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    ''SONO CONTENTA CHE MIO PADRE SIA MORTO'' - VIDEO: LOREDANA BERTÉ DA COSTANZO, I SOPRUSI E LE VIOLENZE IN FAMIGLIA: ''PRESE MIA MADRE A CALCI QUANDO ERA INCINTA ALL'OTTAVO MESE. MA ANCHE LEI, QUANDO LO LASCIÒ...'' - ''CUCINAVO PER ANDY WARHOL, LUI MI CHIAMAVA PASTA QUEEN'' - DEL RAPPORTO CON RENATO ZERO NON PARLA, LA MADRE DI BORG NON VOLEVA CHE LUI AVESSE FIGLI CON LEI: ''SOLO DI SANGUE SVEDESE''


     
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    Morgan K. Barraco per www.ilsussidiario.net

     

     

    loredana berte mia martini loredana berte mia martini

    È tutto raccontato in “Maledetto Lunapark”, il suo ultimo singolo contenuto nell’album “LiBertè” e che è anche uno dei temi affrontati nella lunga chiacchierata con Maurizio Costanzo nel corso del programma “L’Intervista”: violenze, contesto familiare privo di serenità e anche odio, sono questi stati i punti fermi dell’infanzia di Loredana Bertè che col conduttore e giornalista si è lasciata andare ad alcune dichiarazioni molto forti nei confronti dei suoi due genitori.

     

    L’artista infatti ha ammesso di aver provato un senso di contentezza quando sono morti entrambi e in particolar modo per il padre: “Lui era un preside, il classico padre padrone bastardo” ha raccontato la Bertè, rivelando che nel corso della sua infanzia ha assistito tra le mura domestiche ad alcune scene che nessuno dovrebbe vedere, come ad esempio quando il papà ha preso a calci la moglie all’ottavo mese di gravidanza; ma parole la cantautrice le ha anche nei confronti della donna che, dopo l’abbandono del padre, ha scelto di trascurare le sue figlie per viversi una seconda giovinezza. “Non provo niente per loro: a non aver mai avuto una famiglia c’è il rovescio della medaglia, cioè che non mi è mai mancata” ha chiosato l’artista. (agg. R. G. Flore)

     

    loredana berte maurizio costanzo loredana berte maurizio costanzo

    "MIO PADRE ERA UN BASTARDO"

    Una Loredana Bertè senza filtri, come sempre le accade, quella protagonista ieri sera de L'Intervista di Maurizio Costanzo. Tra gli argomenti più delicati toccati dalla cantante di Bagnara Calabra certamente il racconto delle dinamiche familiari, con quel padre descritto apertamente come un "bastardo", accusato di "prendere a calci mia madre per farla abortire all'ottavo mese di gravidanza".

     

     Dichiarazioni descritte dallo stesso Costanzo come molto pesanti, al pari di quelle riguardanti la mamma, con cui Loredana ha ammesso di non avere un bel rapporto, anzi:"Io sono stata contenta quando è morta. Sono andata al suo funerale proprio per vederla andare sottoterra". Speciale, durante l'infanzia, il feeling con la sorella maggiore Mimì:"Nelle giornate particolarmente violente, mi portava al luna park per farmi uscire di casa". Da qui il nome il suo nuovo singolo: "Il mio luna park è maledetto, perché è un luogo che mescola amore e odio", ha detto. (agg. di Dario D'Angelo)

     

    IL POST DI GABRIELE PARPIGLIA

    loredana berte andy warhol loredana berte andy warhol

    Uno dei momenti più attesi di questa settimana è sicuramente l'appuntamento con la seconda serata di oggi di Canale 5 dove Loredana Bertè percorrerà la sua vita con le immagini più significative della sua vita. Dalla fama in tenera età alla morte di Mia Martini che ancora oggi la fa piangere per via dei rimorsi di coscienza. A raccontare quello che vedremo questa sera ne l'Intervista è Gabriele Parpiglia. Il giornalista collabora al programma e, proprio poco fa, sui social ha parlato della regina del rock italiano e dell'incontro intimo e intenso che ha avuto con Maurizio Costanzo.

     

    In particolare, su Instagram, Parpiglia scrivono: "Questa sera torna #lintervista di #mauriziocostanzo che ospita l’artista più eclettica, innovativa e controversa della musica, la donna che nel nostro Paese ha osato di più dettando mode e tendenze: #loredanabertè

    La regina del #rock italiano si racconta a Costanzo in un incontro intimo e intenso scandito dalle immagini più rappresentative della sua vita. Immagini che evocano la brillante carriera di un’icona della musica che rappresenta il vero talento e la genialità". Cosa racconterà della sua carriera e degli amici con i quali ha condiviso il sogno della musica e la povertà di essere artisti ancora incompresi? (Hedda Hopper)

     

    UNA ROCKER SENZA FILTRI

     

    Loredana Bertè è senza freni e anche se quell'anima rock aggressiva di qualche anno fa sembra addolcita dal tempo, non intende tacere più su nulla. Negli anni ha raccontato molto del suo passato, attraversando un viaggio emotivo e affondando le mani nel suo passato. Una vita dura fatta di tanti macigni, a partire dal padre Giuseppe Radames Berté, morto poco più di un anno fa. Loredana Bertè si racconterà nel dettaglio a Maurizio Costanzo grazie alla puntata de L'Intervista in onda su Canale 5 oggi, giovedì 11 ottobre 2018. E non si può davvero non parlare di quel genitore morto a 96 anni, originario di Bagnara Calabra.

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     "Non fatemi le condoglianze", ha sottolineato l'anno scorso la rocker dimostrando ancora una volta di essere senza filtri. A quel padre padrone che ha compromesso la sua infanzia ricorda ogni particolare. Come la "regola del niente", di cui ha parlato nel suo libro Traslocando - È andata così, l'autobiografia che le ha permesso di condividere tanti ricordi di un'infanzia traumatica.

     

     "Niente giocattoli, niente bambole, niente regali", sottolinea all'interno di un racconto crudo. "Aspettavamo il nostro destino", rivela parlando della protezione della sorella Mia Martini, che ogni volta che sentiva i passi del padre pregava la sorella minore a nascondersi per non incappare nella sua furia. "Era l'uomo nero delle favole", racconta ancora. Quel tipo di mostro che si rinchiude in un silenzio bruciante e che "si toccava nella nostra stanza". Anni di terrore che permetteranno alla Bertè di stringere un forte legame con la sorella e poi anche con Renato Zero, con cui le due ragazzine appena adolescenti, in fuga da una casa infernale, creano un immancabile trio unito dalla musica.

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    2. QUANDO LA BERTÈ SERVIVA IL CAFFÈ AD ANDY WARHOL. LOREDANA SI RACCONTA

    Da www.agi.it

     

    Che Loredana Bertè non fosse una avara di rivelazioni si sapeva già e ieri nel salotto di Maurizio Costanzo ne ha dato ennesima prova, aprendosi totalmente alle domande del decano della tv. A far rumore le parole sull’ex marito, il leggendario Bjorn Borg, uno dei più forti tennisti di sempre “Non sono innamorata da 25 anni, 30. Son casta e pura. Ho sposato Borg perché mi sono detta voglio dei figli. Io che di solito non faccio domande, dopo 4 anni di matrimonio gli ho detto: 'Era meglio la parte della fidanzata, io son sposata con te da 4 anni, voglio dei figli!'. Lui, insieme alla madre, ha detto 'Assolutamente no. I figli solo di sangue svedese' ”.

     

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    Loredana Bertè tuttofare di Andy Warhol

    Spazio anche all’avventura americana, quando ebbe la fortuna di frequentare assiduamente il re della Pop-Art Andy Warhol “Il periodo americano per me è stata una manna dal cielo discograficamente, perché conoscevo Andy Warhol. Lui pensava fossi la barista di Fiorucci sulla 53esima, io ero la madrina di tutti i Fiorucci aperti nel mondo e quindi stavo lì il pomeriggio. Era un tinello con una bellissima macchina da caffè e avevo imparato a usarla bene. Alle 5 del pomeriggio, sempre alle 5, arrivava Andy Warhol che mi ordinava un caffè oppure un cappuccino. Ero un'amica che lo capiva perfettamente. Mi chiamava "Pasta Queen", per lui facevo di tutto. Adorava come cucinavo, voleva sempre cucina italiana”.

     

     

    Mimì? Il tempo non cancella

    loredana berte nel videoclip del brano non ti dico no 3 loredana berte nel videoclip del brano non ti dico no 3

    Chi era Mia Martini? Una pazza. Faceva tutto senza pensare, qualunque cosa, non è vero che il tempo cancella tutto perché non cancella niente. Io ce l'ho dentro, quando è morta una parte di me è morta. Mi manca disperatamente, ho dei rimorsi: di non aver detto abbastanza ti voglio bene, non averla stretta mai, non averla mai abbracciata e averle detto ti voglio bene anche diecimila volte. Non l'ho fatto”.

     

    Il momento forse di maggiore impatto emotivo quello dove si lascia andare alla narrazione del suo periodo di depressione, finito con un ricovero in una clinica psichiatrica “Mi faceva male il buio, la solitudine, ripensare a cose che non si possono cancellare. Sono stata in un ospedale psichiatrico. Poi volevo restare io lì, infatti mi trovavo meglio che a casa. Effettivamente ho spaccato con una mazza da baseball la portineria, trent’anni di trapani sono insopportabili. Mi hanno portata via. Ma sono stata male anche di depressione, è stato un periodo per me tremendo perché ero come in un tunnel.

     

    Dopo la morte di Mimì – ha raccontato – non ho elaborato il lutto come si deve, mi sono tenuta tutto dentro. Da sola ho guardato il soffitto ferma immobile per tre anni, e poi ho scritto Luna”.

    bertè borg bertè borg

     

     

    Quindi da quella immensa sofferenza nasce uno dei capolavori della musica italiana, come anche un altro, “Maledetto Luna Park”, sempre legato ai ricordi con la sorella scomparsa “Mimì per allontanarmi mi prendeva e mi portava al Luna Park. C’è sempre stato da parte mia un amore e odio verso il Luna Park”.

     

    L'amicizia con Fiorella Mannoia

    Non commenta invece il rapporto con Renato Zero, ma si lascia andare su quello con un’altra grande della musica nostrana, Fiorella Mannoia, “Fiorella Mannoia è una grande amica. Ci siamo trovate nella disgrazia lo stesso periodo, e quindi ci siamo unite. Questa disgrazia è stata anche una cosa buona perché ci ha fatte ravvicinare moltissimo. Lei ha preso in mano la situazione e mi ha prodotto il disco”.

     

    È una donna oggi Loredana Bertè che può comunque godere di un pubblico che non l’ha mai dimenticata, tanto che “ne ho avuto la sensazione forte forte forte quest’estate perché mi sono trovata davanti 40mila persone nelle piazze. Il palco è la mia valvola di sfogo. Io lì posso essere tutto quello che voglio, dimentico qualunque disgrazia”, a dispetto di quei discografici, dice, che ora davanti al suo immutato successo “abbassano lo sguardo”.

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