FRANCESCO PERUGINI per Libero Quotidiano
agazzi
Il 2020 non era cominciato bene per Michael Agazzi. Il 14 gennaio 2020 all' Olimpico, durante Lazio-Cremonese di Coppa Italia, aveva dovuto abbandonare il campo per un profondo taglio al ginocchio subito in un contatto con Parolo che gli aveva appena fatto gol. Ieri il 35enne portiere è diventato il primo calciatore a vedersi stroncare la carriera del coronavirus.
A comunicare la rescissione è stato il club che nella sua terra ha vissuto una tra le situazioni più drammatiche della pandemia: divorzio consensuale motivato «dalla precisa volontà del calciatore di interrompere il rapporto per ragioni strettamente personali». Troppa paura del contagio, ma anche un atto d' accusa nei confronti del pallone: «È una decisione sofferta ma ponderata.
spadafora gravina
Nella situazione causata dal contagio da Covid-19 il mio amato calcio è passato in secondo piano», spiega Agazzi. «Credo che le società, pur facendo il massimo per consentire ai calciatori di lavorare in sicurezza, non riescano a garantire al 100% la tutela della loro salute. E questo mi spaventa! Vedo inoltre che all' orizzonte starebbe per profilarsi un lungo periodo di ritiro, al quale risponderei: "No"».
Timori sulla ripresa, dunque (c' è chi paventa pure un "effetto domino" fra i calciatori), ma anche sulle regole rigide imposte dal protocollo elaborato dalla Figc e corretto dal Comitato di esperti del governo. Una posizione non lontana da quella di tutti i club della cadetteria - che chiedono regole «applicabili» - e della Serie A: ritiri in albergo, la responsabilità del medico sociale e soprattutto «la quarantena per tutto il gruppo in caso di positività» sono state le criticità al centro del confronto con la Figc. E alle società non basta tornare ad allenarsi se non c' è la certezza di giocare dal 13 giugno in poi, con stipendi da versare comunque. Anche se va registrata l' apertura molto furbetta del ministro Spadafora (su Rete4): «Se cala la curva dei contagi potremmo dire sì a una quarantena singola del contagiato eventuale» (ma non era intoccabile?) prima di attaccare: «Questo protocollo era stato proposto un mese fa da Lega e Figc».
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«C' è una difficoltà oggettiva: l' impossibilità di reperire strutture recettive disponibili per i ritiri», è la replica del presidente federale Gabriele Gravina al Tg2 che riapre il confronto con i ministeri della Salute e dello Sport. «Dobbiamo consentire una piccola variazione al protocollo. La prudenza per la salute non è però derogabile».
SI GIOCA IN GERMANIA E un caso che arriva dalla Germania sembra dare ragione ai club: il tecnico dell' Augsburg Herrlich ha violato la quarantena per comprare il dentifricio e oggi non potrà andare in panchina alla ripartenza della Bundesliga (dalle 15.30 la 26esima giornata su Sky).
«Playoff? L' ipotesi non è accantonata, dobbiamo essere pronti a qualsiasi evento», aggiunge Gravina che annuncia una riforma dei campionati 2020/21 grazie allo scudo anti-ricorsi contenuto nel Dl rilancio. Ora però bisogna pensare alla stagione da concludere: «Quello che ci preoccupa rimane il tema del positivo che manda tutta la squadra in quarantena. Ma l' Inail con una sua circolare ha già chiarito che c' è responsabilità solo in caso di dolo e di colpa grave».
SPADAFORA
Da gazzetta.it
gravina spadafora dal pino
I dubbi dei vertici del calcio sulla ripartenza non sono piaciuti al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ma la volontà di far ripartire il campionato c'è. Ospite di Stasera Italia su Rete 4, il ministro interviene sulla discussa quarantena collettiva in caso di positività: "Preferiscono la singola come in Germania? Se la curva del contagio ce lo consentirà, con l'evoluzione dei prossimi 10 giorni con milioni di italiani che torneranno alle loro attività, massima disponibilità da parte nostra a rivedere in maniera meno stringente anche questa regola".
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Sulle critiche al protocollo però è chiaro: "Lunedì dovevano riprendere gli allenamenti del calcio basati su un protocollo che un mese fa mi avevano proposto la Figc e la Lega: oggi capiamo che la Lega ritiene di aver difficoltà ad attuare il protocollo che ha proposto. Non gliel’abbiamo chiesto noi, né il comitato tecnico scientifico, ce lo hanno proposto loro. Le squadre evidentemente non hanno strutture adeguate e non sono in grado di iniziare l’autoisolamento: ne prendiamo atto. Se la Figc pensa che non ci siano le condizioni per autoisolarsi allora bisogna rispettare le regole minime come il distanziamento".
Claudio Lotito Foto Mezzelani GMT 14
REGOLE E DISTANZE
Quindi cerca di fare chiarezza: "Il 18 ripartono gli allenamenti degli sport di squadra, le regole sono quelle di potersi allenare mantenendo le distanze. Si tratta di allenamenti un po’ diversi da quelli soliti, almeno per le due prime settimane. Proprio ieri abbiamo visto su un quotidiano le immagini del presidente un po’ furbetto che ha fatto allenare insieme la squadra in barba alle regole (in riferimento alle notizie sulle partitelle della Lazio, ndr). Possiamo riparlare di questo protocollo, se tutto questo va in successione non vedo perché il 13 giugno non possa ripartire il campionato".
spadafora malagò Spadafora