i nuovi processori di sony imx500 e imx501 2
Jaime D’Alessandro per “Affari & Finanza - la Repubblica”
Sony, che sviluppa buona parte dei sensori fotografici presenti sui nostri smartphone, si è data all' intelligenza artificiale. Sta lavorando ad una nuova generazione di chip in arrivo entro l' estate con algoritmi di analisi delle immagini integrati. A cosa servono?
Più o meno a tutto. I due processori, Imx500 e Imx501, sono in grado di riconoscere persone e oggetti, raccogliere dati sulla temperatura corporea, contare il numero di clienti in un negozio, visitatori in un museo, tifosi in uno stadio, analizzare il loro comportamento, misurare la distanza che li separa, riconoscere e contare i prodotti che una persona ha portato alla cassa di un supermercato.
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La novità, relativa perché in assoluto non è il primo sistema a farlo, sta nel fatto che le analisi dell' intelligenza artificiale vengono fatte dal chip stesso senza dover trasmettere i dati a server cloud esterni. Questo significa evitare parecchi problemi legati alla privacy. In Europa il Gdpr consente la raccolta di dati attraverso una telecamera sulle persone che, ad esempio, si fermano davanti ad una vetrina ma non la loro identificazione. In pratica si può contare i passanti e perfino analizzare la loro reazione emotiva davanti ad un prodotto o a una pubblicità, il dato però che può esser comunicato dal dispositivo all' esterno deve essere anonimo.
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i nuovi processori di sony imx500 e imx501
La startup italiana Blimp, ha realizzato delle telecamere che funzionano a questo modo e le ha provate a Verona a giugno scorso. I due sensori della Sony hanno caratteristiche simili ma sono molto più potenti e minuti. Il più piccolo, l' Imx500, misura mezzo centimetro. Quanto basta per entrare in uno smartphone. Prezzo: 80 euro circa. Immaginate ora cosa si potrebbe fare con uno strumento simile montato sul proprio telefono.
BRUCE STERLING FOTO WIRED
La definizione migliore su quest' epoca di pandemia, almeno dal punto di vista dell' hi-tech, l' ha data lo scrittore Bruce Sterling. Parlando con lui gli ho chiesto cosa pensasse del paragone con la Seconda Guerra Mondiale con i suoi grandi passi avanti fra radar e crittografia. Mi ha risposto che secondo lui era errato: questi sono tempi che assomigliano molto più alla Guerra Fredda, dominati da strumenti che sono quasi sempre orientati al controllo.
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