Estratto dell’articolo di Diego Longhin per “la Repubblica”
DAZI SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI
Il ricorso contro i dazi sulle auto elettriche è servito. Chi pensava che alla fine sarebbe stata privilegiata solo la strada diplomatica è rimasto deluso. Se da un lato Bruxelles e Pechino continuano a trattare per arrivare ad un accordo entro l’autunno, il Paese del Dragone ha deciso di chiamare in causa il Wto, l’organizzazione mondiale del commercio, sull’extra imposto dalla Ue fino al 37,6%. Dazi temporanei istituiti a luglio dalla Commissione.
Una ritorsione che, ha spiegato un portavoce del ministero del Commercio cinese dando l’annuncio, mira a «salvaguardare i diritti e gli interessi di sviluppo dell’industria» del Dragone da una decisione Ue «priva di una base fattuale e giuridica» che «viola gravemente le norme» della cooperazione globale.
DAZI UE SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI
In un primo voto consultivo i ventisette Paesi sono apparsi più inclini a optare per i dazi sui mezzi a batteria: 12 a favore, tra cui anche l’Italia, 11 astenuti, in testa Germania contraria a misure protezionistiche, quattro i contrari: Ungheria, Slovacchia, Malta e Cipro. Il voto decisivo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
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«Prendiamo nota e reagiremo a tempo debito», dicono dall’Europa. Il vicepresidente dell’esecutivo Ue responsabile per il Commercio, Valdis Dombrovskis, pur dicendosi «aperto a una soluzione reciprocamente accettabile», ha chiesto chela Cina cambi rotta: «Le sue pratiche stanno falsando il mercato».
ADOLFO URSO IN CINA
Dopo il ricorso di Pechino, la trattativa per arrivare ad un accordo è in salita. L’Italia è a favore dei dazi, ma il governo Meloni ha stretti rapporti con la Cina. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha in piedi tre trattative con case automobilistiche del Dragone, in testa il colosso statale Dongfeng. Per Urso è fondamentale che i toni si abbassino. «Credo che sia utile trovare una soluzione negoziale, come accaduto altre volte in passato, che ripristini condizioni di parità», dice in un’intervista al Messaggero. […]
yin li adolfo urso