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    SPLASH! CADE DALLA BARCA E SI RITROVA DA SOLO NELL’OCEANO PACIFICO: L’INCREDIBILE STORIA DI UN TURISTA TEDESCO CHE SI SALVA GRAZIE A UNA TECNICA IMPIEGATA DAI “NAVY SEAL“, LE FORZE SPECIALI AMERICANE: “SENZA I JEANS, NON SAREI QUI OGGI. SONO STATI DAVVERO LA MIA SALVEZZA” – ECCO PERCHE’ - VIDEO


     
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    Beatrice Tomasini per www.tpi.it

     

     

    arne murke arne murke

    Dalla Nuova Zelanda arriva una storia incredibile e per fortuna a lieto fine: un turista tedesco si è salvato dopo essere rimasto in mezzo all’Oceano Pacifico per più di tre ore a seguito di un incidente sulla barca a vela dove stava navigando.

     

    La vicenda è avvenuta al largo della costa neozelandese di Gisborne: il 30enne si trovava insieme al fratello su una barca a vela di 12 metri quando è stato sbalzato fuori dal boma che, a causa di un colpo forte di vento, l’ha scaraventato in acqua.

     

    Arne Murke si è salvato grazie a un paio di pantaloni: “Senza i jeans, non sarei qui oggi. Sono stati davvero la mia salvezza”, ha raccontato il velista che era diretto dalla Nuova Zelanda al Brasile per consegnare lo yacht “Wahoo”.

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    Secondo quanto ha raccontato al “New Zeland Herald” il giovane è prima rimasto impagliato con il braccio sotto la barca, poi non è riuscito a raggiungere il salvagente che gli aveva lanciato il fratello. A quel punto si è ricordato di una tecnica impiegata dai “Navy Seal“, le Forze Speciali americane: “L’ho visto molti anni fa e ho sempre pensato: se mai dovessi finire fuoribordo senza un giubbotto di salvataggio lo farò”.

     

    Il drammatico racconto continua così: “Stavo galleggiando nell’acqua senza indossare un giubbotto di salvataggio, solo la mia maglietta, i miei jeans, era tutto. Mio fratello ha cercato di prendermi ma le onde di tre metri, ha gettato un salvagente con una corda fuori bordo, ma non sono riuscito a raggiungerlo, era già troppo lontano. Quindi penso che il motore sia esploso”.

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     Murke a quel punto si è aggrappato all’istinto di sopravvivenza pensando alla figlia di 10 mesi che vive nelle Filippine, ecco allora l’intuizione che gli ha permesso di salvarsi: “Ho fatto un respiro profondo, mi sono tolto jeans, ho fatto dei nodi all’estremità delle gambe e li ho gonfiati. Una specie di giubbotto di salvataggio improvvisato”.

     

    Sono attimi di terrore: “Ero sott’acqua e pensavo … fallo per tua figlia, sono riuscito in qualche modo a riprendere i jeans e a galleggiare di nuovo, è stato un momento in cui ho davvero pensato di poter morire, se non avessi messo tutta la mia energia”.

     

    Dopo tre ore abbondanti in mezzo all’Oceano il ragazzo è stato salvato dall’elicottero del Hawke’s Bay Rescue che ha pubblicato il video del recupero. “Voglio davvero ringraziare tutti coloro che sono stati coinvolti nelle operazioni di ricerca e soccorso, hanno svolto un lavoro eccellente e sono molto, molto grato”, ha raccontato il 30enne. “Conosco il rischio ma non ne ho paura, farò solo molta attenzione in futuro, non direi mai che non esco più, o sono troppo spaventato”.

     

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