Guido Olimpio per corriere.it
california mistero 9
John Gerrish, la moglie Ellen, la figlioletta di un anno Miju, il cane Oski. Tutti morti su un sentiero della California. Una fine tragica senza una spiegazione apparente. Un giallo con una corona di supposizioni. La famiglia è esperta di trekking e di vita all’aria aperta.
Il 16 agosto si incammina per lungo un tracciato, lo Hites Cove Trail, zona di Devil’s Gulch, nella Sierra National Forest, ma non ritorna a recuperare l’auto. Un amico, preoccupato, innesca i soccorsi. Parte la ricognizione e i corpi delle vittime sono rinvenuti il 17 su una collina. John, britannico, esperto di software, giace come seduto, al fianco la bimba e il cane. Ellen, invece, è qualche decina di metri più avanti su una piccola altura. I team intervenuti non trovano tracce di lotta, eventuali ferite sui cadaveri. Nulla di nulla. Ed allora guardano attorno, all’ambiente circostante. Anche perché la prima autopsia non ha fornito spunti utili.
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Gli investigatori formulano molte ipotesi. Nelle ore successive le autorità affermano che i Gerrish potrebbero essere stati avvelenati da un’alga tossica, presente in alcuni laghetti della zona. Infatti era stato diffuso un allarme specifico per mettere in guardia eventuali escursionisti. Un esperto, pur non escludendo la teoria, ha precisato che per essere letale deve esserci una forte concentrazione di gas. Il secondo scenario è simile: esalazione di monossido da una miniera. Capita, dice la gente del posto. Solo che quella più vicina è a tre miglia di distanza. E poi nell’area non sono stati trovati altre animali morti. Il «vapore» ha colpito solo la famiglia?
Terza tesi: hanno bevuto o ingerito qualcosa di velenoso. E questo spiegherebbe anche la morte del cane. A queste «piste» si sono aggiunte il morso di serpenti – ma non ci sono segni -, un colpo di calore per le temperature alte (tuttavia avevano ancora acqua nelle borracce), l’omicidio-suicidio.
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Per questo la polizia ha deciso di verificare i telefonini della coppia per vedere se c’è qualche messaggio d’addio mentre al momento non sono state trovate lettere che facciano pensare ad un gesto estremo. Ora gli inquirenti condurranno nuove perlustrazioni ma soprattutto si aspettano nuove analisi in laboratori specializzati. Test che richiedono tempo e sono fondamentali per scoprire un eventuale killer «segreto».