FLASH! – PER DARE SOLO UN’IDEA ALLE SORELLE MELONI DI COSA VUOL DIRE IL POTERE DEI FRATELLI LA…
“HAI FATTO DEGLI ATTACCHI PERSONALI CHE LEDONO LA MIA ONORABILITA’” – A BOLOGNA PRIMARIE AL VELENO: LA RENZIANA CONTI, SOSTENUTA ANCHE DA BASE RIFORMISTA, SI SCAGLIA CONTRO IL PIDDINO LEPORE CHE AVEVA INDICATO TRA I SOSTENITORI DELLA SFIDANTE PRESUNTI “IMPRENDITORI CHE CI CHIEDONO DI NON RISPETTARE LE NORME DEL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO...” - LA MINACCIA DI QUERELA
Francesco Rosano per il "Corriere della Sera"
«Io l' avevo detto a tutti, anche a Francesco Boccia, che era meglio non fare le primarie. Non mi hanno ascoltato...». A pochi metri dal Sacrario dei caduti partigiani di piazza del Nettuno, dove Bologna celebra da sempre il 2 giugno, un dirigente dem della vecchia guardia allarga le braccia di fronte ai veleni in cui sono precipitate le primarie nella città simbolo del centrosinistra.
A meno di tre settimane dai gazebo i due sfidanti, l' assessore del Pd Matteo Lepore e la sindaca di Italia viva Isabella Conti, più che su idee e proposte si scontrano su sospetti e minacce di querele. Con buona pace di chi, come il governatore Stefano Bonaccini, è intervenuto nei giorni scorsi nel tentativo di fare da paciere.
Quella delle primarie bolognesi non è stata una partenza facile. Per mesi è rimasta una partita interna al Pd, con gli assessori del sindaco uscente Virginio Merola («i miei semplici bastardi», li aveva ribattezzati lui) intenti a battagliare, mentre sullo sfondo si sbriciolavano ipotetiche candidature unitarie.
Nell' ultimo miglio, quando i giochi sembravano fatti per l' assessore «predestinato» Lepore, Matteo Renzi ha buttato nell' agone il nome della sindaca della vicina San Lazzaro. Conti è scesa in campo, candidandosi da indipendente e tirandosi dietro un pezzo del Pd locale (Base riformista in primis), dando così il via alle primarie meno «governabili» che il Pd abbia vissuto a queste latitudini.
Le tensioni dei primi giorni, con i parallelismi Salvini-Renzi per galvanizzare la base dem e gli attacchi alla sindaca «renziana» che pesca voti tra moderati e delusi del centrodestra (ex candidati inclusi), sono nulla rispetto agli ultimi veleni. Domenica l' assessore-candidato del Pd ha acceso una miccia che non si è ancora spenta, indicando tra i sostenitori della sfidante presunti «imprenditori che ci chiedono di non rispettare le norme del contratto nazionale di lavoro».
La sindaca, «isabelliana e non renziana» come ama ripetere, ne ha fatto una questione personale prima ancora che politica. «O i nomi, o le scuse», ripete da giorni Conti inascoltata, dopo aver ventilato l' ipotesi di una querela: «Lepore ha leso la mia onorabilità».
Martedì la sindaca ha registrato un infuocato faccia a faccia con lo sfidante dem in un mercato cittadino, affidando il video alla grancassa dei social. Da allora i due si tengono a distanza di sicurezza: ieri Lepore ha preferito festeggiare il 2 giugno in periferia piuttosto che condividere la cerimonia nel centro di Bologna con la sindaca Conti. «Quando si è votato per la Repubblica c' era un clima acceso di contrapposizione, ma la democrazia pretende che finito il conflitto si lavori insieme», ha provato a pacificare gli animi il sindaco Merola. «Non è che con richiami ad armonia e gentilezza uno debba ritrovarsi ad accettare soprusi e offese», tiene la posizione Conti. Il 20 giugno è ancora lontano, nessuno sa in che stato arriverà ai gazebo il centrosinistra bolognese.
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