Riccardo Bruno per il "Corriere della Sera"
vialli mancini
Gianluca Vialli è sempre stato consapevole. «Non ho ancora la certezza di come finirà la partita» aveva confessato tre anni fa ad Aldo Cazzullo sul Corriere . Era appena uscito il suo secondo libro, in cui raccontava che stava lottando contro un tumore, la malattia e la cura, la sofferenza e la speranza. Tre anni dopo, con in mezzo quell'Europeo vissuto da protagonista, ha ancora una volta scelto la sincerità: «Il viaggio sta continuando, l'ospite indesiderato è sempre con me».
Vialli era a Londra, dove vive con la moglie Cathryn e le due figlie, in collegamento su Cremona 1 , tv della sua città, per presentare un libro sulla sua carriera ( Gianluca gonfia la rete , scritto da Matteo Bonetti). C'erano gli ex compagni di squadra Ciro Ferrara, Pietro Vierchowod e soprattutto Roberto Mancini. Era insomma a casa, forse per questo si è di nuovo lasciato andare. Ha prima tranquillizzato tutti: «Sto abbastanza bene». Poi ha aggiunto, a proposito di quell'ospite non voluto: «Ogni tanto è un pochino più presente, a volte meno. Adesso sto facendo un periodo di manutenzione». Frasi pronunciate sempre con il sorriso sulle labbra: «Si va avanti e speriamo che mi possiate sopportare ancora per tanti anni...».
VIALLI CHELSEA 1
Gianluca Vialli non è stato soltanto uno dei calciatori italiani più forti di sempre. I suoi successi con la Sampdoria sono diventati la metafora della possibilità di sconfiggere avversari che all'inizio sembrano imbattibili. Una lezione che è proseguita nella sua esperienza da allenatore e poi come dirigente accompagnatore della Nazionale guidata dal «fratello» Mancini, ancora un trionfo a dispetto dei pronostici.
vialli santuario della speranza
Quando nel 2019 aveva accettato l'incarico, non si era sottratto alla domanda sulle sue condizioni di salute: «Da marzo sto facendo delle cure e devo essere nelle condizioni fisiche e mentali per prendere questo impegno... È un viaggio in cui bisogna avere pazienza, ma non ha senso che io non continui una vita normale. E il lavoro fa parte della vita normale». La forza nell'affrontare il tumore, nel riuscire a parlarne, prima a se stesso che agli altri, sono stati la sua ennesima vittoria. Conquistata a fatica. «Ne avrei fatto volentieri a meno. Ma non è stato possibile. E allora l'ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa - spiegava nell'intervista al Corriere del 2018 -. Sapevo che era duro e difficile doverlo dire agli altri, alla mia famiglia.
pagliuca vialli mancini boskov
Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene. E ti prende come un senso di vergogna, come se quello che ti è successo fosse colpa tua. Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano». Poi chiudeva con una di quelle riflessioni che si appuntava sui post-it durante le fasi più dure della terapia: «La vita è fatta per il 10 per cento di quel che ci succede, e per il 90 per cento di come lo affrontiamo». L'ospite è ancora lì, ma conta come si affronta il viaggio. «Sono fiducioso e ottimista - aggiunge adesso -. Circondato da persone che mi danno sostegno, forza e coraggio».
DISCORSO VIALLI FINALE WEMBLEY abbraccio tra gianluca vialli e roberto mancini vialli mancini vialli mancini 1 GIANLUCA vialli chelsea GIANLUCA VIALLI GIANLUCA vialli chelsea GIANLUCA VIALLI ROBERTO MANCINI GIANLUCA VIALLI VIALLI