gli ottimi risultati non bisogna «abbandonare» i presidi anti-Covid, «dall'uso delle mascherine al distanziamento».
draghi mattarella renzi partita di poker
Esattamente il contrario di quanto sostenuto solo qualche ora prima da Salvini, convinto che «l'obbligo della mascherina all'aperto» vada «tolto» già «da metà giugno». Il tema che scalda, però, è soprattutto la proposta di Letta. Che, pur se in un ragionamento più complessivo, non pare convincere Draghi. «Non ne abbiamo mai parlato, ma questo - spiega il premier - non è il momento di prendere i soldi dei cittadini, ma di darli».
Nel caso, insomma, se ne discuterà più avanti, quando si arriverà alla riforma del fisco. Che, ha detto l'ex presidente della Bce sin dal suo insediamento, non va fatta andando «avanti a pezzettini», ma deve essere organica e coerente, incardinata nel Pnrr e poi approvata dal Parlamento. Concetto ribadito ieri, quando - tornando sulla fiscalità - ci ha tenuto a dire che i due cardini da seguire sono «il principio della progressività» e l'obiettivo della «crescita»..
2 – IL PREMIER: IL MIGLIOR SOSTEGNO RESTA LA RIAPERTURA
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
MARIO DRAGHI.
Mario Draghi sa bene di guidare una maggioranza variegata e a volte litigiosa, che ha «visioni diverse» su tanti temi, eppure non sembra riunire dubbi sulla riuscita della sua impresa di governo. Nella conferenza stampa sul decreto Sostegni il presidente del Consiglio rivendica con orgoglio i primi risultati dell'esecutivo, dalle riaperture ai vaccini e poi, quando gli chiedono se riuscirà mai a riformare il fisco, l'ex presidente della Bce si concede un tocco di vanità: «Se penso di farcela?
mattarella draghi
Abbastanza spesso ce l'ho fatta, io... E questa volta a farcela sarà il governo. Bisogna avere fiducia e contare sul Parlamento, piuttosto che vederlo come un ostacolo». Il premier dunque non sembra temere trappole, si mostra convinto che la sua maggioranza reggerà l'urto dei mesi che verranno, che «saranno migliori del passato ma saranno complessi».
Il riferimento è alla questione economica e sociale, al rimbalzo del Pil e allo sblocco dei licenziamenti da luglio, ma forse anche ai temi politici che agitano i partiti. Il governo di unità nazionale avrà vita breve, o arriverà a fine legislatura? Draghi nel 2022 lascerà Palazzo Chigi per traslocare al Quirinale, come vorrebbe Matteo Salvini, o Sergio Mattarella accetterà il sacrificio del bis?
MATTEO SALVINI NO COPRIFUOCO
Quando le domande sull'attualità politica inevitabilmente arrivano, il capo del governo mette su un'espressione severa e prova a stoppare un dibattito che ritiene inopportuno: «Trovo estremamente improprio, per essere gentili, che si discuta del capo dello Stato quando è in carica.
L'unico autorizzato a farlo è il presidente della Repubblica». Draghi insomma, di cosa accadrà a gennaio allo scadere del mandato del presidente Mattarella e dei giochi politici attorno al Colle più alto, che pure lo chiamano in causa, proprio non intende parlare. L'unica cosa a cui pensa, come spiegheranno i collaboratori, è «attuare l'agenda di governo».
mario draghi e sergio mattarella all altare della patria
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), le riforme e la battaglia per battere il Covid restano le sue priorità: «Ci sono ancora tanti altri provvedimenti da prendere... Guardando alle cose da fare ho detto "accidenti quante cose dobbiamo fare a maggio", ma adesso ci stiamo arrivano e le abbiamo fatte tutte».
MARIO DRAGHI PRESENTA IL DECRETO SOSTEGNI BIS
Ancora una volta Draghi rivendica «con soddisfazione» la scelta di procedere sulle riaperture all'insegna «della gradualità, della prudenza e del rischio calcolato». È sollevato perché il numero di ingressi nelle terapie intensive si è dimezzato, i ricoveri ordinari sono calati del 60% e i nuovi casi, sottolinea, sono scesi da 23 mila a seimila: «Abbiamo preso decisioni coraggiose lunedì e la graduale riapertura ha dato un mese in più di scuola a tutti i ragazzi».
DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO
Anche sulla campagna vaccinale Draghi loda i «successi logistici» della sua maggioranza. «La decisione di cui il governo va molto fiero - e qui snocciola i numeri delle persone immunizzate - è la sterzata che si è data sulle classi di età, con la priorità ad anziani e fragili». Agli italiani raccomanda di usare sempre la mascherina, di rispettare il distanziamento, i protocolli e le linee guida e al tempo stesso si augura che la situazione pandemica continui a migliorare, così che non ci sia più bisogno di altri decreti come quello che ha presentato ieri: «Il miglior sostegno, il più efficace, giusto e solido, è la riapertura».
sergio mattarella mario draghi
Dal tunnel della crisi economica si esce seguendo la luce della crescita, che per Draghi è l'unica soluzione possibile all'eterno problema dell'altissimo indebitamento: «Se sconfiggiamo la pandemia non vogliamo tornare alla situazione di prima, dobbiamo tornare a una crescita più elevata». Assicura che sul Pnrr non c'è «nessun rallentamento», perché «il tempo passato è stato necessario per affrontare la complessità dei temi.
JOSE MARIA BERGOGLIO MARIO DRAGHI
Annuncia che entro la prossima settimana saranno «presentati, approvati e mandati in commissione» sia il decreto sulla governance del Piano europeo sia il decreto Semplificazioni. Sul turismo spiega che nel decreto appena approvato «c'è molto» e insiste con il leitmotiv «la miglior misura sono le riaperture». Promette che l'Italia diventerà un Paese per giovani («è lo scopo dell'intero Pnrr»), dove i «cervelli» in fuga potranno rientrare dall'estero anche grazie al Fondo italiano per la scienza.
Un Paese in cui tutti i neo-laureati «possano fare un concorso» e a settembre non ci siano cattedre senza docenti: «Presto si avrà il concorso ordinario della scuola». Sull'emergenza migranti Draghi anticipa che lunedì al Consiglio Ue riproporrà il discorso sul meccanismo di riallocazione, che è stato «da un po' di tempo messo a dormire». Per il premier è il primo pilastro di un accordo che «occorre assolutamente trovare», il secondo pilastro è economico e il terzo è la collaborazione «bilaterale e multilaterale» con i Paesi di partenza. I corridoi umanitari devono ripartire e serve, incalza Draghi, «un cambio di passo in tutte le direzioni»