Stefano Semeraro per la Stampa
SHAW
Wayne Shaw è specialista in pasticci, l' ultimo però gli è costato il posto. L' abbondante secondo portiere del Sutton United due sere fa durante il match di FA Cup contro l' Arsenal è stato beccato dalle telecamere mentre in panchina si divorava a piene mascelle un «Pie», pasticcio di carne, con la sua squadra sotto di 2 gol. Apparentemente niente di strano, considerata la mole (127 chili) e il soprannome di Shaw: Rory Poly Goalie, il portiere panzerotto.
In realtà c' era la magagna. Si è scoperto infatti che alcuni siti di scommesse avevano dato 1 a 8 la possibilità che Shaw facesse merenda a bordo campo, e lui lo sapeva, anzi ha probabilmente pilotato la quota. Risultato di quello che è stato prontamente ribattezzato «Pie-gate»: per evitare di uscire con le ossa rotte dall' inchiesta immediatamente aperta dalla Federcalcio inglese, ieri il Sutton ha messo alla porta il 45enne portiere, uno che dopo l' allenamento spegneva le luci del campo e dormiva sul divano della club house.
SHAW
Esito triste di una faccenda che, dietro l' ilarità del momento, svela la malinconia della bizzarria architettata a scopo di lucro. Per scommessa negli Anni 50 Bobby Riggs - campione di Wimbledon nel '39 - poteva giocare (e vincere) un match tenendo un cane al guinzaglio, ma lì la posta era dichiarata, non truffaldina.
NASTASE OMBRELLO
Lontanissime dai magheggi di Wayne il pasticcione sono poi le tante follie degli sportivi, improvvisate o studiate a tavolino, con il solo scopo di stupire, strappare una risata o sfottere la controparte: vedi il gesto di Robbie Fowler che dopo un gol segnato in un derby con la maglia del Liverpool andò a «sniffarsi» la riga del campo sotto la curva dell' Everton.
Per protestare contro gli organizzatori che lo avevano messo in campo troppo presto nella finale del torneo indoor di tennis a Bologna nel 1981, Ilie Nastase si presentò in campo in pigiama, pantofole e cuffia da notte. Il calciatore Gianfranco Zigoni, la follia fatta ala sinistra, in polemica col ct Valcareggi che non lo vedeva titolare fisso nel Verona si accomodò in panchina vestito con pelliccia e cappello da cowboy.
Zingarate ad uso di pubblico e giornalisti, non stangate da doppiogiochista.
ZIGONI
Magari nate da una scommessa, da un «vedete cosa mi invento», come nel caso della Claudia Schiffer «gonfiabile» caricata a bordo da Valentino Rossi in versione «Polleria Osvaldo» dopo una vittoria, o della foto scattata nel 2010 dal pilota americano Brad Keselowsky con il suo iPhone e postata su twitter durante una gara di Nascar (esempio da non imitare).
Erwin Stricker, il Cavallo Pazzo della valanga azzurra di sci, un anno a Kitzbuehel si palesò al cancelletto di partenza con in testa un elmetto chiodato della Grande Guerra (ma glielo fecero cambiare...), Oronzo Pugliese a cavallo di Anni 60 e 70 si presentava addirittura in campo tenendo sottobraccio una gallina viva portafortuna, che provvedeva poi a legare alla panchina. Ma quelle erano guasconate, o folklore. Quello di Shaw solo un modo triste di mangiarsi la carriera.
VALENTINO ROSSI