ursula von der leyen a davos 2022 2
Marcello Sorgi per “la Stampa”
Anche se seguite da un chiarimento dopo la dura reazione di Salvini, le parole della presidente della Commissione europea Von der Leyen, che hanno messo sullo stesso piano la possibile Italia del dopo voto con Polonia e Ungheria, rivelano un pregiudizio di fondo delle autorità di Bruxelles nei confronti dell'eventuale governo di centrodestra che potrebbe uscire domani dai risultati delle urne.
SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI
Qualcosa che l'ambiguità mantenuta da Meloni e Salvini per tutta la campagna elettorale e il voto a favore di Orban all'Europarlamento di Strasburgo, o sulla mancata riforma fiscale, hanno finito con il radicare, ma che - è inutile nasconderlo - esisteva anche prima e non sarà facile rimuovere.
Un ostacolo sulla strada dell'attuazione del Pnrr e dell'impiego dei 209 miliardi, che l'Europa ha garantito e di cui solo ieri ha sbloccato la seconda tranche. Il timore è che l'Italia, in mano al centrodestra a trazione meloniansalviniana, possa rinunciare al suo ruolo di membro fondatore dell'Unione alleato di Francia e Germania e scivolare sulla sponda di Paesi considerati reietti, come appunto Polonia e Ungheria.
SALVINI BERLUSCONI MELONI
Ma se l'affermazione di Von der Leyen è stata indubbiamente un errore, occorre chiedersi cosa hanno fatto gli alleati del centrodestra per fugare questa impressione. Due sere fa Berlusconi, correggendosi subito dopo, ha detto che Putin nei confronti dell'Ucraina è stato mosso da buone intenzioni: mettere un governo "per bene" al posto di quello di Zelensky. Come se sia lecito invadere un Paese con l'idea di sostituire un esecutivo scelto democraticamente dagli elettori con uno "fantoccio".
salvini meloni berlusconi piazza del popolo 5
Alcuni giorni prima Meloni aveva pronunciato, rivolta a Bruxelles, la frase "la pacchia è finita", aggiungendo che d'ora in poi gli interessi italiani dovranno sempre essere messi davanti a quelli europei. Quanto a Salvini, si sprecano i suoi interventi contro le sanzioni decise a livello europeo e Nato contro Mosca per l'aggressione a Kiev. Questo per dire che Von der Leyen avrà certamente sbagliato a esprimere un pregiudizio nei confronti di un governo che ancora deve nascere e fare le proprie dichiarazioni programmatiche in politica estera. Ma Meloni, Salvini e Berlusconi, fino all'ultimo, la reazione della presidente della Commissione europea un po' se la sono tirata.