DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Lorenzo Nicolao per corriere.it
Aveva detto che sarebbe servita un’impresa. Dopo 22 delle 24 partite che andavano giocate in finale, Matteo Bernini l’ha compiuta davvero. Il 33enne livornese è il nuovo campione mondiale di dama nella categoria Gayp (Go As You Please), ovvero ad apertura libera.
Dopo essersi qualificato al grande incontro contro l’ex detentore del titolo, il sudafricano Lubabalo Kondlo, addirittura nel 2019, Bernini ha potuto solo in questi giorni sfidare il rivale, dal momento che ogni attività agonistica nel mondo della dama è stata sospesa per via della pandemia.
Nello stato americano dell’Oklahoma, a Tusla, i damisti si sono sfidati al meglio di 24 incontri, con la sfida chiusa già al 22esimo, dal momento che l’italiano aveva già conseguito tre vittorie prima che si disputassero le ultime due partite. Nella dama è infatti molto facile pareggiare, tanto che le partite vengono spesso decise a favore di un giocatore quando l’avversario commette un errore o anche una banale svista, motivo per il quale la disciplina richiede grandissima concentrazione.
Chi è
Con grande modestia Bernini aveva confidato solo qualche mese fa che battere l’attuale campione in carica sarebbe stato molto difficile. «Mi alleno due ore al giorno, ma Kondlo è bravissimo, dovrò dare il massimo». Diplomato perito elettronico all’Istituto tecnico industriale e dopo aver lavorato in passato come postino in una società privata, vincere il massimo titolo della dama era però il suo sogno.
Tutto questo sempre preferendo l’italiano e le materie umanistiche alla matematica, a differenza del preconcetto diffuso: «Qualcuno pensa che un giocatore sia come un computer, un mostro nella matematica. Non è vero — spiegava Matteo —. Però le mosse sono infinite, servono adattamento, memoria, scaltrezza e capacità di prevedere le intenzioni dell’avversario».
Matteo ha iniziato a giocare a 19 anni nel 2008, perché sua mamma, collega di lavoro dell’arbitro internazionale e Maestro di dama Gianfranco Borghetti, confidò a quest’ultimo che al figlio piaceva la dama. Qualcuno pensa che. Da quel giorno in poi una costante ascesa, anche perché è cresciuto a Livorno, in quella che può essere ritenuta per titoli vinti la città italiana della dama. «Sono nato in una città di grandi maestri, per questo ho sempre avuto buone sensazioni sul poter far bene. Spero poi che in futuro questo gioco diventi una disciplina per professionisti, proprio come gli scacchi».
Livorno, capitale della dama italiana
Come ha ammesso il nuovo campione del mondo, il successo viene da lontano ed è frutto di una tradizione, dal momento che il suo primo tifoso a Tusla è stato il Gran Maestro Michele Borghetti, altro livornese, figlio dell’arbitro Gianfranco, e già quattro volte campione del mondo, con all’attivo 13 titoli nazionali e 54 trofei a squadre vinti.
Prima di essere sconfitto, si era laureato campione del mondo battendo proprio Kondlo nel 2015, tanto che si può dire che in questo modo il titolo sia tornato a casa, riconquistato da un damista livornese. La disciplina non si tinge però d’azzurro solo nella città toscana, perché l’attuale campione del mondo nella variante delle tre mosse è l’ingegnere foggiano 45enne Sergio Scarpetta. Dopo il recente successo, è lui che Bernini vorrebbe affrontare per unificare simbolicamente i titoli internazionali.
Come funziona la dama agonistica
La Federazione internazionale di Dama (Fmjd) riconosce tre differenti categorie. Quella dove ha trionfato Matteo Bernini è la Gayp, non vincolata in fase d’apertura, mentre quella che vede attualmente campione Scarpetta è la 3-move, ovvero con le prime due mosse del bianco obbligate e sorteggiate di volta in volta. Il terzo titolo mondiale riconosciuto dalla Federdama mondiale è quello sulla damiera a 100 caselle, invece di 64, detta anche dama internazionale.
L’Italia è in questo modo detentrice di due dei tre titoli ufficialmente riconosciuti, nelle categorie anche dette «inglesi». Per arrivare in finale occorre superare le qualificazioni, vinte da Bernini nel 2019 alle Barbados con il successo al World Qualifying Tournament. Sulla base dei risultati e dei punteggi ottenuti nei tornei in patria sono le singole federazioni nazionali a selezionare i propri atleti e il neo-campione si era guadagnando questo diritto battendo proprio l’iridato Borghetti, di 15 anni più grande.
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