Giovanni Caprara per il Corriere della Sera
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Il grave incidente al vettore spaziale che portava ieri la navicella Soyuz MS10 verso la stazione spaziale Iss con a bordo due astronauti è solo l' ultimo caso in ordine di tempo che sottolinea la crisi in cui versa lo spazio russo.
I fallimenti ripetuti del vettore Proton che lanciava anche satelliti occidentali ha imposto la chiusura della catena di montaggio dopo aver contribuito ad aumentare i costi assicurativi. Nello scorso agosto, a bordo della navicella Soyuz connessa alla stazione Iss si scopriva un foro che causava la depressurizzazione della base orbitale e il direttore generale di Roscosmos, Dmitry Rogozin, affermava che era stato praticato durante la costruzione lasciando intendere un sabotaggio. Il nuovo lanciatore Angara varato nel 1995 riusciva ad effettuare solo un primo lancio parziale nel 2014.
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Intanto la base spaziale di Vostochnjy, in costruzione nell' Estremo Oriente russo, era travolta da scandali. Sono solo alcuni dei fatti simbolici delle difficoltà. Vladimir Putin dal 2014 ad oggi ha cambiato tre direttori generali di Roskosmos per tentare di arginare la situazione. E nel maggio scorso ha affidato la guida addirittura al suo vice, Dmitry Rogozin. Ma i problemi sembrano aggravarsi.
Nel frattempo, fino a che non si scoprirà la causa del guaio, i collegamenti con la stazione saranno bloccati: la Soyuz è l' unica navicella in grado di effettuarli. I tre astronauti a bordo potrebbero essere costretti a prolungare la loro permanenza e quindi il calendario delle partenze sarà sconvolto, compresa quella del nostro Luca Parmitano (missione Beyond) prevista nel prossimo luglio. Inoltre la Soyuz agganciata alla Iss ha una vita tecnica di 200 giorni e quindi essendo lassù da giugno, in dicembre scadrà la sua «garanzia».
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La prospettiva, dunque, è carica di incertezze.
SALVATAGGIO SPAZIALE
Fabrizio Dragosei per il Corriere della Sera
È stato il primo incidente serio che abbia coinvolto astronauti in 35 anni. E per fortuna anche il guasto di ieri al razzo che dal cosmodromo russo di Baikonur in Kazakistan portava due uomini sulla stazione spaziale internazionale (ISS) si è concluso bene.
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L' americano Nick Hague è apparso sorridente dopo essere stato recuperato dalle squadre di salvataggio. Il russo Aleksej Ovchinin, al suo secondo viaggio, ha perfino fatto lo spiritoso: «Siamo arrivati prima del previsto!». Sollevato dopo aver saputo che i due colleghi stavano bene, il comandante della stazione, il tedesco Alexander Gerst, ha lodato la navicella spaziale russa, spesso dipinta nei film come primitiva ma solida: «Che veicolo straordinario la Soyuz, capace di salvare l' equipaggio in un simile frangente».
E certamente molti avevano pensato al peggio, quando i primi due stadi del razzo vettore si sono improvvisamente staccati dalla navicella 119 secondi dopo il lancio. Ma la Soyuz si è subito separata da quello che restava del razzo e ha riportato a terra i due cosmonauti, come da sempre i russi chiamano i successori di Yurij Gagarin, il primo essere umano a uscire dalla nostra atmosfera nel 1961.
Nessuno sa cosa sia accaduto al razzo vettore (che pure si chiama Soyuz, ma che deriva dal missile balistico intercontinentale R7) e quindi la Russia ha immediatamente sospeso tutti i voli con esseri umani a bordo. Non è ancora chiaro se il prossimo lancio di un veicolo cargo, il Progress previsto per il 31 ottobre, andrà avanti. In ogni caso i tre astronauti a bordo della stazione (un' americana e un russo, oltre al comandante tedesco) hanno rifornimenti fino ad aprile prossimo.
Tutto sembrava in ordine quando alle 14,40 di ieri è terminato il conto alla rovescia. Il gigantesco razzo a più stadi si è sollevato da terra con in cima la navicella. Due minuti dopo, quando l' altezza raggiunta era già considerevole, il guasto.
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Grazie a un razzo supplementare, la Soyuz si è staccata e ha iniziato a precipitare verso terra. I due uomini hanno subìto una accelerazione di 6,7 g con forti scossoni. Rallentata dai paracadute, la navicella è caduta nella steppa kazaka, a circa 500 chilometri da Baikonur, l' originale centro spaziale sovietico rimasto alla Russia anche dopo lo scioglimento dell' Urss. I soccorritori sono giunti nel luogo dell' atterraggio e i due astronauti sono stati portati nella vicina città di Dzhezkazgan dove sono stati sottoposti a un primo controllo medico.
Ora il problema è quello di capire come si potrà fare nei prossimi mesi per mantenere i contatti con l' ISS. Tre astronauti sono appena rientrati; Hague e Ovchinin dovevano prendere il loro posto. Il successivo lancio era previsto per dicembre, ma fino alla conclusione dell' inchiesta russa, tutto rimarrà fermo. Vedremo se slitterà anche il programma Beyond che dovrebbe iniziare la prossima estate con al comando il nostro Luca Parmitano. Gli Stati Uniti hanno usato i loro space shuttle fino al 2011, poi li hanno accantonati per i numerosi problemi che erano emersi. I veicoli Space X del chiacchierato e visionario imprenditore Elon Musk sono ancora in fase di sperimentazione. La Nasa ha in programma alcuni lanci di prova il prossimo aprile.
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Per ora, dunque, c' è la Soyuz; solo che l' intero apparato russo sembra denunciare parecchi problemi. A cominciare dal centro di lancio: visti gli attriti con i kazaki, Mosca ha iniziato a utilizzare un nuovo cosmodromo in Estremo Oriente, ma le cose lì non stanno funzionando. E vari vettori hanno avuto guai, sia pure non gravissimi. A novembre, ad esempio, un satellite meteorologico lanciato proprio dal nuovo centro di Vostochnij è finito fuori controllo dopo la partenza da terra. La spiegazione: un banale errore di programmazione.
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