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    SOTTO A CHI SI RITOCCA! – DURANTE IL LOCKDOWN I CHIRURGHI ESTETICI HANNO FATTO AFFARI D’ORO: GLI AMERICANI SONO ANDATI IN MASSA A FARE UN RITOCCHINO - NEL 2020 NEGLI STATI UNITI LA SPESA PER LA CHIRURGIA ESTETICA È STATA DI 9 MILIARDI - IL MOTIVO DELLA PASSIONE PER IL BOTOX, LO SVELA UNO STUDIO DELLA GEORGETOWN UNIVERSITY SECONDO CUI...


     
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    Paola Tavella per “Specchio – La Stampa”

     

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    Nessuna invecchia senza sussulti, qualcosa facciamo tutte, anche soltanto il laser sulle macchie scure del viso. E, una volta davanti alla tavola imbandita dei medici o dei chirurgi estetici, accettare l'invito e fermarsi per una scorpacciata è questione di un attimo e si arriva fino al lifting delle mani che, più di qualsiasi altra parte del corpo, rivelano l'età.

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    Le role-models del viso nature si atteggiano: Kate Winslet sarà no-lifting, ma di sicuro si è iniettata di tutto (e ha fatto bene). Se la pelle di luna di Monica Bellucci è genetica, noi dov' eravamo durante la distribuzione dei doni celesti? 

     

    Julia Roberts nega ogni ritocco, ma un tempo non aveva le tette. Cameron Diaz a ottant' anni vuole godersi le rughe, allora forse dovrà disegnarsele. Medicina e chirurgia estetica hanno fatto passi da gigante per qualità, possibilità, prezzi e perfino geolocalizzazione.

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    L'Iran, odiosa dittatura misogina e femminicida, ha operatori qualificati e prezzi bassi, e il vantaggio di un post-operatorio in chador per celare i lividi. Benefit che manca a San Diego, mecca del vertical restore, per via dei prezzi degli alberghi dove nascondersi durante la tumefazione. 

     

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    Il Covid è stato un grande aiuto nei guai della convalescenza, soprattutto i lockdown, sfruttati come occasione per ringiovanire senza mostrarsi se non a cose fatte. La mascherina ha nascosto i segni dei filler alle labbra, gli schermi chiusi durante le call dello smart working hanno oscurato tracce di lifting freschi.

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    Non è malignità, è statistica. Secondo The Aesthetic Society, nonostante otto settimane di chiusura delle sale operatorie in tutto il paese, nel 2020 gli americani hanno speso oltre 9 miliardi di dollari in chirurgia plastica grazie alla possibilità di chiudersi in casa finché le cicatrici non fossero guarite, e il 2021 è stato la golden age della chirurgia plastica. 

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    I bisturi d'oro sono stati sopraffatti dalle prenotazioni e hanno decretato che la bravura consiste nel passare inosservati, meglio decidersi quando a nessuna verrebbe ancora in mente, perché i tessuti sono ancora elastici e reattivi, e garantiscono risultati naturali e duraturi. E dunque, a che età rifarsi? Ovvio che - come tutto il resto - cambia se sei maschio o femmina.

     

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    Le rughe dei maschi 

    Gli uomini preferiscono le rifatte, dice uno studio del Georgetown University Medical Center, ma forse pure noi lo pensiamo degli uomini se esiste il neologismo "brotox" ovvero "brother" più "botox". E' banale dire che un uomo con le rughe è affascinante, una donna forse. 

     

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    Philiph Roth a 73 anni scrive Everyman (Einaudi) su "vita e morte del corpo maschile" e sente di essere ancora sul mercato sessuale. La compianta Nora Ephron, invece, a 64 anni pubblica Il collo mi fa impazzire (Feltrinelli) dove confessa di non aver lasciato nulla di intentato: fondotinta, correttore, botulino e collagene, ma «per il collo non c'è niente da fare. Il collo ti tradisce sempre. La nostra faccia è una bugia e il nostro collo è la verità».

     

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    Ma quale gel di aloe Ephron ci ha lasciate nel 2012, quando ancora non era stato inventato il Nefertiti lift, iniezioni di tossina botulinica nelle bande platismatiche e nel bordo inferiore della mandibola, una soluzione che la avrebbe tanto confortata. 

     

    Lei non voleva fare un lifting perché «è meglio strizzare gli occhi davanti a questa povera faccia e a questo collo riflessi nello specchio che trovarmi di fronte a un'estranea», ovvero a quello che Jello Biafra, mestatore sociale e vocalist dei Dead Kennedys, la più importante punk band criminale di San Francisco, definirebbe a Plastic Surgery Disaster, tipo quello in cui è incorsa Jessica Lange. Oggi però esiste un'app, the plastic surgery simulator, con la quale si può sognare per ore.

     

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     A me è successo dopo aver fatto correggere i difetti visivi. Una grave miopia mi aveva illuso che le mie sorelle boomers ed io fossimo ancora fresche come rose, e mi prendevo cura dell'incarnato con il gel di aloe. Ora che mi vedo davvero allo specchio sono sotto choc. Da quando mi sono levata gli occhiali le amiche dicono che ho uno sguardo "curioso", ma la verità è che sono costernata. -

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