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Franca Giansoldati per www.ilmessaggero.it
«Speriamo che ti violentano». Di nuovo violenza sul web contro una donna. Ogni giorno un nuovo caso porta a galla un fenomeno strisciante e sommerso fatto di minacce non troppo velate e tanto sessismo. Stavolta è toccato a Michela Murgia, scrittrice e critica letteraria, autrice del bestseller Accabadora e vincitrice dei premi Campiello, Dessì e SuperMondello. Su Facebook è stata oggetto di pesanti intimidazioni del tipo “ti stupriamo”, o addirittura l'augurio di morire.
MICHELA MURGIA
Al centro della rabbia dei cretini da tastiera un intervento a favore dei migranti che ha fatto a Bologna domenica scorsa durante un dibattito per la Repubblica delle Idee. A bersagliare la Murgia è un gruppo di Facebook che si chiama Gruppo uniti a Salvini e che è già stato segnalato alle autorità postali.
MICHELA MURGIA
A questo punto la scrittrice non ha esitato a rivolgersi al leader della Lega chiedendogli perchè mai le pagine a sostegno del suo partito possano arrivare a tollerare questo linguaggio orrendo che finisce non solo di avere uno scopo intimidatorio, ma offre l'esempio, rischiando di indurre altri a fare altrettanto, sdoganando un linguaggio triviale, minaccioso, osceno che sfocia in una specie di orrenda catena di sant'antonio.
salvini murgia
«Lasciare questa sequela di commenti in un gruppo aperto dedicato a Salvini - commenta la Murgia - manifesta l'intenzione di punirne una per educarne cento». Il dissenso politico non può essere punito con l'odio, fino alle minacce. La sequenza delle offese è impressionante. «Ha due guanciotte giuste da riempire di schiaffoni», «Da un nero ti devi trafiggere», «questa vuole i migranti per altri motivi personali». «fatti curare deficiente, spero che tutto ciò ti si ritorcerà contro». Sembri un cesso plastificato».
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