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CALCIO DOTTO - LA LAZIO NON STA IN PIEDI, LE “ASPIRINE” DEL BAYER INFIERISCONO, FINO A QUANDO KEITA, TALENTO ASSOLUTO E RABBIOSO, NON S’INVENTERÀ CRISTIANO RONALDO, STRAPPANDO LA LAZIO DAL BARATRO

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Giancarlo Dotto per Dagospia

 

Preliminari indispensabili anche nelle mischie del calcio, sebbene  le facce mummiesche di Lotito e Tare in tribuna non lascino trapelare godimento alcuno.  E peggio sarà dopo, fino a quando Keita non s’inventerà Cristiano Ronaldo, strappando la Lazio dal baratro e affidando al ritorno di Leverkusen una più che corposa speranza per l’ammissione agli orgasmi autentici della Champions.

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Facce vecchie e nuove. Che ci fa Pablito Rossi nello studio di Mediaset? Sbolognato da Sky? No, conclamato ratto di Cologno. Il ragazzo, più ammosciato che mai, trascina la sua logora insegna da un paio di secoli, da quel 1982, che Renzi aveva appena smesso di ciucciare le tette della mamma. Da allora vive di rendita, sebbene da parlante sia più irrilevante di una pantofola vuota.

 

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C’è ancora, evviva, Sandro Piccinini, il capostipite della generazione urlante e adrenalitica. Resta il migliore. Immune dallo sbraco logorroico dei suoi consapevoli o inconsapevoli allievi e perfetto nell’occasione anche nello spargimento dei decibel.

 

Tifosi all’Olimpico piuttosto incazzati oltre che biancocelesti. L’inflessibile logica lotitiana recita: se passiamo i preliminari faccio mercato. Loro, i tifosi, la pensano all’opposto. Col cavolo che ci arriviamo alla Champions se non prendiamo la gente che conta. E, per più di un’ora, la ragione è tutta loro.

 

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La Lazio non sta in piedi, le “aspirine” del Bayer infieriscono anche se non fanno male. L’1 a 0 tedesco inevitabile, annullato per fuorigioco millimetrico. Fino a quando Keita, talento assoluto e rabbioso per via che Pioli tanto non lo vede, non s’inventa la ronaldata del vantaggio laziale. Da qui a una settimana sapremo. 

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