Michael Weiss e Nancy A. Youssef per “Daily Beast”
tin tin sugli attentati a bruxelles
Gli agenti americani antiterrorismo sono frustrati e arrabbiati per l’incapacità dei colleghi belgi di intercettare le cellule ISIS che con successo stanno perpetrando attacchi all’occidente, partendo proprio dalla piccola capitale. Trenta morti e oltre duecento feriti, nonostante i ripetuti allarmi di Washington.
le strdae di bruxelles piene di polizia
Un ufficiale americano dell’intelligence ha paragonato a dei “bimbi” le forze di sicurezza del Belgio, lo ha definito «uno spionaggio di merda». A Bruxelles è stato individuato il centro terroristico, ovvero il quartiere di Molenbeek, dove è stato arrestato Salah Abdeslam, già attentatore a Parigi, ma i belgi hanno fatto pochi progressi nel distruggere la rete di estremisti.
la torre eiffel per le vittime di bruxelles
Inoltre hanno permesso che si creasse una comunità isolata dove potenziali jihadisti potevano facilmente nascondersi. Abdelhamid Abaaoud, forse la mente degli attacchi di Parigi, aveva già tramato diversi attentati, era sospettato eppure l’ha fatta franca e ha fatto proseliti.
la metro distrutta a bruxelles
Le forze statunitensi temevano un attentato al Belgio. Hanno cercato di dare una mano, nell’ambito della cooperazione con l’Europa, ma purtroppo c’erano molti limiti: «E’ da venti anni che esiste l’infiltrazione jihadista e solo di recente ci si è cominciato a lavorare su. Quando contattiamo queste persone, o quando mandiamo i nostri ragazzi lì a parlare, ci troviamo davanti a dei “bambini”, per metterla blanda. Non sanno cosa succede, hanno paura ad ammettere che il loro paese è stato conquistato. Sono in una fase di totale negazione».
intelligence belga non preparata agli attentati
Dice l’esperto francese di terrorismo Gilles Kepel: «Gli jihadisti pensano che l’Europa sia il punto debole dell’occidente e che il Belgio sia il punto debole dell’Europa». Jean-Charles Brisard, autore della biografia di Abu Musab al-Zarqawi, crede che l’apparato franco-belga sia molto più grande di quanto pensiamo. Rintracciare gli individui è una missione difficile. Per ogni sospetto terrorista sorvegliato, ci sono in campo 20-25 agenti. I terroristi possono avere anche 20 diversi telefoni, ognuno monitorato da altrettante persone.
i profughi pregano per bruxelles
I belgi non possono o non sanno gestire questa manodopera. Proprio un agente locale impegnato nell’antiterrorismo ha dichiarato la scorsa settimana: «Francamente non abbiamo le infrastrutture per investigare e monitorare centinaia di individui sospettati di avere legami con il terrorismo». Il problema è esacerbato dal fatto che la polizia locale è divisa in sei corpi, distribuita in 19 zone, e tutti questi compartimenti rendono la cosa più complicata.
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