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    “IL MOMENTO DELLA VERITÀ PER IL GOVERNO MELONI? QUANDO A SETTEMBRE METTERÀ MANO AL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA” – MARCELLO SORGI: “DAL DEF DIPENDONO LE LEGGI DI STABILITÀ E BILANCIO. È IL BUDGET CHE QUALSIASI IMPRESA DEVE METTERE GIÙ PER SAPERE QUANTO DOVRÀ PAGARE E QUANTO POTRÀ SPENDERE NEL PROSSIMO ANNO. UN'IMPRESA, L'ITALIA, CHE HA IL 160% DI DEBITO, E VORREBBE CONCEDERSI IL LUSSO DI RIDURRE LE TASSE, SEPPURE A UN PRIMO CALCOLO HA SCOPERTO CHE LE MANCANO VENTI MILIARDI ED È APPENA USCITA DA UNA TRATTATIVA DI QUATTRO MESI CON L'EUROPA, PER OTTENERE LA TERZA RATA DEI FONDI DEL PNRR, E CI HA RIMESSO UN PO' PIÙ DI MEZZO MILIARDO DI EURO”


     
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    Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”

     

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    […] L'estate 2023 verrà ricordata come il momento in cui un governo considerato imbattibile, in Parlamento e nel Paese, ha cominciato a svelare le proprie debolezze, un principio di logoramento […]. L'infilata del maltempo, dei soccorsi mancati, e poi il braccio di ferro, finito com'è finito, con l'opposizione sul salario minimo, un tema che minaccia di attraversare tutta la prossima campagna per le europee del 2024, hanno segnato la svolta.

     

    […] L'ultima è questa delle banche, non in grado di reggere un provvedimento frettoloso e raffazzonato come quello che è stato presentato in Consiglio dei ministri, forse senza immaginare - ed è grave - le conseguenze: una botta da nove miliardi di libera caduta della Borsa e una altrettanto, auguriamoci di meno, ondata di recupero a spese dei correntisti, cioè dei contribuenti italiani. In Spagna, sullo stesso argomento, il governo Sanchez ha trattato per cinque mesi con gli istituti di credito. Qui c'è un governo che, come i suoi predecessori, non è più in grado di aumentare le tasse, né vuole, perché sempre come i suoi predecessori ha promesso di ridurle.

     

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    E per questo affida alle banche il compito di affiancare l'Agenzia delle Entrate ed esigere nuovi tributi. Che pensata! I turisti italiani che si sono lasciati andare ancora una volta a un'estate spensierata hanno trovato i prezzi delle loro vacanze straordinariamente aumentati. Per questo […] hanno scelto l'Albania, da dove solo trent'anni anni fa arrivò tutt'insieme una nave con decine di migliaia di migranti clandestini. […] Si dirà che l'Italia è una meta, ormai, per turisti di lusso, anche se non è vero.

     

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    E del resto il bilancio di una stagione estiva che doveva servire ad aggiustare i conti della nostra economia si farà tra poco. Sarà quello il momento della verità. Lo sarà, in qualche modo, anche per Meloni, che intanto sarà tornata dalle sue brevi ferie di governo per reimmergersi tra i dossier lasciati sul suo tavolo a Palazzo Chigi. I governi, tutti i governi, a settembre cominciano a mettere mano al Documento di programmazione economica (Def) da cui dipendono le leggi di stabilità e bilancio. È il budget che qualsiasi impresa deve mettere giù per sapere quanto dovrà pagare e quanto potrà spendere nel prossimo anno.

     

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    Un'impresa, l'Italia, che ha il 160 per cento di debito, e vorrebbe egualmente concedersi il lusso di ridurre le tasse, seppure a un primo calcolo ha scoperto che le mancano venti miliardi, che ha qualcosa di folle e insieme miracoloso. Specie se la stessa impresa è appena uscita da una trattativa supplementare di quattro mesi con l'Europa, per ottenere la terza rata dei fondi del Pnrr, e ci ha rimesso un po' più di mezzo miliardo di euro. La speranza, in questo caso, non basta. E ai miracoli, da tempo, gli italiani hanno smesso di credere.

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