Valeria Di Corrado per "Il Messaggero"
al pacino scarface
Il modello da emulare era il narcotrafficante Tony Montana interpretato da Al Pacino in «Scarface». Ma, a differenza del film diventato leggenda, l'epilogo per la banda che gestiva una delle più grandi piazze di spaccio di Tor Bella Monaca è tutt' altro che epico. Ieri 32 dei 38 imputati sono stati condannati al termine di un processo celebrato con rito abbreviato a 152 anni totali di galera. Il sostituto procuratore Simona Marrazza, che ha coordinato le indagini insieme al procuratore aggiunto Ilaria Calò, aveva chiesto per gli imputati 487 anni di carcere. La sostanziale differenza di pena è dovuta al fatto che il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Roma non ha riconosciuto l'aggravante del metodo mafioso.
tor bella monaca
VITA DA MILIARDARI Viaggi in elicottero e yacht, rolex, auto di grossa cilindrata (Ferrari e Maserati), vacanze all'estero.
Per ostentare potere e ricchezze i boss filmavano e postavano tutto sui social, in particolare Tik Tok.
A capo dell'organizzazione che vendeva droga 24 ore su 24, nella zona meglio conosciuta come Ferro di Cavallo, c'erano i fratelli David e Daniel Longo (il primo condannato a 12 anni e 4 mesi, il secondo a 7 anni) e Alessandro Antonuccio (condannato a 5 anni e mezzo). I proventi ricavati dalla vendita di fiumi di cocaina, eroina e hashish, li reimpiegavano in varie attività commerciali e per condurre una vita fatta di lussi.
spacciatore tor bella monaca
La droga veniva nascosta nei serbatoi dei veicoli in sosta, nelle cantine occupate abusivamente munite di inferriate, nelle aiuole.
I carabinieri del Comando provinciale e del nucleo investigativo di Frascati, che avevano arrestato 51 persone nel blitz del 28 aprile 2021, hanno quantificato il giro d'affari illeciti in 600 mila euro al mese.
LE VIOLENZE ED ESTORSIONI A dare un'accelerata all'inchiesta le rivelazioni di due pentiti che di quell'organizzazione criminale facevano attivamente parte.
tor bella monaca 5
«Non usciamo più di casa, abbiamo paura per i nostri figli: siamo pronti a raccontare tutto». E così è stato: hanno messo tutto nero su bianco. «Mi sono avvicinato a David un anno prima che si sposasse - racconta uno dei due - ho prima iniziato a controllare vedette e pusher che facessero bene il loro lavoro. Poi mi sono stati affidati ruoli più importati come la gestione dei soldi e delle casseforti...». Ed è proprio per un ammanco di denaro che è iniziato l'incubo per lui.
droga
«David ha accusato prima me e poi mio padre di averli presi, lo ha minacciato e schiaffeggiato, e mio padre ha ammesso... poi ha detto che entro 30 giorni voleva l'intera somma altrimenti ci avrebbe uccisi tutti». Il modus operandi era del tutto simile a quello conosciuto in altre grandi piazze di spaccio, come quella di Scampia, a Napoli: vedette, spacciatori e una organizzazione capillare in cui tutti avevano un ruolo preciso e chi sgarrava veniva punito. E proprio i due pentiti erano stati presi di mira dai vertici della organizzazione per errori nella gestione della droga (e dei soldi) al punto da essere oggetto di sequestri a titolo di estorsione.
tor bella monaca 1
IL TENTATO OMICIDIO Due mesi fa David Longo, leader della banda e vicino al clan Cordaro, era stato condannato dopo un processo in rito abbreviato a 18 anni di carcere per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e porto abusivo di arma da fuoco. Era scappato da Tor Bella Monaca e aveva chiesto al suo amico di vecchia data di aiutarlo a nascondersi a Guidonia per 15-20 giorni per sfuggire alle ricerche della polizia, temendo di essere sottoposto al «guanto di paraffina» dopo aver sparato in strada il 25 novembre 2016 più colpi di pistola verso Giovanni Montereale, colpevole di non avergli restituito un'ingente somma di denaro per un debito di droga non pagato. Ne era nata una violenta lite in via dell'Archeologia 90. Grazie alla confessione di uno dei collaboratori di giustizia, Longo era stato arrestato il 13 febbraio 2021, sorpreso dai poliziotti in un ristorante di Fiumicino.
cocaina
GLI SPADA E I NIGERIANI Le indagini, inoltre, hanno accertato che il gruppo aveva contatti per l'approvvigionamento della droga anche con un esponente della famiglia Spada e alcuni membri della comunità nigeriana. Tra i 6 assolti c'è Simone Bumbaca, assistito dall'avvocato Alessandro Marcucci.
boss che si ispira a scarface scarface