Angela Balenzano per bari.corriere.it - Estratti
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«Sì sono stato io, poi ho buttato la pistola in mare». È la confessione del 21enne barese Michele Lavopa agli inquirenti che l'hanno fermato per l'omicidio di Antonia Lopez, la 19enne uccisa la notte tra sabato e domenica nel Bahia beach di Molfetta al termine di una rissa culminata con una sparatoria tra esponenti dei clan nel locale Bahia beach di Molfetta, a 30 chilometri da Bari. Un'altra persona è indagata per favoreggiamento.
Bersaglio dei killer - secondo le indagini - era l'amico della ragazza, il 20enne rampollo del clan del rione Japigia del capoluogo pugliese Eugenio Palermiti, rimasto ferito assieme ad altre tre persone. L'indagato avrebbe agito - scrivono i carabinieri in una nota «al culmine di un litigio sorto per futili motivi, esplodendo almeno 6 colpi di arma da fuoco in direzione di un gruppo di ragazzi presenti all’interno dello stesso locale. I colpi, oltre ad uccidere la giovanissima ragazza, hanno raggiunto altri 4 uomini originari di Bari».
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Le indagini della Dda di Bari: la lite e poi la sparatoria
La ricostruzione dei fatti è stata possibile anche grazie all'esame delle immagini acquisite: è stato così accertato come «la discussione fosse degenerata tra il gruppo capeggiato dal rampollo dei Palermiti con un altro gruppo di giovani, di cui si individuava Giuseppe F. e un tale «Tupac» poi identificato nel fermato - scrivono gli inquirenti nel decreto di fermo - l'attività investigativa, permetteva di acquisire notizie indicanti proprio in quei soggetti soggetti con cui Eugenio Palermiti e compagni, avevano avuto l’alterco sfociato nella gravissima sparatoria».
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Dopo l'esame delle immagini gli investigatori hanno ascoltato alcuni testimoni, tra i quali alcuni ragazzi che erano in compagnia dell'indagato, e nel tardo pomeriggio di domenica, Michele Lavopa è stato portato in caserma dai carabinieri.
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