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    SONO STATI INDIVIDUATI I SETTE CADAVERI DELLE PERSONE CHE ERANO A BORDO DELL’ELICOTTERO SCOMPARSO GIOVEDÌ MATTINA SULL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO: OLTRE AL PILOTA PADOVANO CORRADO LEVORIN, SONO MORTI SEI IMPRENDITORI STRANIERI – UN ESCURSIONISTA AVEVA AVVISTATO LUNGO UN CANALONE DEI DETRITI COMPATIBILI CON I RESTI DEL VELIVOLO SUL MONTE CUSNA. LA TESTIMONIANZA DI UN SOCCORRITORE: “ABBIAMO TROVATO TUTTO BRUCIATO, L'ELICOTTERO VICINO A UN RUSCELLO, TUTTO SPACCATO E…”


     
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    Pierfrancesco Carcassi e Benedetta Centin per www.corriere.it

     

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    Individuati i sette cadaveri delle persone - tra cui il pilota padovano Corrado Levorin - che erano a bordo dell’elicottero scomparso giovedì mattina sull’Appennino tosco-emiliano e i cui resti sono stati avvistati la mattina dell'11 giugno sul monte Cusna, cima reggiana. L’elicottero si sarebbe schiantato sul greto di un torrente, il Lama, al passo degli Scaloni, 1.922 metri d’altitudine, a due chilometri dal rifugio Segheria. Nessun superstite.

     

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    La zona è particolarmente impervia. Sul luogo dell’impatto Aeronautica militare, Soccorso alpino, Guardia di finanza, Carabinieri di Castelnuovo Monti. L’area è sotto sequestro. In mattinata sul monte Cusna erano stati individuati un cratere e dei detriti compatibili con i resti del velivolo. Dopo la segnalazione di un escursionista, l’avvistamento da parte di un elicottero della Guardia di Finanza, nei dintorni del rifugio Battisti: nel verde del bosco, alberi bruciati e di alcuni resti metallici. «Abbiamo trovato tutto bruciato, l'elicottero vicino a un ruscello, tutto spaccato», ha detto l'operatore di bordo dell'elicottero che ha ritrovato i rottami per primo. Sul posto sono arrivate tutte le forze a disposizione, sia a piedi che trasportate da elicotteri.

     

    Le vittime: i sei imprenditori stranieri e il pilota italiano

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    A bordo sei imprenditori del mondo del cartario (4 di origini turche e 2 di origini libanesi) venuti in città per partecipare alla fiera It’s Tissue. Si tratta di Kenar Serhat, Cez Arif, Iker Ucak, Erbil Altug Bulent, dipendenti di un’importante azienda turca, la Eczacibasi; e di Chadi Kreidy e Tarek El Tayak, rispettivamente della ditta Sanita e Gespa del gruppo libanese Indevco. Al comando del mezzo Corrado Levorin, 33 anni, pilota esperto di Padova.

     

    «Il rottame era in una gola strettissima»

    L'area delle ricerche è stata delimitata in base alle celle telefoniche a cui si sono agganciati i cellulari dei passeggeri: l'ultima nel Modenese, a Pievepelago. Da lì le forze di soccorso coordinate dal colonnello Alfonso Cipriano dell'Aeronautica militare si sono mosse per cercare di individuare il velivolo precipitato. Un grande dispiego di forze - si parla di una ventina di missioni e una cinquantina di ore di volo, oltre alle forze terrestri - che per tre giorni non ha dato frutti. La svolta è arrivata con la segnalazione di un runner che aveva notato dei rottami lungo un canalone a circa 1.700 metri, poi identificati dall'elicottero dei soccorsi come i resti del velivolo scomparso. «La difficoltà delle ricerche è dovuta all'orografia del terreno e al percorso che l'elicottero ha fatto, forse a causa delle condizioni meteo», spiega il colonnello Cipriano. «Ci siamo prima concentrati attorno alle vallate e alle zone più difficili da raggiungere poi ci siamo allargati.

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    Le montagne non sono particolarmente alte ma la vegetazione è foltissima. L'elicottero era in una gola strettissima quasi irraggiungibile a piedi: io stesso passando sopra con l'elicottero avrei fatto fatica a individuarlo se non fosse stato per i primi nostri uomini sul posto, calati con il verricello». La seconda squadra è arrivata sull'elicottero del Soccorso alpino: «Siamo atterrati sul crinale poco distante, abbiamo camminato per circa 200 metri e poi siamo scesi con le corde - racconta Nicholas Barattini, capostazione del Soccorso alpino di Modena - per circa 25 metri di calata dal sentiero. Dentro un impluvio c'era la carcassa dell’elicottero. Un luogo senza comunicazione telefonica e senza segnale radio. L'unica possibilità di comunicazione era sul crinale dove ci siamo fermati».

     

    Le indagini sul disastro

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    Intanto, i carabinieri di Lucca indagano sull’accaduto. In particolare la Procura di Lucca, riferisce il quotidiano il Tirreno, prospetterebbe l’ipotesi di un’apertura prossima di un fascicolo di indagine per disastro colposo. I militari hanno sentito per sommarie informazioni i responsabili dell’aeroporto e quelli dell’aeroclub, così come i responsabili del servizio di aero-taxi che era già operativo da alcuni giorni proprio per consentire ai manager che erano arrivati a Lucca per partecipare a It’s Tissue di spostarsi in altre zone per visitare stabilimenti fuori dalla Toscana.

     

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    Tra i punti oscuri, il perché del mancato funzionamento dell’Emergency locator transmitter (Elt), una sorta di scatola nera che in caso di impatto trasmette automaticamente un segnale radio che permette la localizzazione del velivolo. Richiesti anche il piano di volo (che però sembra non esserci e del resto non è obbligatorio) e i tracciati radar. I militari hanno fatto visita anche ai due alberghi di Lucca, in cui alloggiavano i manager turchi e libanesi che viaggiavano sull’elicottero. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un’inchiesta di sicurezza e disposto l’invio di un proprio investigatore sul luogo dell’incidente.

     

    Le ricerche

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    Ci sono voluti tre giorni per trovare l’elicottero di proprietà della vicentina Avio Helicopters srl scomparso giovedì mattina sull’Appennino tosco-emiliano nel mezzo di un violento temporale. A bordo il pilota padovano Corrado Levorin con quattro cittadini turchi e due libanesi partiti dall’aeroporto di Capannori Tassignano (Lucca) e diretto nel Trevigiano, a Resana. L’ultima rilevazione dei sistemi radar collocava il velivolo nel territorio modenese, nel comune di Pievepelago. Ed è lì che si sono concentrate le ricerche, sconfinando anche nel versante toscano del crinale. Sabato mattina sono ripresi i sorvoli e le ricognizioni da terra, sotto il coordinamento dell’Aeronautica militare e della prefettura di Modena.

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    Il video

    Ci sarebbe anche un video, un breve filmato di pochi secondi inviato via chat da uno dei sei passeggeri a suo figlio, che documenterebbe il volo dell’elicottero. Lo riporta la Gazzetta di Modena, precisando che per il momento il destinatario del filmato - il figlio di uno dei due manager libanesi a bordo - non lo ha diffuso, a fronte delle indagini in corso. A quanto pare nel video, di una ventina di secondi, mandato al figlio in Libano verosimilmente prima del blackout che ha inghiottito l’elicottero, si vedrebbe il volo durante una tempesta. Giovedì, al momento dello schianto dell’elicottero, le condizioni meteo su quell’area di Appennino tra Toscana ed Emilia erano avverse: il crinale era stato investito da una tempesta di pioggia, fulmini e grandine.

     

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    Ai comandi un pilota esperto

    Ai comandi c’era Corradin, padovano di 33 anni, un esperto pilota della Avio Srl, società di Thiene specializzata nel trasporto passeggeri, con base all’aeroporto Arturo Ferrarin sempre di Thiene (Vicenza). Giovedì stava portando i sei imprenditori stranieri nella Marca trevigiana per un viaggio di lavoro. Erano le 9.30 quando l’elicottero è decollato dalla provincia di Lucca. Quando il meteo è cambiato e il cielo si è fatto più scuro, anche l’equipaggio è stato travolto. L’ultima rilevazione è stata fra la Toscana e il Modenese. Poi, l’elicottero sembra essere stato inghiottito dal nulla. L’allarme è stato lanciato nel pomeriggio.

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