Da ansa.it
Fallito il lancio della navetta russa Soyuz che portava alla Stazione Spaziale Internazionale il russo Alexey Ovchinin e l'americano Nick Hague. A pochi minuti dal lancio è stato rilevato un problema a uno dei propulsori. Subito sono state disposte le procedure per l'atterraggio di emergenza dei due uomini a bordo, che sono atterrati nel Kazakhstan e che, ha dichiarato la Nasa, sono in buone condizioni.
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Anche il capo dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, Dmitri Rogozin, ha confermato che i due astronauti sono vivi. La navetta Soyuz è atterrata in Kazakistan, a circa 20-25 chilometri dalla città di Zhezkazgan e a 500 da Karaganda. Quattro elicotteri sono decollati per recuperare i due cosmonauti.
"Grazie a Dio l'equipaggio è salvo": così il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha commentato l'incidente.
Il comandante russo Ovchinin è un veterano, mentre l'americano Hague è al suo primo volo.
Un incidente simile era avvenuto l'ultima volta il 5 aprile 1975, dopo il lancio della Soyuz 18 diretta alla stazione spaziale sovietica Salyut 4.
Probabile stop nuovi voli umani
E' probabile uno stop ai voli della Soyuz finché non saranno chiarite le cause dell'incidente avvenuto oggi a uno dei propulsori. Lo ha detto all'ANSA Alessandro Gabrielli, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). "Si apre ora un problema di accesso allo spazio, in particolare dei voli umani diretti alla Stazione Spaziale", ha osservato. La Soyuz è infatti l'unico veicolo in grado di trasportare uomini nello spazio. "Si apre un periodo di transizione e ad ora non sappiamo se le missioni umane potranno slittare"
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Il vice premier russo Iuri Borisov, citato dall'agenzia Interfax, ha dichiarato che "viste le circostanze, i lanci spaziali con persone a bordo saranno sospesi per ragioni di sicurezza finché la situazione non sarà stata chiarita".
Battiston, possibile ritardo volo AstroLuca
In seguito all'incidente della Soyuz potrebbe slittare anche la missione dell'astronauta Luca Parmitano in programma nel luglio 2019. Lo ha detto all'ANSA il presidente dell'Asi, Roberto Battiston. "In attesa che le cause dell'incidente siano chiarite e la crisi risolta potranno passare settimane.
Mi aspetto - ha rilevato - che anche la missione di Luca Parmitano possa slittare. E' molto probabile". Al momento non è possibile prevedere alcuna data e il nuovo calendario delle missioni umane diretta alla Stazione Spaziale verrà comunicato ufficialmente quando saranno chiarite le cause dell'incidente.
Rimasti in tre a bordo della Stazione Spaziale
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A bordo della Stazione Spaziale resta adesso l'equipaggio di tre membri della Expedition 57: il comandante Alexander Gerst, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), l'americana Serena M. Au¤¢n-Chancellor e il russo Sergey Prokopyev. Oggi avrebbero dovuto unirsi al nuovo equipaggio formato dall'americano Nick Hague, al suo primo volo, e dal russo Alexey Ovchinin.
Ipotesi sul mmalfunzionamento nel sistema di separazione dei propulsori
Potrebbe essere stato un malfunzionamento del sistema di separazione di uno dei booster del primo stadio del velivolo a causare l'incidente della Soyuz: lo riferisce una fonte non precisata citata dall'agenzia russa Interfax. "Durante la fase di separazione - sostiene la fonte - una valvola di separazione di uno dei booster laterali del primo stadio non si è aperta", e il booster laterale guasto ha colpito il booster centrale del razzo. "Il secondo stadio ha perso orientamento e i motori si sono spenti in situazione di emergenza", conclude la fonte.
Istituita una commissione per indagare sulle cause
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Una commissione di indagine sulle cause dell'incidente alla Soyuz è stata istituita dall'agenzia spaziale russa Roscosmos. Si legge in una dichiarazione dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), nella quale si afferma inoltre che "tutti gli altri partner della Stazione Spaziale Internazionale, inclusa l'Esa, stanno sostenendo pienamente gli sforzi della commissione". I partner della Stazione Spaziale sono cinque: al fianco della Russia e dell'Europa partecipano gli Stati Uniti con la Nasa, il Canada con la Csa e il Giappone con la Jaxa. "La partnership è forte - rileva L'Esa - e anche in passato ha affrontato incidenti simili, relativi a veicoli cargo".