Estratto dell’articolo di Gennaro Totorizzo per https://bari.repubblica.it
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Ha affidato i suoi ultimi pensieri alle pagine di un block notes. Un lungo messaggio di oltre 40 pagine nel quale raccontava di non sentirsi realizzato nella vita, ritenuta "inutile e inconcludente", e anche di non riuscire a superare un esame di Anatomia patologica. Uno studente fuori sede 29enne di Oria, nel Brindisino (ma nato a Manduria), si è tolto la vita nel primo pomeriggio di giovedì a Chieti, nell'appartamento nel quale viveva con la sorella più piccola, anche lei studentessa nella stessa università D'Annunzio, sempre nella scuola di Medicina.
A ritrovare il corpo è stata proprio la sorella, alle 15 circa del 6 aprile, quando è rientrata a casa e ha lanciato l'allarme. I due condividevano un'abitazione a poche centinaia di metri dal campus universitario dove hanno sede le facoltà mediche, nel Villaggio Mediterraneo.
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Sul posto è intervenuta la Polizia e un'ambulanza del 118 ma per il giovane non c'era già più niente da fare. Il 29enne aveva studiato in passato prima Veterinaria, all'Università di Bari, e poi è passato a Medicina (sempre nel capoluogo pugliese) fino a trasferirsi all'ateneo in Abruzzo, poco prima dell'avvento della pandemia. Attualmente era fuori corso, ma a quanto riferito agli amici questo sarebbe dovuto essere l'ultimo anno di studio prima della laurea.
Secondo la Questura, lo studente mostrava già da tempo segni riconducibili a uno stato depressivo. I conoscenti raccontano che negli ultimi tempi si è più volte scollegato dai social. Prima di togliersi la vita, ha scritto un lungo messaggio nel quale ha raccontato le sue preoccupazioni e ciò che lo aveva portato al gesto.
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Sembra che non si sentisse realizzato, in generale nella sua vita, e in particolare nel suo percorso universitario. Nelle memorie, il giovane ha fatto riferimento a un esame di Anatomia patologica che per lui sarebbe apparso un ostacolo insormontabile. Lo studente parlava anche di "bugie", rivolte forse alle persone a lui vicine per esami che diceva di aver superato, quando in realtà non era così, oppure indirizzate a se stesso. Tutti lo descrivono come un ragazzo estremamente timido e riservato. "Non sapevamo nulla delle sue difficoltà negli studi - racconta un amico - era un ragazzo che sorrideva sempre: gli piaceva viaggiare e fare foto. A tutti noi diceva che all'università andava tutto bene e che questo sarebbe stato il suo ultimo anno".
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