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    SOTTI-LETTA SCHIACCIATO TRA RENZI E SILVIO, SI AGGRAPPA A RE GIORGIO: “LUNEDÌ VEDRÒ NAPOLITANO PER SBLOCCARE LA POLITICA”


     
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    Da www.lastampa.it

    Giorgio Napolitano e Enrico LettaGiorgio Napolitano e Enrico Letta

    «C'è l'impegno per sbloccare la situazione della politica italiana. Ho fiducia nei vertici del Pd, assumerò un impegno dopo la consultazione con il Capo dello stato». Enrico Letta annuncia così, a Sochi per i Giochi olimpici invernali, le iniziative per superare l'impasse politico creatosi dopo la direzione Pd.

    L'IPOTESI STAFFETTA
    Matteo Renzi ha alzato il velo sul rapporto incrinato tra governo e partito, ogni scenario è aperto. I fedelissimi del premier sono convinti che Letta saprà rilanciare programma e squadra di governo e convincere il Pd. Ma i renziani parlano già di ambasciatori al lavoro per convincere il premier ad un passo indietro, ad ora escluso con decisione, a favore del rottamatore a Palazzo Chigi.

    GELO RUSSO
    La replica di Letta arriva dalla Russia, con metafora olimpica. Il premier parla seduto accanto a Malagò e al portabandiera azzurro alle Olimpiadi Invernali. Indossa la maglia della tuta dei nostri atleti che prende il posto, per oggi, della grisaglia. Ed è allo sport che fa riferimento per rispondere a chi gli chiede dei messaggi arrivati ieri da Renzi. La risposta è piccata: «So quanto il gioco di squadra sia fondamentale nello sport e nella sua organizzazione, ed è per questo che faccio il mio in bocca al lupo a Malagò», dice il presidente del Consiglio che, rispondendo alle domande dei giornalisti italiani sottolinea come «lo sport non è un "one man show" ma un gioco di squadra dove tante professionalità e persone giocano insieme».

    I TRE SCHEMI POSSIBILI
    Dei tre «schemi di gioco» possibili, dopo che Renzi ha fissato il D-Day alla direzione del 20 febbraio, le elezioni anticipate sembrano l'ipotesi più lontana sia per una tempistica difficile sia per interessi diffusi di partiti e parlamentari a mandare avanti la legislatura. Le sorti del governo, a questo punto, sono in mano ai due attori principali, Renzi e Letta, che per ora non sono tornati a parlarsi.

    RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PDRENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD

    Ma sarà dirimente il voto alla Camera sulla legge elettorale, che entrerà nel vivo la prossima settimana, per capire il futuro del governo Letta. Il segretario Pd, spiegano i suoi, vuole aspettare di capire se l'accordo sulla legge elettorale regge e in particolare se la minoranza, recalcitrante su alcuni punti dell'intesa, si allinea. «Una tenuta del Pd - spiega un fedelissimo di Renzi - sarebbe la prova che tutto il partito è pronto a sostenere anche una nuova ripartenza dell'esecutivo guidato da Matteo». Davanti alla compattezza del suo partito, dunque, Renzi potrebbe trarre il dado e sciogliere i suoi dubbi, ancora presenti, sull'andare a Palazzo Chigi senza passare dalla porta principale delle elezioni.

    PD DIVISO
    Anche Letta, descritto dai suoi collaboratori come tranquillo, aspetta il via libera della Camera alla legge elettorale prima di discutere, in primo luogo con il suo partito e poi con gli alleati, le prospettive del governo. Nessuna accelerazione, quindi, come invece chiesto da partiti come Ncd e Sc, ma una forte determinazione a non mollare. Ieri il premier ha avuto i primi contatti con i capigruppo del Pd e domani, a quanto si apprende, dovrebbe parlare con Gianni Cuperlo, che chiede o una vera ripartenza o il passaggio del testimone.
    L'intenzione è convincere il Pd che, con il necessario rilancio ed il sostegno dem, il governo può cogliere «un'occasione storica» di dare riforme al paese.

    Molto più a rischio per le sorti del paese invece, a detta dei lettiani, sarebbe una staffetta con il sindaco. «Che succede se Berlusconi pretende di entrare al governo pena la minaccia di far saltare l'intesa sulle riforme?». I lettiani fanno scudo intorno al premier e, dopo i toni bassi delle scorse settimane, mettono all'indice «la paradossale eterogenesi dei fini di Renzi, campione delle accuse sul rinvio, rivolte al governo ma che oggi rinvia Impegno 2014 per decidere se vuole fare il D'Alema '98, rischiando lo scotto, o farsi garante del rilancio dell'azione del governo Letta».

    IL RISCHIO INCIDENTE
    Una tensione crescente che rischia di degenerare in un muro contro muro. E per questo che tra i sostenitori della staffetta a Palazzo Chigi si parla di un'azione diplomatica nei confronti di Letta per convincerlo ad un passo indietro di sua iniziativa. Perché quello che tutti escludono, nel modo più categorico, è che il Pd possa presentare una mozione di sfiducia contro il suo premier ma in molti non escludono, invece, un incidente per far cadere il governo se il premier non prendesse atto che il suo partito non lo segue più. Proprie mentre anche da Confindustria e sindacati continuano le bordate contro il governo. L'ultima, in ordine di tempo, arriva dalla leader della Cgil Susanna Camusso:«Se continua questa paralisi, meglio che il governo vada a casa».

     

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