Estratto dell’articolo di Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”
sergio ruocco
Esce dal cancello di quella che dalla fine di luglio è diventata la sua seconda casa. Sergio Ruocco passeggia accanto a Bruno Verzeni, il papà di Sharon. Con lui s’incammina per le strade silenziose di Bottanuco. «Come vuole che stia, non faccio che chiedermi: perché è successo proprio a noi?», dice a bassa voce l’idraulico di 37 anni, più di tredici passati a fianco della barista uccisa a Terno d’Isola. I carabinieri lo hanno già sentito due volte come persona informata sui fatti. E nelle ultime ore è filtrato che potrebbero chiamarlo di nuovo. […]
sharon verzeni sergio ruocco
Eppure l’ultima volta è stato dai carabinieri per cinque ore.
«Sì, ma non abbiamo parlato tutto quel tempo. E poi hanno sentito anche mio padre».
E può dirci quali elementi ha fornito agli investigatori?
«Abbiamo parlato della nostra vita, delle nostre poche amicizie».
La prima volta è stato sentito nelle ore successive all’omicidio di Sharon. La seconda, alla vigilia di Ferragosto. Come vive l’eventualità di un terzo appuntamento?
sharon verzeni sergio ruocco
«Io lo spero che mi chiamino! Se serve a dare una mano, certo che vado. Avrei preferito andarci già ieri, e ci andrei pure oggi».
Dentro di lei si è fatto un’idea su chi possa essere stato a uccidere la sua compagna?
«[…] non ho idea di chi possa essere. Se lo sapessi, andrei dritto dai carabinieri. Non riesco a capire, voglio sapere».
Perché vive qui a casa dei genitori della sua compagna?
«Perché almeno stiamo insieme, ci diamo supporto in un momento così difficile».
sharon verzeni sergio ruocco
Qual è la sua speranza?
«Spero che lo prendano, è una persona che non merita di stare in giro, perché non sai cosa può fare ad altri».
Cosa le fa più rabbia in questo momento?
«[…]Mi dà fastidio il fatto che speravo ci volesse meno tempo per prendere il responsabile».
Cosa farebbe se potesse tornare a quella sera fra il 29 e il 30 luglio, quando Sharon è uscita per andare a passeggiare e lei è rimasto in casa?
«Non riesco a ripensare a quella sera… preferirei davvero non ricordarla. Sharon è uscita tardi, non so perché, forse perché a quell’ora faceva meno caldo. Ma se avessi saputo le avrei detto: “Aspetta, non uscire”. Non riesco ancora a realizzare che non avremo più una vita assieme, dopo oltre tredici anni».
I GENITORI DI SHARON VERZENI CON SERGIO RUOCCO
[…]
È vero che vuol tornare a lavorare?
«Sì, faccio l’idraulico. Lunedì prossimo torno al mio posto di lavoro».
Come passa le sue giornate?
«Ogni giorno mi sveglio, ho la sua foto accanto al letto qui a casa dei miei suoceri. Almeno ho quella foto… Per il resto sto con la famiglia di Sharon, cerco di fare qualcosa che mi distolga dal ricordo di lei, che mi distragga la mente, altrimenti continuo a pensarci. Io non ci credo ancora al fatto di non svegliarmi più alla mattina con lei.
sergio ruocco dopo l'interrogatorio
Mi dà fastidio pensare che non potremo più sposarci, che non potremo avere un figlio. Volevamo un bambino. Uno sicuro, forse di più. Non faccio che chiedermi: perché tutto questo è dovuto succedere proprio a noi? Non riesco a capire il motivo. Nella nostra vita non c’era nulla di strano».
sergio ruocco