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    “SONO MORTI DI FREDDO, POTEVANO ESSERE SALVATI”, LE FAMIGLIE DELLE VITTIME ACCUSANO MA LA PROCURA FRENA: “UCCISI ANCHE DA TRAUMI E ASFISSIA” - RECUPERATI GLI ULTIMI DUE DISPERSI, LE VITTIME SONO 29 - IL MEDICO LEGALE: “NON SI POSSONO ATTACCARE I SOCCORSI”


     
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    Corrado Zunino per La Repubblica

     

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    Morire di freddo, l’incubo peggiore della tragedia di Rigopiano. Lo si era compreso con il racconto di Giampaolo Matrone, il pasticcere di Monterotondo salvato cinque giorni fa, il venerdì della speranza. Stringeva la mano della moglie Valentina, «le parlavo per tenerla sveglia, la chiamavo, poi a un certo punto non l’ho sentita più e ho capito che mi stava lasciando». Sì, l’intorpidimento del gelo.

     

    Nel venerdì della speranza e del caos delle comunicazioni uno dei motivi che portò a far sballare la contabilità dei vivi e dei morti fu l’aver sentito le voci di due persone che, nel corso del tentativo di salvataggio, avrebbero smesso di dare segni. Forse spenti dal freddo intorno. Ora un medico legale di parte — la parte della famiglia di Gabriele D’Angelo, il cameriere di 31 anni trovato morto per primo, appena fuori dalla hall del Gran Sasso Resort — dice una cosa che aggiunge sgomento:

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    «Sul mio assistito non ci sono segni di traumi, né di asfissia, non ci sono quelle emorragie congiuntivali, gli occhi iniettati di sangue, che segnalano il trauma da schiacciamento». Domenico Angelucci, anatomo patologo di Chieti, ha aggiunto: «Secondo noi Gabriele è morto per assideramento, se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente sarebbe stato salvato».

     

    Ieri sono stati resi pubblici i risultati delle prime sei autopsie, compresa quella di D’Angelo. Il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, ha detto: «Nessuno è morto solo per ipotermia ». Smentendo, quindi, il medico Angelucci. Poi ha aggiunto: «Diversi sono deceduti per schiacciamento, altri per concause concorrenti: schiacciamento, asfissia, ipotermia. Nessuno, a quanto ci risulta, è morto per solo assideramento». Il dottor Angelucci sostiene, ribadendo il suo punto di vista, che la pm non ha ancora visto le carte, le saranno date fra sessanta giorni.

     

    Anche il perito della procura, d’altro canto, sul referto ha scritto: «Cause di morte, assideramento ». Sulla questione soccorsi, tuttavia, il medico legale attenua il tono: «Non credo si possano attaccare i soccorsi. Da professionista dico che D’Angelo non è morto prima di tre ore dalla valanga, tuttavia hanno trovato il suo corpo dopo dodici-tredici ore, nella neve, e quindi non ci può essere una relazione tra morte e ritardi ».

     

    I soccorsi sono arrivati dopo che una turbina aveva spalato nove chilometri di strada innevata e il corpo del cameriere è stato trovato fuori dall’albergo. Davide Conte, medico del Soccorso alpino, conferma: «È difficile restare in vita più di tre ore quando si è immersi nella neve».

    GIORGIA GALASSI E VINCENZO FORTI - SOPRAVVISSUTI ALLA SLAVINA AL RIGOPIANO GIORGIA GALASSI E VINCENZO FORTI - SOPRAVVISSUTI ALLA SLAVINA AL RIGOPIANO

     

    Le macerie dell’albergo di Rigopiano hanno restituito tutti i corpi. Nella notte sono stati recuperate le ultime due vittime. I morti in totale sono quindi ventinove. I sopravvissuti — trovati tra venerdì e sabato scorsi — sono undici.

     

    E già questo numero somiglia a un miracolo. Tra le vittime recuperate c’è l’amministratore del Gran Sasso Resort, Roberto Del Rosso. «Viveva praticamente lì, non abbandonava mai l’albergo», spiegano a Contrada Mirri, l’avamposto più vicino. È stato trovato anche il corpo del suo collaboratore, Alessandro Riccetti, giovane receptionist ternano.

     

    Ieri pomeriggio in un gremito Palatenda a Loreto Aprutino ci sono stati i funerali di Sebastiano Di Carlo e Nadia Acconciamessa. In prima fila il figlio Edoardo, 8 anni, salvato e ora orfano. Con lui due fratelli: sarà affidato al maggiorenne, vent’anni.

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    A proposito dell’inchiesta sulle incomprensioni sull’allarme slavina, il premier Paolo Gentiloni al Senato ha detto: «Siamo orgogliosi dei soccorritori. All’inizio le azioni sono state ritardate in modo drammatico per l’impossibilità di usare elicotteri, per il rischio di altre slavine e le condizioni della viabilità. L’albergo è stato raggiunto alle 4.30 del mattino con le pelli di foca sotto gli sci. Abbiamo mostrato una capacità di reazione del sistema all’altezza di un grande paese, teniamoci stretta la Protezione civile ».

     

    Per la prossima settimana è annunciato il decreto con nuove risorse, «fuori dall’aggiustamento strutturale chiesto al nostro paese», specificherà il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro.

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