Da www.ansa.it
CARLO CALENDA AL SEGGIO
"Ho promesso agli elettori della mia lista civica che non avrei fatto accordi. Io non chiedo né un accordo, né un apparentamento, né un posto.
Per rispetto a loro, per coerenza e onore. Vi ponete il problema sbagliato: quello che voto io è irrilevante". Lo dice il leader di Azione Carlo Calenda in un video su twitter. "Gualtieri dà per scontato il mio appoggio", "Sgarbi che devo fare l'assessore di Michetti...Il problema è come riconquistate quei 220mila voti, che non sono valigie che si spostano. Li conquistate se parlate dei temi che sono nel nostro programma". L'auspicio è "che i 5s non metteranno più piede nel governo della città".
comizio di chiusura di carlo calenda a piazza del popolo 9
I Cinque stelle "hanno lasciato un disastro epocale - continua Calenda - non sposterò io questi voti, li sposterete solo voi immaginando una politica diversa", aggiunge il leader di Azione, elencando alcuni punti del suo programma, dalla strategia per le municipalizzate alla necessità di impianti per i rifiuti.
"Il segnale che arriva" dal voto "e che io coltiverò a livello nazionale è una politica che si fonda sui programmi, su competenza, trasparenza, su un modo di fare politica dignitoso nel senso romano del termine: alto, corretto e giusto", prosegue Calenda che si appella affinché ci sia "una politica basata sulle cose, non dove è la destra, dove la sinistra", peraltro "un confine che spostate a vostro piacimento. Ieri ero di destra, oggi fa comodo e sono di nuovo di sinistra, domani chi lo sa. Parlate delle cose!", il suo appello.
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"Io credo che ci siano tante prospettive comuni con Calenda, abbiamo entrambi un programma del Fare", commenta Enrico Michetti, candidato a sindaco di Roma del centrodestra, a Tgcom. "Noi rappresentiamo comunque la novità per una città, con la sinistra, non ci saranno molti cambiamenti", aggiunge spiegando che "i leader del centrodestra" gli hanno detto di "andare avanti così".
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"Se avessero votato il 20% in più dei romani, avremmo vinto. Ogni cittadino è responsabile delle proprie idee. Questa è una partita a due, i partiti avranno un'influenza ma tutto si giocherà sui candidati e sui programmi", dichiara ancora Michetti. "Il ballottaggio è una partita diversa. Ora la sfida è tra due candidati - prosegue - non contano gli schieramenti, vince chi ha il migliore programma e le idee più utili a far crescere Roma. La Capitale per quello che penso, dovrà essere una città del fare. Che attui il piano rifiuti, senza burocrazia e con la massima efficienza. Serve competenza, onestà e professionalità".
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"Per rilanciare Roma serve tagliare col passato - sottolinea - e con i danni che hanno portato alla paralisi di Roma. Il centrosinistra fa parte di questi processi perché è al governo della Regione".
Ma Calenda, a proposito dell'identità di vedute con Michetti, non è dello stesso avviso e precisa: "Sono vicino a Gualtieri, Michetti è un impreparato prestato alla politica". Quindi, riguardo ad un possibile appoggio al candidato dem Roberto Gualtieri, aggiunge: "Dipende dai temi".
E intanto racconta: "Dal Pd non mi ha chiamato nessuno. Né Letta né Gualtieri. Michetti mi cercherà? Chissà…". E a La7, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, dice: "Io non farò né alleanze né apparentamenti. Ma faremo un'opposizione costruttiva. Penso sia giusto andare a votare al ballottaggio e come tale sicuramente non voterò Michetti ma voterò Gualtieri, perché mi corrisponde di più".
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"Nelle prossime ore, nei prossimi giorni, cercherò Calenda, Conte, Renzi, tutti coloro che rappresentano partiti e movimenti con cui possiamo dialogare nelle città che vanno al ballottaggio".
Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, intervistato a Radio Immagina. "Non proporremo apparentamenti o accordi di governo basati su posti o assessorati - ha aggiunto Letta - faremo una proposta ai cittadini di Roma, Torino e Trieste. Cercheremo di convincere gli elettori e sono convinto che gli elettori saranno disponibili ad ascoltare le nostre ragioni".
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"Calenda sta facendo un suo percorso politico autoreferenziale, e noi glielo facciamo fare tranquillamente: siamo orgogliosamente forti della nostra storia e della nostra tradizione, lui si affaccia adesso alla politica. Essere una forza nazionale è un'altra prospettiva. Gli auguriamo buona fortuna, ma è all'inizio di un cammino politico nazionale, e quindi dettare condizioni agli altri mi sembra quanto meno arrogante". Lo ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte a margine di una manifestazione elettorale per le amministrative a Ramacca, nel Catanese.