david solomon di goldman sachs
Dopo Morgan Stanley e Citigroup, anche Goldman Sachs si starebbe preparando ad un'ondata di maxi licenziamenti a causa di un calo dei ricavi e, più in generale, di un anno difficile a Wall Street dove si fanno sempre più forti i timori di una recessione negli Stati Uniti. Secondo quanto hanno rivelato fonti informate al sito Semafor, sono 4.000 le persone che rischiano il posto alla grande banca d'investimenti, l'8% della forza lavoro composta da 49.000 dipendenti in tutto il mondo.
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Ancora non ci sono date ne' una lista ufficiale, ma l'amministratore delegato David Salomon avrebbe già dato mandato ai manager di identificare gli impiegati con il «rendimento più basso». Il siluramento dei dipendenti a fine anno non è una novità alla Goldman Sachs ma di solito la percentuale media si aggira attorno al 2%-5%. Persone che vengono mandate via o alle quali non viene dato alcun bonus, «azzerate» in un gergo da addetti ai lavori piuttosto evocativo, che vuol dire poi quasi sempre l'anticamera del licenziamento.
Nel 2020 la pratica era stata sospesa a causa della pandemia di Covid, mentre l'anno scorso non era stata necessaria grazie a un boom dei profitti. Ma lo scorso ottobre, dopo aver annunciato un crollo degli utili del 43% nel terzo trimestre, il ceo aveva annunciato una «grande ristrutturazione», una tra le più vaste nei 150 anni di vita dell'istituto, che prevedeva la fusione del trading e dell'investment banking sul modello già utilizzato da JpMorgan e Morgan Stanley.
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E anche una revisione del progetto di «consumer banking» Marcus. La banca digitale lanciata nel 2016, infatti, ha deluso le aspettative poiché, secondo gli esperti, ha speso e assunto troppo comportandosi più come un'azienda tech acclamata da venture capitalist che una banca di Wall Street. Giaà due mesi fa Solomon aveva annunciato una riduzione significativa delle attività di Marcus e delle ambizioni «Main Street» del gruppo.
Una settimana fa, intervenendo ad un forum del Wall Street Journal, l'ad aveva inoltre avvertito di un inevitabile rallentamento delle operazioni dell'istituto in vista di una contrazione dell'economia. «C'e' una possibilità molto, molto, ragionevole, che avremo una recessione di qualche tipo», aveva detto. Goldman Sachs non è l'unica quest'anno ad avere accusato un calo dei ricavi.
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Tutte le cinque maggiori banche americane hanno registrato un crollo degli utili: il 29% Morgan Stanley, il 25% Citigroup Inc, JPMorgan Chase, Wells Fargo & Co. e Bank of America Corp. A inizio mese Morgan Stanley ha licenziato il 2% della sua forza lavoro, circa 1.600 dipendenti, mentre a settembre Citigroup ha silurato 100 persone dalla divisione mutui.
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