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    “SONO STATA PICCHIATA DA ANDREAS SARGENT LARSEN” – PARLA VALERIA, LA TUFFATRICE CHE HA DENUNCIATO L’ATLETA OLIMPICO DEI TUFFI: “AVEVO 15 ANNI, CI ALLENAVAMO ASSIEME. ERO INNAMORATA. LA MIA ALLENATRICE ALL’ANIENE DICEVA: 'ANDREAS È UN BRAVO RAGAZZO, TI STAI FACENDO TROPPI PROBLEMI, NON ME NE PARLARE PIÙ'. LUI E’ PROTETTO PERCHÉ SERVE ALLA NAZIONALE ITALIANA. ORA ANDRÀ A PARIGI COME SE NULLA FOSSE, CHE GRANDE INGIUSTIZIA” - LA FEDERNUOTO, TRE MESI DOPO IL RINVIO A GIUDIZIO PER ATTI PERSECUTORI DI LARSEN, HA APERTO UN'INCHIESTA - MALAGÒ, CHE GUIDA IL CIRCOLO ANIENE: “SONO GARANTISTA, È SBAGLIATO DARE GIUDIZI PRIMA DI UNA SENTENZA”


     
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    1 - "PICCHIATA DA LARSEN NEL SILENZIO GENERALE PER L'ALLENATRICE LA COLPA ERA MIA"

    Corrado Zunino per “la Repubblica” - Estratti

    Andreas Sargent Larsen Andreas Sargent Larsen

     

    Valeria, la tuffatrice che ha denunciato il fidanzato violento, Andreas Sargent Larsen, 25 anni, lui diver da medaglia d'oro agli ultimi Europei, ha trascorso il weekend in montagna. Con le amiche. Mercoledì e giovedì ha gli scritti della Maturità, Italiano e Spagnolo. Liceo linguistico.

     

    Repubblica ha cercato il tuffatore rinviato a giudizio per atti persecutori, ma l'atleta per ora non parla delle accuse nei suoi confronti. E, allora, abbiamo chiesto un racconto in prima persona alla vittima, dopo quello affidato alle deposizioni in squadra mobile.

     

    Valeria, nei suoi interrogatori abbiamo letto di violenze inaccettabili, tanto più su un'adolescente di 15 anni: la faccia sbattuta sul volante, il cuscino per soffocarla. Perché ha sopportato per quattro mesi?

    «Perché ero innamorata, per me esisteva solo lui. Ero piccola».

     

    Sua madre dice che all'inizio sembravate innamorati. Le possiamo chiedere come è nata la sua storia con Andreas, sei anni più grande di lei?

    «Io ero innamorata, lui no. Lo conosco dal 2018, avevo tredici anni. La mia allenatrice, Benedetta Molaioli, lo aveva portato a Roma dalla Danimarca. Aveva smosso mari e monti. Ci preparavamo insieme ed è nata un'amicizia, che, piano piano, è diventata un rapporto più personale.

    Andreas Sargent Larsen Andreas Sargent Larsen

     

    Non è mai stato semplice, neppure per un minuto. Poteva sembrare fossimo una coppia felice, lui era gentile con i miei genitori, ma non era così. A mia madre tante cose non le ho mai raccontate. Ero piccola e ho accettato situazioni che avrei dovuto liquidare subito. Gli chiedevo scusa per ogni cosa, mi faceva sempre sentire in colpa».

     

    Dallo scorso dicembre lei non è più al Circolo Canottieri Aniene, squadra di vertice del nuoto nazionale di cui è presidente Giovanni Malagò, il responsabile del Coni. È andata ad allenarsi con una squadra romana di caratura locale.

    «Non potevo più restare, avevo perso la fiducia nella mia allenatrice. Mi ha lasciata indifesa, ha sempre tutelato il suo pupillo. Quando sono andata da lei, devastata e spaventata per quello che stava accadendo, mi ha zittita: "Per me Andreas è un bravo ragazzo", ha detto. "Ti stai facendo troppi problemi, non me ne parlare più". A mia madre ha spiegato che la violenza che subivo dipendeva dai miei atteggiamenti».

     

    Quali atteggiamenti?

    «Forse Molaioli pretendeva che una ragazzina non parlasse con nessuno in piscina e camminasse con lo sguardo basso per evitare la gelosia del tuffatore che proteggeva. Non ho mai capito davvero: che avrei dovuto fare, escludermi? Io non ho mai avuto atteggiamenti equivoci, non ho fatto nulla per far ingelosire Andreas. Lui, invece, mi ha tradito».

     

    Dopo che si è allontanata dall'Aniene e dal centro federale, qualcuno si è fatto vivo?

    «Nessuno, hanno fatto finta di niente».

    Andreas Sargent Larsen Andreas Sargent Larsen

     

    Pensava di aver stretto amicizie importanti nel mondo dei tuffi?

    «Credevo, ma mi è crollata ogni fiducia. Nessuno ha mai preso le mie difese, si sono schierati tutti con chi mi ha fatto del male. Lui continua ad allenarsi all'Aniene».

     

    Perché è così protetto?

    «Perché serve alla nazionale italiana, individuale e a squadre».

     

    Ha mai capito perché un giovane sportivo si è potuto trasformare in un fidanzato violento?

    «Ho pensato molto, ma ancora oggi non lo so. So che per un periodo aveva smesso con i tuffi, ma non conosco abbastanza la sua storia».

     

    Lei si allena in piscina da quando aveva 5 anni.

    «Ho dato la vita per questo sport e adesso ne sono esclusa, e non per colpa mia. Sono emarginata, è uno dei momenti più difficili della mia vita».

     

    Ritiene che avrebbe avuto possibilità di andare alle prossime Olimpiadi di Parigi?

    «Ero stata inserita nel progetto per gli Europei del sincrono, ma ai giovanili mi è uscita la spalla dopo un tuffo. Mi hanno operato, ho fatto un anno di riabilitazione. Era un momento duro, ma mi stavo impegnando per i Giochi di Parigi. Se mi fossi potuta allenare come gli altri credo che, sì, ce l'avrei fatta. Non mi hanno dato la possibilità».

     

    Andreas Sargent Larsen Andreas Sargent Larsen

    Andreas Sargent Larsen, se non interverranno Federazione o Coni, andrà alle Olimpiadi.

    «Mi sembra un'ingiustizia, ma sono così delusa e scioccata che posso dire che me lo aspettavo».

     

    (…)

     

    2 - ANCHE LA FEDERNUOTO HA APERTO UN 'INCHIESTA INTERROGAZIONE AD ABODI SULL'INERZIA DEL CONI

    Corrado Zunino per “la Repubblica” - Estratti

     

    La Federnuoto, tre mesi dopo il rinvio a giudizio per atti persecutori di Andreas Sargent Larsen, fa sapere che la procura federale ha aperto un'inchiesta sportiva sul tuffatore della nazionale italiana e ha fatto richiesta del fascicolo penale. Il procuratore generale del Coni, Ugo Taucer, ha ricevuto la denuncia-segnalazione dalla stessa tuffatrice vittima, Valeria: «Le sue gravi azioni sono state fin qui giustificate o sottovalutate», ha scritto la ragazza.

     

    Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, peraltro alla guida del Circolo Canottieri Aniene con il quale sono stati tesserati sia l'accusato che la vittima, si è limitato a dire: «Sono garantista, è sbagliato dare giudizi prima di una sentenza».

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    Martedì 25 giugno inizia il processo, prima udienza. Il tuffatore italo-danese è difeso dall'avvocato Filippo Morlacchini, che fin qui ha scelto una linea prudente.

     

    Il mondo della politica, letta la storia raccontata da Repubblica, si è indignato per il generale silenzio dello sport italiano e le scelte differenziate per gli atleti ex fidanzati: l'accusato Andreas Sargent Larsen è destinato ai Giochi olimpici di Parigi, che inizieranno tra quaranta giorni. La denunciante è stata invece obbligata a trasferirsi in una società sportiva romana di livello locale ed è uscita dal giro della Nazionale.

     

     

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