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BATI E RIBATTI, SONO 50! UNO SCUDETTO CON LA ROMA, 2 COPPE AMERICA, UNA STATUA A FIRENZE, IL DOLORE ALLE CAVIGLIE (“FACEVO LA PIPI’ NEL LETTO”), IL 'RE LEONE' BATISTUTA AL GIRO DI BOA DEI 50 ANNI: “MIA MOGLIE E I MIEI FIGLI SONO I VERI TROFEI DELLA MIA VITA” – L’INTUIZIONE DI VITTORIO CECCHI GORI CHE LO PREFERI’ A LATORRE, IL GIRO IN MOTORINO CON DELVECCHIO PER FESTEGGIARE IL TRICOLORE CON LA ROMA, CASSANO E QUEL DITINO BIRICHINO NEL CAPPUCCINO- IL DOCUFILM SULLA SUA STORIA - VIDEO
1. BATISTUTA
Articolo pubblicato da Dagospia il 28 agosto 2014 - www.dagospia.com
2. BATISTUTA 50
Luca Calamai per la Gazzetta dello Sport
batistuta vittorio cecchi gori
Non è nato Re Leone. I suoi primi soprannomi calcistici sono stati El Gordo ed El Camion, a sottolineare un fisico grassottello e una tecnica non proprio raffinata.
Ma Gabriel Batistuta ha una qualità che lo ha reso campione: ha dedicato ogni secondo della sua vita a cercare di migliorarsi.
E con questa sua filosofia è riuscito, come ricorda la Fifa, a diventare uno dei primi 100 giocatori viventi. Continuare a vincere è la sfida che lo accompagna anche nel giorno del suo 50° compleanno: «Non so come valutare questo momento, se essere felice perché in tanti mi stanno facendo gli auguri o se essere dispiaciuto perché so bene cosa rappresenta questa data». Deciderà.
ALBO D' ORO Il pallone è stato il mezzo che gli ha permesso di dribblare una vita da elettricista. Ma, voltandosi indietro, il calcio non gli ha regalato solo gloria, soldi, popolarità e vittorie ma anche paura e dolore. La faccia bella, anzi splendida, della medaglia è riassunta in questo albo d' oro: uno scudetto con la Roma, una Coppa Italia con la Fiorentina, due Supercoppe italiane. Una valanga di gol in A con tanti record che resteranno a lungo nella storia del club viola. Con la Seleccion avrebbe voluto conquistare un mondiale.
Sognava di imitare Maradona. Il suo mito. Un campione, come ha detto in una recente intervista, «accompagnato da una luce speciale». Invece si è dovuto accontentare di due Coppe America. E negli ultimi tempi ha dovuto anche cedere a Messi il record di capocannoniere argentino.
viola e scudetto In Italia c' è arrivato grazie a un colpo di genio di Vittorio Cecchi Gori. Al produttore cinematografico avevano chiesto un parere su Latorre, già acquistato. Cecchi Gori dopo aver visto dei filmati disse: «Latorre non mi interessa, portatemi quel Batistuta».
Così è iniziata la leggenda del Re Leone. I tifosi viola gli hanno dedicato una statua, una stella, mille cori. Lui riesce ancora ad emozionarsi quando passeggia sul Ponte Vecchio. Cecchi Gori lo vendette al suo amico Sensi per 70 miliardi. Bati e la Roma inseguivano un obiettivo: lo scudetto. Lo vinsero. Poi, un finale di carriera anonimo: l' Inter e l' Al Arabi.
CAVIGLIE L' altra faccia della medaglia sono le caviglie massacrate dai colpi dei difensori avversari e da troppe infiltrazioni fatte nei suoi primi passi nel calcio. «Ora riesco a camminare e anche qualche volta a giocare delle partitelle ma ho avuto paura di non vincere questa partita. Qualche anno fa camminare era un sogno». Non si è arreso.
Non sarebbe Batistuta. Ora convive con dolori continui ma sopportabili. Si muove per il mondo cercando il sole e il caldo. Le migliori medicine. Cinquant' anni sono un passaggio importante. «Vivo nella mia semplicità gli anni che passano. La cosa che mi piace è che le persone non mi vedono come una superstar». Bati ama proiettarsi nel futuro.
DOCUFILM Nella sua Reconquista è proprietario di una grande fazenda . La gestisce il padre Osmar. Anche la famiglia è un' isola felice. C' è la moglie Irina, ci sono i quattro figli. Thiago, il più grande, fa l' attore, Lucas ha provato a fare il calciatore poi ci sono Joaquin e Shamel.
«Mia moglie, i figli, la mia famiglia sono i veri trofei della mia vita». Presto uscirà un docu-film sulla sua storia. Poi, prenderà a Coverciano il patentino di allenatore. Ma non aspettatevi il Re Leone in panchina. La sua prossima sfida sarà far crescere un progetto. Sportivo o magari politico, visto che in Argentina lo vorrebbero più coinvolto nella vita del sociale. Un campione ha sempre qualcosa da insegnare.
3. CASSANO DRIBBLING DA IMPAZZIRE
Mattia Chiusano per la Repubblica del 22 novembre 2001
(…) Cassano si accalora, ma pare che l' argentino non abbia ancora dimenticato quello scherzo alla Nanni Loy, il dito come un cucchiaino nel cappuccino di sua maestà Batigol…
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