PARMA GRATTUGIATO, CAMPIONATO FALSATO - BUCO DI 218 MILIONI, DICHIARATO IL CRAC DEL CLUB EMILIANO: A RISCHIO PERFINO LA B - UN POOL DI IMPRENDITORI LOCALI POTREBBE FAR RIPARTIRE IL PARMA DALLA LEGA PRO

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Marco Balestrazzi per “la Stampa”

GIAMPIETRO MANENTIGIAMPIETRO MANENTI

 

Il Parma Fc è naufragato in un mare di debiti: 218 milioni di rosso sanciti dalla sentenza di fallimento. Al timone in meno di 3 mesi si sono alternati 5 presidenti, il club è ora in mano a 2 curatori fallimentari, Angelo Anedda e Alberto Guiotto, chiamati ad attuare il piano di Figc e Lega Calcio per condurre in porto il campionato.

 

A breve incasseranno 5 milioni di euro per la gestione dello stadio ma soprattutto per gli stipendi che giocatori e dipendenti non prendono da almeno sei mesi. Il Comune, che aveva chiuso le porte dello stadio Tardini all’indesiderato Manenti, ha tolto i lucchetti ai cancelli: la disponibilità dell’impianto torna al club. Dopo l’incontro tra il sindaco Pizzarotti, i curatori e il direttore della Lega Brunelli, l’annuncio: «Salvo sorprese si gioca».

Il capitano tra i creditori
Quindi il Parma è fallito, ma domenica scenderà in campo contro il Torino. È uno dei tanti controsensi di questa storia: «Faremo di tutto per giocare e per vincere», aggiunge il curatore Guiotto, come un presidente, al suo arrivo al centro sportivo di Collecchio. I giocatori sembrano convinti, anche se Mirante ammette: «Siamo frastornati».

 

Tommaso GhirardiTommaso GhirardiPietro Leonardi
Pietro Leonardi

Difficile dargli torto: in due giorni la squadra ha visto fallire la società e scoperto che i soldi promessi dal presidente Manenti, ora in carcere, erano quelli di una banda di hacker esperti in riciclaggio e intenzionati a usare il Parma come lavanderia. Ma capitan Lucarelli (ha saputo sul campo di esser stato incluso dai giudici nel comitato dei creditori) e compagni hanno imparato ad autogestirsi dopo l’esodo multiplo dei vari Ghirardi, Leonardi, Taci e Manenti. 


Futuro in pericolo
Tanto che ieri sono scesi in campo per un’amichevole contro il Fidenza, che gioca in serie D. Sarà tra i dilettanti il futuro crociato? Forse no: prima i curatori tenteranno la strada del fallimento pilotato, ossia trovare qualcuno che rilevi all’asta la società garantendo la copertura dei debiti sportivi. La montagna da scalare è alta più di 74 milioni: sono i debiti da pagare ai tesserati per ripartire dalla B. È una soluzione improbabile. Se nessuno si accollerà queste spese, la Figc potrebbe concedere una deroga per far ripartire gli emiliani dalla Lega Pro.

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Una cordata di imprenditori locali è pronta a sostenere questo «piano C», che non prevede il saldo del debito sportivo. Al fianco dei creditori, che cercheranno nei conti societari le responsabilità del default, prosegue il lavoro della Procura che ha indagato l’ex presidente Ghirardi e l’ex ad Leonardi per bancarotta fraudolenta. I tifosi accusano Figc e Lega di aver scoperto tardi i mali del Parma, ma Tavecchio assicura: «Il percorso di riforma prosegue, il 26 marzo verranno votate norme per migliorare le garanzie di solidità del sistema». 

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