CAMPER ROGO CENTOCELLE
Massimo Gramellini per il Corriere della Sera
Il ragazzo rom arrestato ieri per il rogo delle tre sorelle di Centocelle è lo stesso che pochi mesi prima, sempre a Roma, aveva scippato la studentessa cinese travolta da un treno mentre cercava di riprendersi la borsetta. Non che da allora il ladro si fosse dato alla latitanza. Era stato regolarmente arrestato. Ma altrettanto regolarmente era tornato libero in meno di due mesi. Libero, a quanto pare, di dare fuoco a tre ragazze imprigionate dentro una roulotte. Ammettiamo che, dal punto di vista giuridico, la decisione di lasciarlo uscire non facesse una piega.
SERIF SEFEROVIC
Tra prescrizioni e patteggiamenti, scontare la pena è ormai considerata una bizzarria in un Paese costretto a rimettere in strada i condannati che non è in grado di ospitare nelle sue poche e fetide carceri. Però ci sono ancora casi in cui questo esito ripudia al nostro senso più profondo di giustizia. L' imputato Serif Seferovic non era colpevole che dello scippo e solo per quello andava giudicato. Ma la morte accidentale della vittima era pur sempre avvenuta in conseguenza del suo reato. Come è possibile che questo piccolo particolare non abbia suggerito qualche precauzione speciale?
Obbligo di firma, braccialetto elettronico, qualsiasi cosa tranne che mandare fuori lo scippatore e dimenticarsi della sua esistenza un attimo dopo.
A chi dice «è la legge» verrebbe da rispondere che, quando la Giustizia non sa più parlare alla Vita, l' utilità delle leggi svanisce e le stesse vengono percepite dai cittadini come un sopruso. Offrendo il più solido dei pretesti a chi vuole farsi giustizia a modo suo.
MADRE RAGAZZE ROM MORTE ROGO CENTOCELLE
SORELLE BRUCIATE, FERMATO UN VENTENNE SCIPPÒ ANCHE LA CINESE TRAVOLTA DAL TRENO
Giuseppe Scarpa per la Repubblica
Ha ucciso due bambine di 4 e 8 anni e la sorella maggiore di 20 lanciando una molotov nel camper in cui dormivano con gli altri 8 fratellini e i due genitori, scampati al rogo per miracolo, in uno spiazzo nel quartiere Centocelle a Roma. Serif Seferovic è stato arrestato ieri a Torino dagli agenti della squadra mobile. L' accusa formulata dal pm Antonino Di Maio è omicidio plurimo, tentato omicidio e detenzione di oggetti incendiari.
Sulla testa di Serif pende già una condanna per furto con strappo (2 anni pena sospesa).
Uno scippo che causò, il 5 dicembre dell' anno scorso, la morte della studentessa cinese Yao Zhang.
La ragazza aveva rincorso i suoi rapinatori diretti verso il campo nomadi di via Salviati, ed era finita sotto i binari di un treno in corsa.
ROGO CENTOCELLE
Ed è proprio l' accampamento dei rom in via Salviati l' epicentro delle faide tra i Seferovic e gli Halilovic. Quest' ultimo è il cognome di Romano, padre delle sorelle morte tra le fiamme dentro il camper il 10 maggio. Il movente che avrebbe spinto la mano dei due assassini sarebbe da ritrovarsi nella lotta per la gestione illegale dell' affitto dei caravan all' interno dell' accampamento, oppure nella vendita di una partita di gioielli rubati il cui bottino sarebbe stato diviso tra le due famiglie in modo iniquo.
Ma gli investigatori non hanno mai del tutto abbandonato l' ipotesi che Romano possa essere stato punito perché ritenuto dai Seferovic l' informatore che a gennaio aveva permesso alla polizia di arrestare Serif (poi condannato il 28 febbraio) per lo scippo alla cinese.
MAMMA TRE RAGAZZE ROM ROGO CENTOCELLE
Sta di fatto che tra le due famiglie, tra la fine di aprile e i primi di maggio, sarebbe scoppiata una guerra a suon di camper bruciati. Il primo (dei Seferovic) è andato a fuoco proprio in via Salviati, molto probabilmente per mano degli Halilovic. Romano avrebbe poi deciso di abbandonare l' accampamento per andare con la famiglia a dormire in un parcheggio a Centocelle. Ma questo non sarebbe servito a placare la sete di vendetta dei Seferovic.
I quali prima avrebbero incendiato un caravan di Romano, sempre nel quartiere di Centocelle, il 5 maggio, poi un camper alla madre nel campo La Barbuta. Infine l' escalation con la tragedia di venti giorni fa in cui hanno perso la vita Elisabeth, Francesca e Angelica.
ZHANG YAO
«Sono convinto che mio figlio sia estraneo alla vicenda», ha confidato il padre di Serif all' avvocato, Gianluca Nicolini, che difende il figlio. «Il mio assistito - spiega il legale - mi ha riferito che la notte dell' omicidio dormiva nel suo camper in un autogrill sulla Roma-Civitavecchia».
La mobile lo ha arrestato a Torino seguendo gli spostamenti della moglie che viveva in un campo nomadi in provincia di Sassari. Quando la ragazza ha lasciato l' isola gli investigatori hanno capito che stava andando a trovare il marito. Il ventenne era scappato pochi giorni dopo l' omicidio dal campo di via Salviati verso la Bosnia e a Torino aveva fissato l' incontro segreto con la compagna. Nel capoluogo piemontese gli agenti hanno aspettato l' incontro per ammanettarlo.
MASSIMO GRAMELLINI
Gli investigatori sono arrivati a Serif grazie a una serie di interrogatori e al lavoro della scientifica attraverso i rilievi antropometrici. Gli specialisti della polizia hanno lavorato su un video di bassa qualità estrapolato dalle telecamere del centro commerciale Primavera. Immagini da cui si è riuscito a ricavare dati come altezza, peso e l' età della persona che aveva lanciato la bottiglia incendiaria. Dal video si vede che poi l' uomo, che dovrebbe essere appunto Serif, scappa verso un furgone parcheggiato qualche metro più avanti. Alla guida del mezzo c' era il complice. Adesso i poliziotti della Squadra mobile gli danno la caccia, molto probabilmente si tratta di uno dei fratelli di Serif.
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