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Antonio Barillà per il “Corriere dello Sport”
Cinquecento partite in bianconero. Un traguardo storico. Gigi Buffon, salvo sorprese da turn-over, lo taglierà domani a Marassi contro il “suo” Genoa: non era semplicemente la squadra del cuore da bambino, ma anche una delle cinque l’unica italiana in cui avrebbe voluto giocare.
«Per amore» svela nell’autobiografia, inserendola in un variegato elenco di maglie che avrebbe indossato con il Real Madrid («Per importanza»), il Celtic («Per la divisa»), il West Ham («Per la tifoseria») e il Borussia Monchengladbach («Per il nome»).
Qualche anno fa aveva anche immaginato di chiudere la carriera in maglia rossoblù, ma la Juventus non era ancora una seconda pelle, un’altra vita: completerà il suo straordinario percorso a Torino il rinnovo è pronto, ormai manca solamente l’annuncio e chissà fin dove s’arrampicherà nella classifica delle presenze di sempre, lui che già adesso, a quota 499, è quarto in assoluto, preceduto solo da Alessandro Del Piero (705), Gaetano Scirea (552) e Giuseppe Furino (528). In questa stagione dovrebbe disarcionare dal podio il mediano, poi muoverà l’assalto al libero e avvicinerà il numero dieci, pressoché irraggiungibile.
l'abbraccio tra buffon e totti
ACQUISTO. Intanto è già in vetta tra i campioni che si sono avvicendati nella porta della Juventus: Dino Zoff s’era fermato a 476 partite, Stefano Tacconi a 377. Lui è andato oltre, è salito fino a 499 cavalcando da protagonista quattordici stagioni. Arrivò alla Juventus nel 2001, appena ventitreenne, ma già con 7 campionati di serie A e 36 presenze nelle coppe europee alle spalle: era una stella del Parma e un punto fermo della Nazionale, difatti la Juve non esitò a investire 105 miliardi di vecchie lire, 75 cash più il cartellino di Jonathan Bachini, valutato 30, che tuttora fanno di Gigi l’acquisto più oneroso della storia.
Debuttò il 26 agosto 2001, contro il Venezia allenato da Cesare Prandelli: finì 4-0 con doppiette di David Trezeguet e Alessandro Del Piero, lui non corse un solo pericolo. Era la prima giornata di campionato, alla terza perse l’imbattibilità ad opera di Massimo Marazzina del Chievo, poi s’affacciò in Champions League contro il Celtic: gli scozzesi, proprio, una delle squadre in cui avrebbe voluto giocare.
PROTAGONISTA. Il conto specifico, oggi, racconta di 361 presenze in serie A e 85 nelle coppe europee, più 12 in Coppa Italia e 4 in Supercoppa Italiana, più... 37 in B di cui va orgogliosissimo, appuntate sul petto come una medaglia. Quando la Juventus scivolò tra i cadetti, travolta da Calciopoli, Gigi non esitò a rimanere, eppure era fresco campione del mondo e aveva sfiorato il Pallone d’Oro.
Mantenne la promessa fatta a se stesso e ai tifosi, riportando in alto la squadra, ha gioito nell’immediato e attraversato poi momenti bui, complici l’intervento alla schiena e la complicata rifondazione della squadra, ha perfino meditato l’addio ma ha resistito, ha scritto la fiaba dei tre scudetti di fila con Antonio Conte sulla panchina bianconera e adesso eccolo vicino al cinquecentesimo passo: da protagonista, da primo in classifica, da portiere meno battuto d’Italia (3 soli gol subìti in campionato) e secondo, in Europa, solo a Manuel Neuer, numero uno del Bayern Monaco bucato due volte appena in Bundesliga.
LADDIO AL CALCIO DI JAVIER ZANETTI
LEGGENDE. Una bandiera, Buffon: «Lui e? la Juve» disse l’ad Beppe Marotta a Villar Perosa, a proposito del rinnovo contrattuale, svelando che la societa? aveva predisposto un contratto in bianco e che il portierone avrebbe potuto firmarlo in qualsiasi momento. L’ha fatto. O lo fara? prestissimo. Perche? lui stesso ha confidato che l’accordo e? raggiunto e ormai manca solo l’ufficialita?.
ANTONIO JULIANO E GIANNI RIVERA jpeg
Una bandiera, come non ce ne sono ormai piu?: difatti piu? di cinquecento partite con la stessa maglia, oggi, le vanta solo Francesco Totti. Da domani sera, dopo Marassi, saranno in due, unici campioni in attivita? ammessi in un’elite di leggende: guidano Paolo Maldini del Milan e Javier Zanetti dell’Inter, poi c’e? il capitano della Roma e poi Gianni Rivera, altro rossonero.
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