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COSA C’E’ DIETRO IL VETO DI BUFFON AL RITORNO DI MANCINI IN NAZIONALE CON LA MINACCIA DI DIMISSIONI DI SUPERGIGI E LA SCELTA DI GATTUSO CT? BUFFON E IL MANCIO NON SI SONO MAI AMATI. DOPO LA MANCATA QUALIFICAZIONE AI MONDIALI 2022 L’EX PORTIERE DELLA JUVE ATTACCO’ L’ALLORA CT: “QUALCHE RESPONSABILITÀ CE L'HA ANCHE LUI. C'È MODO E MODO DI USCIRE, SE PERDI AI RIGORI CON IL PORTOGALLO NESSUNO PUÒ RIMPROVERARTI, DOPO LA CADUTA CON LA MACEDONIA DEL NORD RIPARTIRE È PIÙ DURO" – TRA I MOTIVI DELL’ADDIO DI MANCIO ALLA NAZIONALE ANCHE LA DECISIONE DI GRAVINA DI NOMINARE CAPODELEGAZIONE AZZURRO BUFFON. UNA NOMINA “CALATA DALL’ALTO” CHE MANDO’ SU TUTTE LE FURIE L'EX CT...
Estratti da lasicilia.it
Il nuovo corso della Nazionale nasce nel segno dell’improvvisazione e delle tensioni interne. La Federazione ha deciso di affidare la guida tecnica a un inedito quartetto: Cesare Prandelli come coordinatore, Rino Gattuso, Andrea Barzagli e Leonardo Bonucci come staff operativo. Una formula inedita e discontinua, affidata a tre figure attualmente senza squadra e con profili tecnico-gestionali ancora tutti da consolidare.
Dietro questa scelta non c’è una visione, ma un equilibrio politico precario. Una parte consistente dello spogliatoio – incluso alcuni dei senatori – aveva espresso il desiderio di rivedere Roberto Mancini sulla panchina azzurra, individuandolo come unica figura in grado di ricostruire autorità e coesione dopo il declino degli ultimi mesi.
Ma il ritorno di Mancini è stato bloccato da Gigi Buffon. L’ex portiere, oggi capodelegazione con poteri di fatto crescenti, ha posto un veto netto, arrivando – secondo più fonti – a minacciare le dimissioni in caso di reintegro dell’ex CT campione d’Europa. E la Federazione, invece di comporre le fratture, ha scelto di seguirlo.
Resta ora da capire chi si assumerà la responsabilità di questo azzardo. Il trio tecnico non ha pedigree internazionale, Prandelli sembra una figura di raccordo più che di comando, e i prossimi impegni – seppur abbordabili – non permetteranno di nascondersi a lungo. I giocatori dovranno rispondere sul campo, ma è evidente che lo strappo interno non è stato ricucito. Chi metterà davvero la faccia con questo assetto?
E sullo sfondo, ancora una volta, la figura di Gabriele Gravina. È lui il regista silenzioso di un puzzle senza logica, l’artefice di una gestione che da anni si regge su equilibrismi, nomine personali e cortocircuiti tra politica e sport.
gigi buffon
roberto mancini alberico evani
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roberto mancini alberico evani
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