Alessandro Bocci per corriere.it - Estratti
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L’alba di una nuova storia. I giorni, dentro Coverciano, scorrono veloci, cadenzati da gesti ripetitivi e famigliari: colazione, riunione video, pranzo, riposo e poi allenamento sul campo sino alla cena, tutti insieme. L’Italia ferita prova a rinascere. All’improvviso non c’è più tempo.
La Francia è dietro l’angolo, la più difficile delle ripartenze, immaginata chissà quante volte da Luciano Spalletti durante la lunga estate di patimenti. A casa e sul trattore, nella sua campagna, il tempo era dilatato dall’attesa e dai rimuginamenti. Ora non c’è più tempo. Il futuro è adesso. Si legge Nations, ma si dice Mondiale, quello del 2026, che Luciano sa essere il vero traguardo per cancellare l’onta e chiudere il cerchio.
Parte una nuova fase. Con tante cose da aggiungere, ma tante, tantissime, da sottrarre: meno tensione, meno proclami, meno schemi avveniristici difficili da digerire. Anche meno giocatori in ritiro (solo 23).
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Tutto analizzato e soppesato insieme al suo staff perché a Spalletti si può muovere qualsiasi rimprovero, ma non certo quello di non metterci l’anima.
Dopo aver fallito in Germania, ha scelto una strada più comoda solo all’apparenza. Perché per far compiere un passo in avanti alla Nazionale, deve farne uno indietro lui. Spalletti cambia sia dal punto di vista psicologico, cercando più leggerezza, che da quello tattico, con un sistema di gioco ben identificato sin dal primo giorno: il 3-5-2 che, al massimo, può diventare 3-4-2-1.
Il ringiovanimento c’è stato, ma graduale, perché il girone di Nations League è duro e in ballo c’è un posto da testa di serie ai gironi Mondiali. Inoltre, il rischio di una figuraccia al Parco dei Principi, dove l’Italia non ha mai vinto, è altissimo. Però la strada è tracciata. Fuori gli over 30 e non per demeriti, ma solo per la carta di identità, da Acerbi a Darmian, da Jorginho a El Shaarawy.
Del gruppo che con Mancini ha vinto il titolo europeo a Wembley, l’estate del 2021, sono rimasti in cinque: il capitano Donnarumma, che domani sera giocherà nel suo stadio, il terzo portiere Meret, più Bastoni, Di Lorenzo e Raspadori, che potrebbero essere titolari.
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La transizione verso il futuro è legata alla crescita di Fagioli e Ricci, Cambiaso e Bellanova, Udogie e magari Okoli, al rilancio di Tonali e alla conferma di Calafiori.
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Spalletti spera, inoltre, che qualche altro giovane fornisca risposte positive: Fabbian, Lucca..