DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Gigi Garanzini per “La Stampa”
Dura la vita dei campioni in carica: ed è tutto fuorchè una novità. Tanto per cominciare gli avversari hanno uno stimolo in più, per scarsi che siano come nel caso dei bulgari. Nella stessa misura cala in chi ha appena vinto non tanto l'impegno quanto il furore mentale del traguardo da tagliare a qualsiasi costo.
Non a caso la partenza azzurra è stata grosso modo quella cui ci aveva abituati in estate, soprattutto nelle prime partite contro avversari inferiori. Poi, poco alla volta, è subentrato quell'appagamento inconscio che ha appannato la brillantezza dell'avvio: l'errore collettivo in occasione del pareggio ha fatto il resto.
Proprio il gol di Iliev rappresenta l'unica, vera macchia della serata. Perché l'Italia di occasioni ne ha create, qualcuna l'ha mancata e in almeno tre occasioni è stato perfetto il portiere Georgiev. Ma farsi bucare a quel modo sull'unico, ma proprio unico contropiede bulgaro dell'intera partita chiama in causa la squadra intera prima ancora dei ritardi di Florenzi e Acerbi. Nulla di particolarmente preoccupante.
Se non altro perché l'Italia di Mancini continua a giocare come fosse una squadra di club. Come se quei triangoli stretti, quelle aperture in ampiezza, i raddoppi in chiusura, le uscite alte a recuperar palla fossero il menu quotidiano di allenamenti e partite, non quello à la carte da servire in tavola di tanto in tanto, quando campionati e coppe cedono il passo.
E questo rimane il primo dei valori di una Nazionale che, più e meglio che in passato, nel segno di un gioco mandato a memoria ha costruito il trionfo europeo. Rappresentando anche la più rassicurante delle garanzie di futuro perché le alternative non mancano, molte sono già collaudate, e chiunque venga chiamato a far parte del coro sa in partenza che la sua non sarà una parte da solista ma, al contrario e per l'appunto, da corista. A patto di non dimenticare mai che contro una squadra campione gli avversari raddoppiano le forze.
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