
DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI –…
Giancarlo Dotto per Dagospia
Beh, se caos è bellezza, strepitosamente bello il campionato italiano. Come stare a Indianapolis. Miraggi e sorpassi. Nulla che duri più di una curva. L’ammucchiata lassù cambia di continuo capo e coda. Ora dice Inter, dopo aver detto Roma, Fiorentina e Napoli, e intanto Juventus e Sassuolo che si sono fatte sotto.
Sì, Sassuolo, avete capito bene. Sei squadre in sette punti. E Milan che perde il treno. Non ce la a sciogliere il rebus chiamato Carpi. Squadra ferocemente pressante in tutte le zolle del campo. Niang non fa il fenomeno, il resto è fuffa e Mihajlovic se ne torna furioso a casa.
Il Napoli è sotto di tre gol a Bologna quando ancora si chiede chi sono e dove sono. Solo Higuain stavolta non basta. Sta di fatto che la banda di Sarri ha perso il fluido magico nell’esatto istante, al San Paolo contro l’Inter, in cui si è ritrovata alla guida della giostra. E se Donadoni fosse il miglior allenatore italiano?
Gli hanno dato la Nazionale italiana quando tutt’al più meritava di allenare il Bologna. Allena il Bologna quando dovrebbe allenare la Nazionale o almeno il suo Milan. Ha rivoltato come un calzino la squadra di Dalla e Morandi, libera dal Folle Masticatore alias Delio Rossi, dopo aver più volte scritto pagine epiche tra le zombesche rovine di Parma.
Dicevamo Sassuolo. Non hanno nemmeno uno stadio, ma hanno Mister Mapei. E hanno Di Francesco. E se fosse Di Francesco il miglior allenatore italiano? Bastano tre quarti d’ora alla sua banda per schiantare la Samp dello sventurato Montella, rapito ai suoi ozi romani e precipitato in un incubo al pesto. Da chissà quale oltre arrivano le risate carognesche di Zenga e pure quelle di Iachini, non meno brutalmente sfrattato dal Palermo, preso a pallate a Bergamo. Edy Reja non è il miglior allenatore italiano, ma sa spremere il meglio dalle sue botti.
C’è una Roma che spopola in questo e altri campionati. E’ l’insieme dei giocatori venduti, svenduti, prestati. Il ragazzo Pellegrini migliore in campo del Sassuolo, Skorupski strepitoso a Verona, Paredes titolare nell’Empoli, Destro decisivo a Bologna, Ljajic leader all’Inter. Per non parlare del Doumbia, rinato a Mosca, e di Sanabria. Ignorato a Trigoria, stella a Gijon. Tripletta nell’ultima partita. Che sia l’ariaccia infame della capitale? La piovra che ti ammalia e poi ti divora, come racconta Don Fabio Capello. Uno che se ne intende.
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