Giampaolo Visetti per “la Repubblica”
pronto soccorso di sondrio
«Non sono una scimmia. Sono una mamma. Se mentre mia figlia moriva qualcuno mi ha insultata perché sono nata in Nigeria, non ho nulla da dire. Sono loro casomai a dovermi spiegare come si fa a trasformarsi in persone così». La madre della piccola Mistura sussurra.
Chiusa nella camera spoglia che condivide con la sorella e una cugina, cerca di sopravvivere al dolore «che ora anche a me toglie il respiro ». Con lei c' è il compagno, immigrato dalla Costa d' Avorio. Quando viene a Sondrio, come l' altro giorno, dorme anche lui in questa casa-stanza.
«Mistura era il regalo del cielo per essere riuscita a scappare dalla fame - dice al telefono in un inglese essenziale la signora Alimi, 22 anni - la speranza di una vita più umana.
L' avevo sognata per tanto tempo».
pronto soccorso di sondrio
Sabato, nel pronto soccorso dell' ospedale cittadino, non ha sentito le frasi razziste che hanno accompagnato il suo calvario. Le ha apprese dopo, come tutti. La sua dolcezza e la sofferenza che ora la morde, lo stupore davanti a insulti incomprensibili, le impediscono di rispondere all' odio con il rancore. Vuole invece ringraziare Francesca Gugiatti, 24 anni, studentessa e maestra di Sondrio, consigliera comunale di una lista civica di centrosinistra. «Una ragazza coraggiosa e una donna come me - dice Alimi - L' unica ad essersi sentita umiliata e offesa dalla mancanza di pietà. Le auguro di diventare una madre più fortunata di me».
Questa grandezza non cancella fatti che fanno vergognare. La piccola Mistura, venuta al mondo il 27 luglio, sabato mattina ha improvvisamente smesso di respirare. Dormiva nel lettone con mamma e papà. «La madre si è accorta - dice il colonnello dei carabinieri Rocco Taurasi - ed è corsa in strada a chiedere aiuto.
La famiglia non ha l' auto: la piccola, di quasi 5 mesi, è stata avvolta in una coperta». Un passante si è fermato e ha fatto una cosa normale: mamma e figlia, grazie a lui, in pochi minuti sono arrivate in ospedale. Nel pronto soccorso, la tragedia.
pronto soccorso di sondrio
Medici e infermieri hanno fatto più del massimo, ma Mistura non ce l' ha fatta. Per la signora Alimi è stato come impazzire. «Gridava disperata - dice uno dei medici intervenuti - non stava in piedi e batteva la testa per terra. Una scena straziante, ha commosso tutti. Così le abbiamo portato il corpo della figlia senza più vita: l' ha abbracciato e si è calmata ». In sala d' aspetto, percezione e reazioni sono state diverse. Tra i presenti, inconsapevoli di quanto succedeva nella zona urgenze, i primi commenti sono stati di sconcerto.
A denunciarli, in serata e davanti alle sardine riunite in piazza, Francesca Gugiatti. Anche lei era in ospedale con la mamma Iaia. «Qualcuno parlava di riti voodoo - dice - di tradizioni sataniche e tribali. Hanno detto che quella donna era pazza e che andava portata in manicomio.
Mi ha invaso la tristezza». Grazie ai social, il dramma è stato presto chiaro. «L' ho detto ed è sceso il gelo - dice Francesca - ma nessuno ha espresso compassione». A esplodere, l' esasperazione per lunga attesa: conseguenza delle cure sulla mamma e sulla figlia spirata. Poi, l' ignoranza e il razzismo di un uomo sulla sessantina. «Fate tacere quella scimmia - la richiesta shock - tanto quelle come lei ne sfornano uno all' anno. Per loro perdere un figlio è diverso ». Ancora una volta, tutti zitti. «Mi sono sembrati i naccettabili - dice Iaia - anche il silenzio e l' indifferenza.
Non una parola di carità o di pietà, solo la fretta di risolvere il proprio problema». Più le solite conclusioni banali: «Passano davanti a tutti e nemmeno pagano».
pronto soccorso di sondrio
A dire perché Mistura è morta, l' autopsia. Nessun segno esterno di violenza. I medici ipotizzano la "morte bianca" che colpisce in culla, o un rigurgito. In ospedale, disperati, anche papà e zia della bambina. Nessuno ha sentito gli insulti. Poteva restare un ignoto caso di razzismo locale.
Invece, grazie a Francesca Gugiatti, è diventato ciò che è: un inaccettabile rigurgito di dilagata xenofobia nazionale, condannata da tutte le forze politiche. «La nostra comunità - dice il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini, della Lega - è colpita dalla tragedia e si stringe a questa mamma in rispettoso silenzio. Eventuali frasi di qualche imbecille non sono assolutamente condivisibili e non rappresentano il sentimento della gente di Sondrio».
Ora il problema, per Procura e forze dell' ordine, sono le prove di parole razziste che nessuno avrebbe pronunciato, se lo stesso macigno avesse schiacciato una mamma italiana.
PRONTO SOCCORSO
Medici, infermieri e parenti, all' interno del pronto soccorso, non potevano sentire. I carabinieri cercano altri testimoni tra i presenti in sala d' aspetto. Ieri pomeriggio Francesca Gugiatti è stata sentita in questura. Difficile, senza la prova di una chiara volontà di offendere, sostenere un' accusa di razzismo contro ignoti. Resta, per ora, la dignità di una madre offesa mentre la sua bambina se ne va.
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