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"E' tempo che l'Italia venga buttata fuori dal Sei Nazioni. A beneficio della reputazione del torneo e, paradossalmente, dell'Italia". Comincia così un lungo editoriale dell'autorevole quotidiano inglese 'The Times' in cui, nonostante gli accordi presi fino al 2024, si mette in dubbio la presenza degli azzurri nel torneo 'ovale' più antico del mondo. "In 20 stagioni più un'altra tronca - scrive il 'Times' - l'Italia ha ottenuto 12 vittorie in 103 partite, a una media di una ogni quasi nove match. Inoltre l'Italia quest'anno non è stata capace di segnare un singolo punto contro Galles e Scozia, perdendo 42-0 a Cardiff e 17-0 a Roma: è un chiaro segnale che il torneo ha bisogno di un sostanziale ribaltone".
Viene poi ricordato che l'unica altra nazionale ad aver ottenuto il privilegio di sfidare i team britannici e irlandese è stata la Francia: "entrarono nel 1910 e prima di essere esclusi nel 1931 per l'estrema violenza nel gioco e perché a livello di club pagavano i giocatori, avevano fatto 12 vittorie in 17 edizioni della competizione: la media era quindi di un successo ogni cinque partite, superiore a quella di ora degli italiani. Poi la Francia ha avuto bisogno di tempo, ma a metà degli anni '50 è emersa come potenza, vincendo dei titoli. Ha dovuto attendere il 1968 per fare il Grande Slam, ma ne è valsa la pena. I Bleus hanno aggiunto brio e originalità al gioco del rugby".
"Livello troppo alto per l'Italia"
La teoria di questo editoriale è che all'Italia simili progressi sembrano preclusi ("l'Italia non mostra il minimo segnale che possa diventare la Francia del 21/o secolo"), e quindi farebbe meglio a tornare a misurarsi "in una competizione in cui siano favoriti, e non in una dove vengono sovrastati e battuti pesantemente. Romania e Georgia rappresentano il livello di competitività dei loro standard". Dopo aver definito "un vecchio clichè", il fatto che sia molto più bello passare un "lungo fine settimana a Roma anziché a Bucarest o a Tbilisi", e auspicato che si torni al Cinque Nazioni, viene ribadito che "espellere gentilmente l'Italia sarebbe un bene per il torneo, per la reputazione dello sport e dell'Italia stessa".
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