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Alessio Pediglieri per www.fanpage.it
Nella Nazionale iraniana di calcio, impegnata ai prossimi Mondiali in Qatar 2022, si starebbe consumando una protesta e un forte dissenso che avrebbe spaccato in due lo spogliatoio, mettendo a rischio la stessa partecipazione al torneo iridato. L'occasione per infuocare il diverbio e le opposte posizioni sarebbe stato un post su Instagram pubblicato – e poi fatto rimuovere – da parte di Sardar Azmoun, nazionale iraniano che gioca per il Bayer Leverkusen, in Bundesliga.
la storia su instagram in cui azmoun denuncia la situazione in nazionale
Sardar Azmoun è il primo giocatore ancora in attività e giocatore all'Iran ad aver dato vita pubblicamente a questa forma di protesta. In una sua storia di Instagram, ha affermato che a causa di una regola interna alla nazionale iraniana ai giocatori sarebbe vietato parlare durante il ritiro della squadra della Coppa del Mondo attualmente in corso in Austria, su un argomento molto delicato: la difesa per i diritti delle donne in Iran. Tutto pubblicato online, prima di vedere il proprio account stranamente oscurato e privo di qualsiasi contenuto, pur rimanendo attivo e con quasi 5 milioni di follower.
Nel suo post, Azmoun ha detto di non poter più tollerare questo tipo di costrizioni: "A causa del regolamento della Nazionale, non ci è permesso di dire nulla fino alla conclusione del nostro attuale ritiro, ma non sono più in grado di tollerare il silenzio" ha scritto su Instagram. "Se vogliono tagliarmi dalla squadra è il sacrificio per una sola ciocca di capelli di una donna iraniana. Non è possibile che questo post venga cancellato. Vergognatevi per la facilità con cui uccidete le persone. Lunga vita alle donne iraniane"
Un post che ovviamente ha scatenato il dibattito attorno e all'interno alla Nazionale dell'Iran e che sta venendo monitorato da vicino anche da parte della FIFA che mai tollera ingerenze di natura politica all'interno delle Federazioni e dei suoi tesserati. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata la morte di Mahsa Amini arrestata a Teheran, qualche giorno fa, per aver indossato il velo in modo improprio e deceduta poco dopo in ospedale in circostanze poco chiare. Ciò ha scatenato proteste per la difesa dei diritti e per l'uguaglianza delle donne all'interno del Paese, con il Governo che ha risposto con violenza.
account instagram di sardar azmoun senza foto profilo ne contenuti
Il post social di Sardar Azmoun ha un doppio valore specifico: oltre ad appoggiare la via anti-governativa per la difesa delle donne, confermerebbe di fatto come la nazionale iraniana abbia esercitato una forte pressione sui propri giocatori affinché non pubblicassero nulla del genere, ovviamente dietro ulteriori pressioni di stampo governativo. Tutto ciò avvalorerebbe la concreta ipotesi che all'interno del gruppo della nazionale, ci sarebbe anche una frangia di giocatori pronti a boicottare la presenza ai Mondiali in Qatar pur di sostenere la propria posizione e lottare contro la censura.
Oltre ad Azmoun, era intervenuto sull'argomento anche l'ex giocatore Ali Karimi, considerato un vero eroe nazionale iraniano e conosciuto con il soprannome di "Maradona dell'Iran". Nei giorni scorsi Karimi aveva più volte condiviso attraverso i suoi canali social i video delle proteste contro il Governo iraniano con fortissime critiche davanti alla sanguinosa repressione: "Non aver paura delle donne forti. Forse verrà il giorno in cui saranno il tuo unico esercito" aveva scritto, rischiando – come riportano diversi media persiani – l'arresto, richiesto direttamente dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane.
Il post di Azmoun sarebbe, dunque, stato il Cavallo di Troia che ha confermato la spaccatura all'interno della Nazionale iraniana dove non tutti i giocatori condividerebbero la posizione governativa, spezzandosi in due gruppi. Il primo coinvolgerebbe anche i giocatori Saman Qudous e Vahid Amiri, che per le loro posizioni adesso rischiano di dover dire addio alla nazionale, visto che questa frangia spingerebbe per un eventuale boicottaggio al Mondiale. Il secondo gruppo di calciatori sarebbe molto più numeroso e soprattutto godrebbe dell'appoggio della stessa Federcalcio iraniana che, indirettamente, avrebbe chiesto a molti di loro di isolare lo stesso Azmoun, in attesa di ripristinare lo status quo.
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