Adelaide Pierucci per “Il Messaggero”
Alberto il grande Aurelia Sordi Carlo e Luca Verdone Photomovie Claudio Porcarelli embedded
L’autista storico di Alberto Sordi dovrà fare le valigie e allontanarsi dalla storica villa di Caracalla dove viveva il famoso attore. Vincente Arturo Artadi Gardella dovrà stare lontano dal resto della servitù e soprattutto da Aurelia, la sorella novantacinquenne dell’Albertone nazionale, che avrebbe raggirato facendosi nominare procuratore generale dell’immensa eredità dell’attore.
Lo ha deciso ieri la quinta sezione della Cassazione, rendendo immediatamente esecutive le misure disposte dal tribunale del Riesame a marzo. La procura, da mesi, aveva chiesto misure interdittive e patrimoniali per l’autista peruviano, da ventitrè anni in servizio nella mega villa di via Druso, per l’avvocato Francesca Piccolella e per il notaio Gabriele Sciumbata, accusati di avere accettato di formalizzare gli atti sospetti senza essere incaricati direttamente dalla donna, in quel periodo già affetta da demenza senile. Le misure però erano state prima rigettate dal gip e solo dopo accolte dal Riesame.
alberto sordi vigile
Ieri sera la decisione: Artadi dovrà restituire i 400.000 euro avuti in dono e abbandonare immediatamente il posto di lavoro. I giudici di piazza Cavour, inoltre, hanno confermato contestualmente il sequestro di 10.484 euro e 18.400 euro, che il notaio Gabriele Sciumbata e l’avvocato Francesca Piccolella avevano incassato a titolo di onorario per aver stipulato l’atto di donazione a favore di Artadi. Ma ai due professionisti i giudici hanno risparmiato la misura interdittiva temporanea dalla professione su cui i loro difensori avevano dato battaglia.
Alberto Sordi
LE DONAZIONI
La sentenza, comunque, ha confermato sostanzialmente la ricostruzione del procuratore Giuseppe Pignatone e del pm Eugenio Albamonte, che per il caso Sordi hanno appena chiesto il rinvio a giudizio di dieci indagati (oltre Artadi, Sciumbata e Piccolella, un legale di Aurelia Sordi, nominato però per pochi giorni, e sei domestici della villa, che avrebbero accettato donazioni tra i 150.000 e i 400.000 euro).
aurelia sordi
In particolare l’attenzione degli inquirenti si è soffermata sul ruolo dell’avvocato e del notaio, che incaricati direttamente dall’autista di casa Sordi, ritenuto “dominus” dell’affare, nel novembre 2012, si sarebbero occupati della formalizzazione delle donazioni. È stato un perito del gip, a stabilire che già all’epoca una demenza degenerativa dovuta all’età «menomava le facoltà di discernimento» della signorina Aurelia Sordi.