Andrea Galli per il “Corriere della Sera”
CIRO SORRENTINO
Ciro Sorrentino, 38 anni, aveva saldato il debito con la giustizia ma non con la famiglia. Nel 2010, nonostante avesse giurato alla compagna Antonietta Di Nunno, di tre anni minore e mamma dei loro quattro figli, d' aver messo la testa a posto, c' era cascato di nuovo. L' avevano fermato con addosso due chili di cocaina.
Arresto e condanna. Sei anni di carcere finiti di scontare a ottobre. Era tornato a casa come se non fosse successo niente: ma era cambiato parecchio. Sorrentino ha provato a convincere la donna a ripartire. Mercoledì l' ha affrontata.
Lei è scappata dalla madre. Ieri ha provato a ucciderla e ha tenuto un proiettile per sé: sono entrambi in fin di vita.
Erano quasi le 16.30 in via Benvenuto Cellini, una tranquilla strada a Segrate, 35 mila abitanti nell' immediato est di Milano, vicino al Comune. Antonietta se n' era andata dall' abitazione in città, nella zona di via MacMahon, in periferia, dopo che nel corso di quella discussione il compagno aveva alzato la voce e forse l' aveva minacciata. La donna aveva accompagnato i figli da alcuni parenti e aveva raggiunto Segrate. Ieri Sorrentino le ha telefonato, con insistenza, con voce calma, con gli ennesimi giuramenti. Con una recita divenuta trappola.
L' ha convinta a scendere per un incontro chiarificatore, sempre più preludio di tragedie come non si stancano di ripetere le forze dell' ordine.
ANTONIETTA DI NUNNO
L' incontro chiarificatore non è mai il momento per far pace ma quello della vendetta. Il pregiudicato è arrivato sotto al condominio con già un piano in testa: era armato di una pistola 6.35 semiautomatica e con matricola abrasa, forse recuperata al volo dai suoi giri loschi. Era in scooter. Sono saliti insieme sul motorino. Ha guidato per un centinaio di metri. Sono scesi in un parcheggio pubblico e hanno iniziato a parlare. La discussione è degenerata.
Sorrentino l' ha spintonata, lei si è girata, ha fatto come per accelerare il passo e scappare, lui ha estratto la pistola e ha esploso un solo colpo, alla nuca, fatale. Nel tardo pomeriggio, dall' ospedale Policlinico dov' è arrivata in condizioni disperate, girava voce che fosse stata constatata la morte cerebrale. Versione esclusa a inizio nottata, pur in un quadro clinico compromesso. Il compagno non ha riposto la pistola in tasca ma l' ha usata una seconda volta. Contro se stesso, puntandola alla tempia. L' hanno trasferito d' urgenza all' ospedale San Raffaele.
SEGRATE
Indagano i carabinieri del Comando provinciale di Milano guidati dal colonnello Canio Giuseppe La Gala. Sulla dinamica non sembrano esserci dubbi. In via Cellini c' era più di un testimone che ha assistito «in diretta» alla tragedia. Le versioni rese da passanti e residenti agli investigatori coincidono. Adesso si scava nel passato della coppia. Da un primo accertamento ( parziale e provvisorio) non sarebbe emersa una scia di violenze e conseguenti denunce. Questo non significa che non possano esserci stati episodi e che Antonietta, per non aggravare la posizione del compagno e proteggere i figli da eventuali ritorsioni, abbia voluto «far finta di nulla» e resistere.
I carabinieri, coordinati dal pm Alessandro Gobbis, hanno ascoltato i residenti del palazzo di via MacMahon e la mamma della donna, a suo dire depositaria di continue «segnalazioni» della figlia sull' ossessivo comportamento di Sorrentino, segnalazioni che però non sarebbero mai state verbalizzate.
SEGRATE
Antonietta considerava la storia terminata per sempre. Non è escluso avesse un nuovo rapporto e che il vecchio compagno, furibondo dopo averlo scoperto, abbia provato con maggior insistenza e furia a «farsi avanti». La fuga dall' abitazione di mercoledì, nelle intenzioni della donna, era l' addio definitivo.
SEGRATE 1
Aveva altre priorità: una era mantenere da sola quattro bambini.