1 – L’ATTACCO DI SOROS A SALVINI: “LA RUSSIA INFLUENZA IL GOVERNO”
Luca Pagni per la Repubblica
SOROS
George Soros, fino alla fine del 2017 uno degli uomini più ricchi del mondo e finanziatore di iniziative politiche dell' ala liberista del Partito Democratico americano, oltre che europeista convinto non ci ha girato attorno: « Sono molto preoccupato per l' influenza che ha la Russia sul governo appena eletto in Italia. Come dimostra la posizione sulla fine delle sanzioni » .
Poi è andato dritto al punto: « Non so se Matteo Salvini ha ricevuto finanziamenti da Mosca, ma credo che l' opinione pubblica italiana avrebbe il diritto di sapere se è a libro paga di Putin » .
matteo salvini giura da ministro
Un attacco senza precedenti, a pochi giorni dall' insediamento del leader della Lega al ministero degli Interni. Il quale non gli ha fatto mancare una risposta altrettanto diretta: « Mai ricevuto una lira, un euro o un rublo dalla Russia. Ritengo Putin uno degli uomini si Stato migliori e mi vergogno del fatto che in Italia venga invitato a parlare uno speculatore senza scrupoli come il signor Soros».
george soros
L' ultimo giorno della tredicesima edizione del Festival dell' economia di Trento si è chiuso col botto. La presenza del finanziere americano, accreditato fino all' anno scorso di un patrimonio personale di 25 miliardi poi scesi a 8 dopo aver distribuito il resto in beneficenza, è stata tenuta "coperta" fino all' ultimo momento.
Soros è stato chiamato a partecipare a un dibattito sulla crisi dell' Unione europea, di cui si è detto grande sostenitore fin dalla sua fondazione, temi di cui aveva parlato anche pochi giorni fa a Parigi.
Vladimir Putin entra nelle acque ghiacciate del lago Seliger
Ma se in Francia era tornato a chiedere che i governanti ritrovino unità per rispondere alla crescita dei partiti populisti, a Trento li ha attaccati direttamente. Prendendo come bersaglio il nuovo governo italiano e il suo rappresentante più critico nei confronti di Bruxelles, Matteo Salvini.
Ammonendo il governo appena sorto a non fidarsi: « Putin non vuole distruggere l' Europa perché ne ha bisogno per gli accordi commerciali sulle materie prime, ma la vuole dominare».
salvini putin
Per Soros, Salvini e il governo Conte sono da ascrivere tra i nemici " interni" dell' Europa. All' esterno, le maggiori difficoltà non arrivano solo da est, ma anche da oltre Atlantico: « La politica economica di Donald Trump è sbagliata e pericolosa per gli Stati Uniti ma anche per il resto del mondo.
Ha provato ad attaccare la Cina ma ha capito che Pechino è l' unica potenza che potrebbe resistergli e ora si è deciso a stringere accordi. A pagarla sarà l' Europa, se non dimostrerà di essere unita».
2 – WEB E UNIVERSITÀ. QUELLA RETE FRA MOSCA E IL NUOVO POTERE
Gianluca Di Feo per la Repubblica
elisabetta trenta e mattarella
Visto con gli occhi di Mosca, il nuovo governo italiano arriva nel posto giusto e nel momento giusto. Il nostro Paese infatti è centrale per due pilastri della strategia putiniana: le grandi reti per la distribuzione di idrocarburi e la costruzione di una sfera d' influenza nel Mediterraneo.
L' insediamento di un esecutivo che nel contratto definisce la Russia non un nemico ma un potenziale alleato, chiedendo la revoca delle sanzioni, offre così un' occasione unica per scardinare il fronte occidentale e minare gli equilibri dell' Alleanza atlantica.
luigi di maio matteo salvini
Al Cremlino hanno cominciato da tempo ad "attenzionare" Lega e M5S. Li hanno sostenuti nella contestazione di Matteo Renzi con la loro propaganda online, in particolare con il sito Sputnik e la tv satellitare Russia Today: una campagna che ha spinto nel novembre 2016 l' allora premier a chiedere l' intervento del Consiglio Supremo di Difesa, massimo organo della sicurezza nazionale.
Nel libro "Supernova" Marco Canestrari, ex collaboratore di Gianroberto Casaleggio, e Nicola Biondo, ex direttore dell' ufficio di comunicazione pentastellato alla Camera, hanno ricostruito i canali carsici che permettevano ai messaggi filo-russi di entrare nelle reti web più o meno ufficialmente legate ai grillini.
elisabetta trenta
Fondamentale la figura di Sergei Zheleznyak, imprenditore dei media ed ex membro della Duma che cura le relazioni europee per conto del partito Russia Unita. A Roma ha incontrato diversi esponenti del Movimento, incluso Alessandro Di Battista. Poi ha accolto a Mosca Manlio Di Stefano, invitato al congresso dei parlamentari putiniani.
Dopo l' occupazione dell' Ucraina Sergei Zheleznyak è stato inserito nella lista nera degli Stati Uniti. Ma questo non gli ha impedito di moltiplicare le sue frequentazioni italiane. Che hanno riguardato anche la Lega, fino a portare Matteo Salvini nel marzo 2017 a sottoscrivere un' intesa formale con Russia Unita.
E' lui il referente principale di Gianluca Savoini, ex giornalista della Padania e amico del leader leghista, che ha creato un' associazione per aiutare gli imprenditori del Nord a investire in Russia, con una particolare attenzione alla Crimea, che ha forti potenzialità turistiche.
PUTIN SALVINI
E non bisogna dimenticare l' accordo stretto dall' Università statale Lomosov di Mosca con la Link Campus University di Roma, da cui proviene parte della classe di governo designata da Luigi Di Maio.
L' ateneo privato capitolino l' ha definita «una delle tante collaborazioni», ricordando che la «Lomosov ha rapporti pure con la Bocconi». Ma le relazioni con l' accademia moscovita sono nate sulla scia dell' ingresso nel capitale della Link di Stephen Roh, avvocato svizzero il cui studio londinese è stato uno snodo del Russiagate.
PUTIN BERLUSCONI
E Lomosov e Link hanno creato un master a cui avrebbero dovuto partecipare Elisabetta Trenta, neoministro della Difesa, con Ivan Timofeev, ritenuto dall' Fbi il primo a segnalare allo staff di Donald Trump l' esistenza delle mail trafugate a Hillary Clinton, e Olga Zinovieva, che dalle pagine di Sputnik sostiene la politica putiniana e la necessità di una guerra d' informazione contro l' Occidente.
Fino alle elezioni, però, l' investimento verso gli schieramenti di Salvini e Di Maio era considerato di secondo livello: il principale referente restava Silvio Berlusconi, l' unico a vantare un' amicizia con il nuovo Zar.
E il limite per i russi è proprio l' assenza di rapporti personali diretti con i leader dei movimenti populisti, elemento determinante nella loro valutazione di affidabilità: per i russi contano gli uomini, non i programmi.
Ma ora il Cremlino potrà rapidamente rendersi conto di come cambieranno le cose a Roma.