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"SIAMO SCOMPARSI, IMPROVVISAMENTE NORMALIZZATI" - IL CANTO FUNEBRE DI SCONCERTI ALLA NAZIONALE: "MANCINI QUATTRO ANNI FA CAMBIÒ LA MENTALITÀ DEL GIOCO, LO RESE SEMPLICE E DI QUALITÀ, UN PICCOLO MIRACOLO CHE SEMBRAVA PORTARCI AVANTI DI ANNI SUGLI ALTRI. NON ERA VERO. QUEL GIOCO NON C'È PIÙ. SIAMO TORNATI NOIOSI E IMPOTENTI. MANCANO NON SOLO I CENTRAVANTI, MANCA ANCHE CHI COSTRUISCE E INVENTA, MANCA UN FORTE CARATTERE DI FONDO. NON ABBIAMO PIÙ GIOCATORI, SIAMO SOMMERSI DA STRANIERI CHE HANNO IL VANTAGGIO DI COSTARE MENO"
Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"
Tutto quello che abbiamo fatto, il titolo europeo, il record di partite senza sconfitte, non è bastato per cambiare questa triste seconda metà dell'anno. Siamo scomparsi, improvvisamente normalizzati. Mancini quattro anni fa cambiò la mentalità del gioco, lo rese semplice e di qualità, un piccolo miracolo che sembrava portarci avanti di anni sugli altri. Non era vero. Quel gioco non c'è più, come mangiato dalla storia. Siamo tornati noiosi e impotenti.
Mancano non solo i centravanti, manca anche chi costruisce e inventa, manca un forte carattere di fondo. Siamo tornati al lancio lungo, ai cross, al vecchio possesso palla che favorisce la lentezza. Non è chiaro perché tutto sia cambiato così in fretta. Dopo l'Europeo si è tornati al calcio facile, senza gioco di prima, con palloni sempre all'indietro. Non c'è stata rabbia, quella non è nei colori di Mancini. È diventata un'Italia isolata, che non tira più in porta, senza diritti.
La Svizzera merita il suo primato, e noi meritiamo i playoff che saranno adesso tra squadre normali come noi, partite solo da vincere, cosa che da mesi non sappiamo più fare. Il virus ci ha costretti a stagioni eccezionali che hanno sempre rimandato una riflessione complessiva. Ma non abbiamo più giocatori, siamo sommersi da stranieri che hanno il vantaggio di costare meno.
Dobbiamo ricominciare a parlare in termini di crisi. Abbiamo vissuto un bel momento, ma la scuola continua e non siamo più preparati. Non credo che Mancini abbia colpe, ha sbagliato scelte negli ultimi mesi, non ha più saputo dare diversità alla squadra, ma aveva da tutti già preso il meglio. Non è lì il problema. Ora è tempo di capire cosa possiamo fare per cambiarci. E non sarà facile perché il calcio è di tutti e non potremo cambiare le regole da soli. Ma nuova generazione è diventata di colpo vecchia. E oltre non c'è più niente.
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