FLASH! - LA DISCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI,…
Stefano Mancini per “la Stampa”
La notte di Singapore serve anche a sistemare alcuni conti in sospeso: Hamilton contro Rosberg, Vettel contro Ricciardo, Alonso e il suo futuro in Ferrari. Questo non è solo un Gran premio più suggestivo degli altri per il tracciato sulle strade di una metropoli o per l’orario: dal crash gate del 2008, con l’incidente simulato da Nelsinho Piquet e il disastroso pit stop di Massa, qui l’imprevisto cambia i destini.
Rosberg si ritira e Hamilton vincendo torna in testa al campionato. Vettel riesce a prendersi il secondo posto al via e a difenderlo dall’assalto del compagno di squadra nel finale.
E Alonso viene beffato da una safety car che lo fa scivolare giù dal podio. «Resta la bella sensazione di aver lottato con quelli davanti e di aver dato molti secondi a quelli dietro», si consola il pilota spagnolo. Ma con le belle sensazioni non si convince un campione a restare. Persone vicine ad Alonso riferiscono della sua decisione di lasciare Maranello a fine anno. Le smentite smentiscono poco: «Ci sono ancora due anni di contratto», rispondono le parti. Dalla Ferrari fanno sapere che non esistono clausole rescissorie, ma nessuno può essere obbligato a restare se non è fedele alla causa.
MARCHIONNE AL MEETING DI RIMINI
Dunque Alonso resterà o no nel 2015? A fine Gran premio, il team principal Marco Mattiacci risponde: «Al momento sì. C’è una discussione in corso anche su come definire il rapporto». I tempi sono stretti. La Ferrari sta lavorando per mettere in pista nel 2015 una monoposto migliore e per tornare competitiva nel 2016. Ma avere uno che spreme sempre il massimo da una macchina o uno che si limita a guidarla non è la stessa cosa: lo si è visto nel confronto con Felipe Massa prima e con Kimi Raikkonen quest’anno.
Anzi: è stato proprio Alonso nell’ultimo quinquennio a mascherare i problemi con i risultati. Anche ieri il confronto interno è stato imbarazzante: Fernando ha lottato per il secondo posto, Kimi è finito ottavo, sverniciato negli ultimi giri da Vergne della Toro Rosso.
Se Alonso riuscirà a trovare una via di fuga, al suo posto dovrà arrivare un campione di valore equivalente, o quasi. Viene naturale pensare a Vettel, quattro titoli mondiali consecutivi e un rapporto con la Red Bull che non è più così spensierato da quando c’è Ricciardo. «Veniamo da quindici giorni in cui ci sono stati dei cambiamenti - dice Mattiacci -. Io sono chiamato a dare discontinuità in alcune aree: alcuni sono contenti e altri no, ma non ho mai visto aziende in cui i cambiamenti hanno reso tutti felici».
A Maranello nei prossimi giorni sarà annunciato l’ingaggio di altri tecnici e probabilmente verrà anche chiarita in modo definitivo la posizione di Alonso, che è già stato contattato dalla McLaren-Honda (si parla di un’offerta intorno ai 25 milioni l’anno) e ha comunque mercato ovunque. Se davvero al suo posto arrivasse Vettel, la Red Bull promuoverebbe Kvyat dalla Toro Rosso e Hamilton resterebbe al suo posto in Mercedes.
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