TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A…
Estratto dell'articolo di Alessandra Vescio per www.editorialedomani.it
Uno studio condotto su oltre 450mila donne e 318mila uomini che tra il 2016 e il 2019 sono stati ricoverati e trattati da medici ospedalieri ha rilevato che il tasso di mortalità è stato più basso tra coloro che sono stati curati da mediche anziché da medici. La differenza più significativa è stata riscontrata tra le pazienti donne, che hanno tratto maggiori benefici di salute se curate da altre donne.
[…] Secondo Atsushi Miyawaki dell’università di Tokyo, primo autore dello studio pubblicato su Annals of Internal Medicine, le donne avrebbero meno probabilità di subire «errori di comunicazione, incomprensioni e pregiudizi» quando sono curate da altre donne.
Non si tratta di una maggiore propensione del genere femminile a svolgere la professione medica o di un’inverosimile capacità innata delle donne nel prendersi cura delle altre persone. Piuttosto, è il trattamento riservato alle pazienti e i pregiudizi che resistono anche in ambito di salute ciò a cui bisognerebbe prestare maggiore attenzione, sembra suggerire questo studio e chi vi ha contribuito.
A causa infatti dell’impostazione androcentrica della medicina, che cioè considera l’uomo lo standard, la salute delle donne è ancora ampiamente trascurata. I sintomi e le patologie che oggi conosciamo sono stati studiati soprattutto su corpi maschili, mentre i farmaci sono stati a lungo e per molto tempo testati solo su uomini. Questa disparità di genere esiste persino nel modo in cui percepiamo le testimonianze delle donne in ambito medico: spesso infatti le loro manifestazioni di dolore vengono considerate “esagerate” e dunque sminuite, ridimensionate o addirittura non credute.
IL GENDER PAIN GAP
La diffidenza che abbiamo nel credere al dolore delle donne è conosciuta come gender pain gap, una disparità che esiste tanto nel sentire comune quanto in ambito medico e sanitario. […]
Le caratteristiche considerate maschili, che quindi ci aspettiamo e che la società patriarcale in cui viviamo pretende da un uomo, sono infatti la forza, la resistenza e un approccio stoico alle difficoltà.
La fragilità, l’emotività, la vulnerabilità sono invece considerati tratti tipici femminili. Conseguenza di ciò è che il dolore manifestato da un uomo è presto preso in considerazione, ascoltato e trattato perché inaspettato, mentre quello espresso da una donna viene spesso messo in discussione.
Molte donne che soffrono di dolore cronico, ad esempio, si sono sentite dire di essere troppo emotive o esagerate, di lamentarsi troppo o di non riuscire a sopportare dolori “normali”.
È il caso di chi soffre di endometriosi […]
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