RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Carlos Passerini e Monica Colombo per il Corriere della Sera
Una bandiera si è già virtualmente ammainata. L' altra potrebbe essere abbassata presto. L' avventura di Zvone Boban al Milan è giunta ai titoli di coda, dopo soli otto mesi alla guida dell' area tecnica del club con cui da ragazzo aveva conquistato quattro scudetti e una Coppa dei Campioni. Manca solo l' ufficialità. Ma di fatto, a 24 ore dalla semifinale di Coppa Italia da disputare con la Juve e con un posto in Europa League da conquistare a tutti i costi, il manager croato è in uscita dal club. Su preciso input dell' a.d. Ivan Gazidis.
Una cosa è certa: era difficile trovare un momento peggiore di questo per far esplodere questa bomba, con la squadra che ha di fronte tre mesi chiave che decidono la stagione.
Se la convivenza fra i due dirigenti era già parsa complessa sin dall' inizio a causa di una divergenza di vedute netta sulla politica di rafforzamento del club, il conflitto è deflagrato dopo la recente intervista alla Gazzetta di Boban.
Senza mezzi termini Zvone aveva giudicato «inelegante» e «destabilizzante» l' invasione di campo di Gazidis, messosi in contatto da tempo con Ralf Rangnick per allenare il Milan il prossimo anno.
Boban ritiene siano state disattese le clausole contrattuali che prevedono compiti e responsabilità. Gazidis gli contesta fra le altre cose l' intervista non concordata: ritiene inaccettabile che il disaccordo sia stato espresso sui giornali.
A dimostrazione del fatto che i rapporti sono compromessi emerge anche un retroscena: già da giorni gli avvocati delle parti sono al lavoro per trattare la buonuscita. Fra minacce di cause, siamo insomma già alle carte bollate. Dopo qualche giorno a Zagabria il croato ha fatto ritorno a Milano, ma ieri non ha avuto contatti con l' a.d. Sembra destinato a tornare in Fifa, dove non è mai stato sostituito da Infantino.
MASSARA MALDINI PIOLI GAZIDIS BOBAN
Rimane ora da capire cosa faranno il dt Paolo Maldini e il ds Ricky Massara: resterà l' ex capitano, il primo ad aver manifestato pubblicamente il proprio scetticismo su Rangnick? «Non è il profilo adatto per il Milan» disse alla vigilia della gara d' andata con la Juve. Parole che sono ovviamente andate di traverso ai vertici del fondo Elliott, che all' ex numero 3 rimproverano l' improvvida decisione di ingaggiare Giampaolo che ha compromesso di fatto la stagione.
Del resto lo sbarco a Milano di Rangnick in un ruolo alla Wenger - sta già studiando l' italiano - toglierebbe di fatto spazio e deleghe anche a Paolo, che difficilmente concluderà la stagione sapendo di essere delegittimato. La scelta spetta a lui: il Milan non se ne vuole privare a priori, ma si aspetta che in caso di permanenza Paolo comprenda obblighi e doveri di lavorare in un team.
Così, mentre sono in ascesa le quotazioni di altri manager già nel club come Almstad e Moncada, più vicini a Gazidis, vien da chiedersi cosa deciderà Ibrahimovic. Convinto da Boban a tornare a Milano, al momento non pare intenzionato a restare per vestire i panni del parafulmine in una squadra di ragazzini. Senza più Boban e Maldini, i suoi referenti, difficilmente resterà.
Potrebbe non spostarsi da Milano accettando la corte del Monza di Berlusconi e Galliani. Ma questa è un' altra storia.
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