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    SOTTO A CHI COCA! – GRAMELLINI E IL VIDEO DEI DUE RAGAZZI CHE SNIFFANO SULLA METRO DI MILANO: “IN QUEI MOVIMENTI SCIOLTI, CONSUETUDINARI, NON RAVVISO DELIRIO DI ONNIPOTENZA O VOLONTÀ DI PROVOCARE, MA QUALCOSA CHE FORSE È ANCHE PEGGIO: IL MENEFREGHISMO DI CHI NON PENSA DI STARE FACENDO NULLA DI DISDICEVOLE. COME SE FOSSE SCOMPARSO IL SENSO DEL PROIBITO, CHE INDUCEVA A CONSUMARE LE TRASGRESSIONI IN LUOGHI APPARTATI” – “UNO SPERA ANCORA DI TROVARSI DAVANTI A UN’ECCEZIONE, PERCHÉ L’ALTERNATIVA È CHE SI TRATTI INVECE DI UNA NUOVA NORMALITÀ…” – VIDEO


     
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    massimo gramellini massimo gramellini

    Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”

     

    La lista delle cose che ci si vergogna di fare in pubblico si è ulteriormente ristretta di un’unità: sniffare cocaina su un vagone affollato della metro.

     

    I due ragazzi in pantaloni corti, filmati da un passeggero della linea 1 di Milano mentre stendono e tirano su col naso la polverina bianca, non mostrano il minimo segno di imbarazzo o di sfida. I loro gesti non sono né furtivi né ostentati. Comodamente seduti, sniffano coca come se stessero mangiando un gelato.

     

    cocaina pippata in metro a milano 6 cocaina pippata in metro a milano 6

    Magari mi sbaglio, però in quei movimenti sciolti, consuetudinari, non ravviso delirio di onnipotenza o volontà di provocare, ma qualcosa che forse è anche peggio: il menefreghismo di chi non pensa di stare facendo nulla di disdicevole. Come se fosse scomparso il senso del proibito che spingeva alla ricerca di intimità e induceva a consumare le trasgressioni in luoghi appartati, per esempio i bagni delle discoteche.

     

    Uno spera ancora di trovarsi davanti a un’eccezione, perché l’alternativa è che si tratti invece di una nuova normalità: un individualismo indifferente agli sguardi altrui «in presenza» che i mesi dell’isolamento pandemico hanno accentuato.

     

    Ma quali sguardi, poi? Quelli dei passeggeri sono abbassati sui rispettivi schermi. Il vagone è un assembramento di solitudini dove nessuno parla, l’unica voce che buca il silenzio è l’altoparlante che annuncia la prossima fermata e l’unico segnale di attenzione verso il mondo esterno è il telefono che riprende la scena.

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